Guerra in Palestina, il Consiglio regionale approva la mozione del Gruppo Sinistra Futura per l’immediato cessate il fuoco a Gaza e il riconoscimento dello Stato palestinese

25 Ottobre 2024

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Il presidente Comandini ha aperto la seduta e su richiesta dell’on. Franco Mula ha convocato una conferenza dei capigruppo sospendendo i lavori dell’Aula. Alla ripresa ha preso la parola l’on. Truzzu che ha chiesto una sospensione per consentire alla minoranza di riunirsi.

Dopo questa seconda sospensione dell’Aula ha preso la parola l’on. Luca Pizzuto (Sinistra futura) che ha illustrato la mozione n.2 (Pizzuto, Casula e Canu) per la richiesta di un immediato cessate il fuoco in Palestina e per richiedere al Governo italiano di farsi portavoce di un processo di pace. “Il Nyt ha denunciato che persino il fosforo bianco è stato utilizzato, con 150 operatori Onu morti e 80 giornalisti uccisi.- Noi condanniamo il massacro di Hamas del 7 ottobre ma non si può accettare che il primo ministro di uno stato democratico definisca l’Onu una palude antisemita. Nella costruzione della pace il nostro sguardo va a Rabin e Arafat negli accordi di Oslo, accordi che furono sottoscritti e mai rispettati”. Per Pizzuto “il parlamento sardo deve anche svolgere una funzione di politica estera, vista la nostra collocazione geografica e la funzione che abbiamo nel mondo. Non possiamo stare zitti davanti a tanta efferatezza e in spregio alla comunità internazionale. Va dichiarato l’embargo verso Israele per impedire l’arrivo di armi italiane.- E dovremmo avere il coraggio di riconoscere lo Stato di Palestina insieme al coraggio della pace. Il Mediterraneo deve tornare ad essere un luogo di incontro dei popoli, non il luogo dei conflitti”. A seguire Li Gioi (Cinque stelle) ha detto: “In questo momento nel mondo di queste cose parla soltanto Papa Francesco, come se fosse pericoloso prendere posizione su questo tema. E invece non prendendo posizione si scivola sempre più in basso. Guardo con molto favore questa mozione che chiede la pace, l’unico obiettivo possibile e metto con emozione la mia firma. E’ splendida l’idea di tenere in Sardegna una conferenza di pace”. (C.C.)

Il consigliere Canu (S.F.) ha dichiarato un”entusiastica adesione ai contenuti della mozione”.  Ha ribadito i concetti della pace e della non violenza, insieme al “no a tutte le guerre”. Ha ricordato con enfasi il dramma del conflitti in essere, sottolineando i drammatici numeri dei caduti. L’esponente della maggioranza ha mostrato apertamente il sostegno alla causa palestinese e ha criticato le scelte del governo italiano in ordine all’incremento della spesa militare. «Manderei il presidente ucraino e quello di Israele nella prima linea del fronte – concluso Canu – perché comprendano cosa sia davvero la guerra».

Più articolato l’intervento dell’assessore del Turismo, Franco Cuccureddu, che dai banchi della maggioranza ha parlato a nome del gruppo Orizzonte Comune. L’esponente del centrosinistra ha ricordato i suoi incontri con Arafat e le missioni a Betlemme con la conferenza dei sindaci, per ribadire la necessità di occasioni di confronto che vedano come protagonisti gli amministratori locali delle aree in conflitto, per la risoluzione dei problemi concreti delle popolazioni. Cuccureddu ha inoltre insistito sul ruolo della Regione in qualità di autorità di gestione del principale progetto di cooperazione nel Mediterraneo ed ha denunciato l’abbandono dei cristiani dai territori teatro del conflitto. «Serve una vera missione della Regione sarda – ha concluso l’assessore – per portare in quei luoghi la solidarietà e l’impegno per la pace della Sardegna».

Schierata con nettezza al fianco del popolo palestinese la consigliera del Pd, Soru che ha invitato l’Aula a condannare con fermezza, quello che a suo giudizio può essere definito – un vero e proprio genocidio perpetrato da Israele “che ha l’obbiettivo di cancellare un popolo che ha invece il diritto ad autodeterminarsi”. «Non è corretto parlare di conflitto – ha insistito l’esponente della maggioranza – perché siamo davanti ad popolo oppresso e ad uno stato occupante che commette crimini contro l’umanità».  La consigliera ha parlato inoltre di “pulizia etnica” e ribadito l’impegno per la difesa della Palestina, del diritto alla vita, alla pace e alla libertà.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del consigliere Di Nolfo (UpTodde) che ha  insistito sulla giustezza dei termini “genocidio” e “pulizia etnica”, per definire ciò che accade a Gaza ed ha rammentato l’enorme tragedia che colpisce l’intero popolo palestinese, ad incominciare dai bambini che contano oltre 15mila vittime. «Non esiste uno stato che possa attaccare deliberatamente altri quattro stati nel silenzio della comunità internazionale – ha affermato l’esponente della maggioranza – ma Israele non continuerà a farlo nel silenzio della Regione Sardegna». Di Nolfo ha quindi ripreso il concetto del due popoli due stati, per domandarsi polemicamente “se possa esistere uno Stato a macchia di leopardo”. A giudizio del consigliere del centrosinistra l’unica soluzione per la pace è infatti la restituzione dei territori della Cisgiordania. Di Nolfo ha concluso il suo intervento informando l’Aula che ha provveduto ad esporre la bandiera palestinese dalla finestra dei suoi uffici nel Consiglio regionale.

La consigliera di Sinistra Futura, Casula, nel condannare con fermezza la guerra ha incentrato il suo intervento sulla condizione femminile nelle aree colpite dal conflitto ed ha auspicato per la Sardegna “un ruolo da protagonista in un vero processo di pace”.  L’esponente della maggioranza ha denunciato violenze e brutalità in danno alle donne palestinesi e rappresentato le angosce e i drammi delle madri in un’area dove soprusi e violenze sono radicati e permanenti. «Settanta anni di scontri – ha affermato Casula – hanno reso le donne fragili e vulnerabili, incerte, insicure, timorose per il futuro dei propri figli». «Migliaia di donne palestinesi – ha concluso la consigliera – resteranno senza marito e senza figli e il tutto ci coinvolge direttamente come donne e come umanità intera».

Orrù (Avs), ha ribadito il “ruolo” della Sardegna come terra di pace al centro del Mediterraneo e come regione d’Europa. A giudizio dell’esponente ella maggioranza sia il conflitto Russo-Ucraino che quello Israelo-palestinese violano il diritto internazionale e in una qualche misura ne dimostrano il fallimento. La Orrù ha parlato di “sconfinamenti bellici” per condannare il coinvolgimento di civili ed ha concluso il suo intervento proponendo di inserire nel dispositivo della mozione, il riconoscimento dello Stato palestinese.

Proposta prontamente accolta dal primo firmatario, Pizzuto (S.F.) e dopo le dichiarazioni di voto favorevole del capogruppo M5S, Mandas e di Cocco (UpTodde),  il Consiglio ha approvato, con la modifica suggerita dalla consigliere Orrù, la mozione n. 2 che insieme al riconoscimento dello Stato della Palestina impegna la presidente della Regione a:

1) a sostenere ogni iniziativa volta a chiedere un immediato cessate il fuoco a Gaza, al fine di perseguire la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani e di tutelare l’incolumità della popolazione civile di Gaza, garantendo altresì la fornitura di aiuti umanitari continui, rapidi, sicuri e senza restrizioni all’interno della Striscia;
2) a intercedere con forza in tutte le sedi nazionali e internazionali per ribadire il diritto alla vita e alla pace e, in particolare, anche in applicazione della Convenzione internazionale sui diritti dell’Infanzia, a chiedere la tutela e la protezione di tutti i bambini coinvolti nel conflitto, perché non ci può essere merito a essere nati in un luogo del mondo piuttosto che in un altro, se non quello derivante dalla fortuna di far parte di uno Stato in pace;

 3) ad assumere tutte le azioni necessarie nei confronti dello Stato italiano e del Governo, affinché l’Italia: a) sottoponga e spinga la Comunità internazionale ad agire attraverso le azioni diplomatiche per la risoluzione definitiva del conflitto;
b) chieda una immediata convocazione delle istituzioni internazionali per una mediazione concreta tra il popolo palestinese e il popolo israeliano al fine di addivenire a una giusta collocazione geografica, riconosciuta e unanimemente delimitata per entrambi, per una convivenza finalmente pacifica nel Medio Oriente;
c) si proponga la Sardegna come sede per una conferenza di pace in medio oriente.

Il presidente Comandini ha quindi sospeso i lavori per una riunione della capigruppo ed al termine ha comunicato la convocazione del Consiglio al domicilio. (A.M)

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