I comitati sardi contro la speculazione energetica scrivono alla presidente Todde

14 Giugno 2024

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Pubblichiamo la nota dei comitati sardi contro la speculazione energetica alla presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde.

Apprezziamo la disponibilità al dialogo della presidente che nel lungo confronto di ieri ci ha permesso di approfondire molti aspetti e comprendere la strategia da loro messa a punto sulla vertenza energia. Ma non c’è stata, come dichiarato dalla presidente, nessuna presa d’atto da parte dei comitati che questo percorso sia l’unico possibile. La nostra posizione su questo aspetto è infatti esattamente contraria, così come restano in piedi numerosi punti oscuri. In un confronto durato più di tre ore abbiamo affrontato numerose questioni e dobbiamo purtroppo constatare di essere molto lontani da una soluzione che possa definirsi ragionevole e, anzi, su alcune questioni, di soluzioni al momento non se ne intravedono proprio. Allo stato attuale delle cose:

  • I siti di Barumini e Saccargia sono compromessi perché i progetti di Fer nelle loro prossimità sono stati definitivamente autorizzati;
  • i 6,2 GW di rinnovabili assegnati alla Sardegna non sono stati argomento di discussione col Governo e non emergono da alcuna analisi dei fabbisogni dell’isola;
  • non è stato richiesto al Governo né ottenuto un tetto massimo alla potenza installabile,
  • l’eolico a mare resta totalmente fuori dalla competenza della regione e non è stato messo in discussione;
  • restano in piedi tutte le oltre 800 richieste di connessione complessive tra fotovoltaico, eolico a terra e a mare per quasi 58 GW di potenza complessiva;
  • sui progetti già autorizzati e quelli che lo saranno da qui alla pubblicazione delle linee guida non vi potranno essere interventi, salvo cercare un confronto col Governo per analizzarli uno per uno
  • sul tyrrhenian link non c’è alcuna presa di posizione;
  • sul metano le versioni della presidente sono discordanti: mentre durante il confronto ha affermato che sarebbe servito per i caseifici (tesi subito smontata) e per convertire le centrali a carbone, alla stampa ha detto invece che saranno i 6,2 GW di Fer che il coordinamento contesta a essere utili per la sostituzione delle centrali a carbone “di cui nessuno parla” (?).
    Siamo consapevoli della gravissima situazione ereditata dalla presidente e da questa maggioranza, conseguenza di atteggiamenti complici e remissivi da parte delle giunte precedenti e frutto delle continue e ripetute prevaricazioni da parte dei governi che si sono succeduti alla guida dell’Italia, ma oggi la Sardegna si trova a un bivio e sta rischiando di imboccare una strada senza possibilità di ritorno con conseguenze permanenti e devastanti sul territorio e il futuro dei sardi, e per far fronte a quest’emergenza abbiamo necessità di coraggio, determinazione e preparazione. Proprio in merito a quest’ultimo aspetto, contestiamo i proclami entusiastici e ci attendiamo invece un atteggiamento più rispettoso della nostra posizione che, nella piena volontà di collaborare attivamente alla risoluzione di questa complicata vertenza e con la promessa ottenuta di consultarci prima di ogni snodo fondamentale del processo decisorio, rimane molto critica sulla posizione della giunta e sul suo atteggiamento nei confronti del Governo centrale. Governo non amico e verso il quale, possiamo constatare, si sta riponendo probabilmente troppa fiducia, rinunciando a rivendicare pienamente i nostri diritti e a far valere le nostre specificità. Rimaniamo pertanto molto critici in merito all’atteggiamento di questa Giunta nei confronti del governo centrale verso il quale percepiamo un atteggiamento di subordinazione o comunque di soggezione. Non si intende infatti mettere in discussione il decreto Draghi attraverso il quale sono state sottratte le competenze costituzionalmente riconosciute alla Sardegna, ma si punta ad aggirarlo attraverso un piano urbanistico: secondo noi si tratta di una strategia debole e dai risvolti dubbi che può dar luogo a esisti disastrosi. La Todde ha inoltre espresso l’intenzione di avviare una vertenza con lo Stato esclusivamente per le autorizzazioni già concesse ma, a nostro avviso:
  • va rivendicata con fermezza la nostra autonomia statutaria negli artt. 3, 4 e 5 nei temi urbanistico e paesaggistico e la nostra competenza concorrente, ovvero di pari dignità e potere decisionale, in materia energetica;
  • va aperta con urgenza una vertenza per ridefinire, in base al nostro fabbisogno, non solo il limite minimo ma soprattutto quello massimo di produzione;
  • tutti i procedimenti in corso per impianti di taglia industriale devono essere sospesi e bloccata la realizzazione di quelli già approvati, inclusi il repowering e l’eolico a mare: il confronto col Governo non può prescindere da queste ultime tipologie di impianti;
  • il tyrrhenian link va respinto e devono essere immediatamente bloccate le attività di Terna;
  • i diversi progetti di metanizzazione hanno giustificazioni ambigue e non trovano ad oggi nessun riscontro tecnico, economico e ambientale plausibile e pertanto devono essere bloccati.
  • La presidente, come dichiarato, è perfettamente in linea con le nostre posizioni? Bene, allora questi sono i punti che anche lei dovrebbe condividere

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