Grazie
3 Dicembre 2016Andrea Pubusa
Cari amici e compagni, care amiche e compagne,
abbiamo concluso una campagna referendaria dura e difficile, iniziata quasi un anno fa, nel febbraio scorso. L’abbiamo condotta senza mezzi, mossi solo dal nostra passione civile e da patriottismo costituzionale.
Abbiamo condotto una battaglia di verità e di unità contro le forze della divisione e della menzogna. Intorno a noi si sono, via via, mobilitate tante persone di buona volontà, migliaia di donne ed uomini a cui stanno a cuore i valori di libertà e di eguaglianza che la nostra Carta. frutto mirabile della Resistenza, racchiude.
Siamo stati traditi dai nostri governanti regionali che, anziché difendere le istituzioni autonomistiche, per servilismo, calcolo o convenienza, hanno aperto le porte ad un attacco, mai visto prima d’ora, alle autonomie locali e regionali, e cioè ad uno dei pilastri su cui si fonda il bilanciamento dei poteri nel nostro ordinamento. Hanno accettato e sostenuto la svolta neocentralistica con la falsa argomentazione che lo Statuto è indenne dallo scasso Renzi, ma omettono di dire che la compressione delle Regioni ordinarie è l’anticamera per l’aggressione alle regioni speciali e all’autonomia sarda, che, sola e isolata, sarà, se vince il sì, facile vittima del montante spirito neocentralista.
Con loro dovremo fare i conti, politicamente, dopo il 4 dicembre qualunque sia l’esito, così come dovremo farli con coloro che, per opportunismo, hanno mantenuto il silenzio, prestandosi al gioco degli sfascisti…
Ora dobbiamo spendere le ultime energie nei contatti personali e familiari per portare voti al NO. E, dunque, ancora un ultimo sforzo. Voglio però dire a tutti voi che dovete essere orgogliosi di voi stessi, dovete essere fieri di questo vostro impegno, profuso con generosità e passione civile.
Per parte mia voglio ringraziarvi per le energie positive che avete messo in circolo e che hanno dato a me, a ciascuno di noi e a migliaia di cittadini la forza di sostenere questa dura ed impari battaglia.
Siamo stati traditi dai nostri governanti regionali che, anziché difendere le istituzioni autonomistiche, per servilismo, calcolo o convenienza, hanno aperto le porte ad un attacco, mai visto prima d’ora, alle autonomie locali e regionali, e cioè ad uno dei pilastri su cui si fonda il bilanciamento dei poteri nel nostro ordinamento. Hanno accettato e sostenuto la svolta neocentralistica con la falsa argomentazione che lo Statuto è indenne dallo scasso Renzi, ma omettono di dire che la compressione delle Regioni ordinarie è l’anticamera per l’aggressione alle regioni speciali e all’autonomia sarda, che, sola e isolata, sarà, se vince il sì, facile vittima del montante spirito neocentralista.
Con loro dovremo fare i conti, politicamente, dopo il 4 dicembre qualunque sia l’esito, così come dovremo farli con coloro che, per opportunismo, hanno mantenuto il silenzio, prestandosi al gioco degli sfascisti…
Ora dobbiamo spendere le ultime energie nei contatti personali e familiari per portare voti al NO. E, dunque, ancora un ultimo sforzo. Voglio però dire a tutti voi che dovete essere orgogliosi di voi stessi, dovete essere fieri di questo vostro impegno, profuso con generosità e passione civile.
Per parte mia voglio ringraziarvi per le energie positive che avete messo in circolo e che hanno dato a me, a ciascuno di noi e a migliaia di cittadini la forza di sostenere questa dura ed impari battaglia.
Ecco perché in questo momento, alla vigilia del voto, voglio salutarvi tutti con affetto.
4 Dicembre 2016 alle 00:44
Caro Andrea,
condivido pienamente le tue analisi ed i commenti sul referendum, promosso dal “clan dei toscani”, volto a riportare l’Italia (e la colonia Sardegna) ad una situazione “giolittiana” più arretrata perfino rispetto al ventennio fascista. Condivido inoltre la tua precisa ed argomentata accusa di alto tradimento della patria sarda, contestata al presidente Pigliaru. Da vecchio indipendentista ( la mia adesione a “SU POPULU SARDU” risale al 1973) considero con lo stesso disprezzo quei militanti, così detti “indipendentisti”, che invitano i sardi ad astenersi. Se non traditori sono comunque dei disertori.
Efis Pilleri