I Volontari del Comitato Restiamo Umani lasciano il Centro accoglienza dell’ex Motel-Agip
20 Aprile 2016Redazione
Pubblichiamo il comunicato stampa dei volontari del comitato Restiamo Umani sulla loro decisione di lasciare il Centro di accoglienza presso la struttura dell’ex Motel-Agip, gestito dalla cooperativa Atlantia.
Una scelta sofferta ma dovuta, un segnale di denuncia per la situazione venutasi a creare e per la condizione dei rifugiati ospitati.
Era il 22 marzo 2016, un post visto per caso in gruppo Facebook e la mobilitazione spontanea di 1500 persone!
In meno di un mese sono passati per il Centro oltre 350 ragazzi, donne e bambini.
Sono passati 26 giorni da allora e il lavoro del gruppo non si è mai arrestato: alla raccolta e alla distribuzione indumenti e prodotti per l’igiene si sono aggiunte l’apertura di una stanza dei giochi per i bambini e l’organizzazione di attività ricreative per gli adulti. Siamo sempre stati al fianco dei ragazzi divenendo per loro un vero punto di riferimento. Abbiamo ascoltato le loro storie, che tutti dovrebbero conoscere per poter capire il buio da cui arrivano, e non siamo riusciti ad andare più via.
Siamo rimasti giustificando le mancanze della cooperativa rispetto a ciò che è previsto dal bando, sperando che passata la fase di emergenza le cose sarebbero poi cambiate; col passare dei giorni però nulla ha subito variazioni. Il centro per molti dei servizi essenziali si è retto sulla disponibilità ed impegno dei volontari e sulle tante donazioni della cittadinanza, sopperendo alle gravi mancanze, oltre i ragionevoli limiti dell’attività volontaria. Così noi abbiamo via via iniziato a sentirci complici di un sistema che non funziona.
In particolar modo dichiariamo di aver visto irregolarità rispetto a ciò che è previsto dal bando in quanto segue:
– “ Servizio Lavanderia”: L’assenza di un servizio lavanderia o di una zona preposta al lavaggio degli indumenti ad alta temperatura e la cui necessità è accentuata dalla presenza tra i ragazzi di numerosi casi di scabbia ci ha costretto a continuare a fornirgli a giorni alterni dei cambi puliti, con conseguente spreco di indumenti;
– “Sostegno Psicologico”: Non solo tale sostegno risulta del tutto assente ma i ragazzi vengono perennemente appellati con termini dispregiativi e toni aggressivi da parte del personale della cooperativa;
“Assistenza sanitaria”: Il bando prevede che la cooperativa debba fornire sia il trasporto necessario che l’assistenza in caso di ricovero. Nei fatti i ragazzi inviati con il 118, malati, stanchi, erano spesso costretti a tornare a piedi dai presidi ospedalieri, quelli ricoverati venivano lasciati soli, privi di vestiti e assistenza, costringendo spesso il personale medico e infermieristico a portare dei cambi per far si che potessero essere vestiti. Infine le terapie mediche, come quelle per la scabbia, che hanno un costo notevole, sono state fatte con grossi ritardi creando così il rischio si ampliassero i contagi anche a chi inizialmente non ne era affetto.
-“Servizi di pulizia e igiene ambientale”: Le pulizie non sono effettuate giornalmente come previsto, alcuni ambienti della struttura sono sporchi e pericolosi per via della presenza di vetro anche dove giocano i bambini. A tale proposito è stato richiesto ai volontari stessi di reperire prodotti per le pulizie e di contribuire alle stesse.
– “Fornitura di beni”: in merito alla fornitura dei beni, i ragazzi alloggiano in tre o in 4 in camere doppie, alcune con gli scarichi non funzionanti e nell’impossibilità di tirare l’acqua del wc;
I pocket-money, così come le ricariche telefoniche, come ci è stato riferito sia dai ragazzi che da alcuni dipendenti della cooperativa, non sono stati dati per intero anche se veniva fatto dichiarare loro il contrario.
Nessun indumento è mai stato fornito dalla cooperativa, tutt’ora buona parte dei ragazzi arrivati con l’ultimo sbarco indossano gli abiti con cui hanno effettuato la traversata o alcuni indumenti donategli dalla Croce Rossa; non sono stati forniti spazzolino e dentifricio e per ogni stanza è stato messo a disposizione una sola volta uno shampoo monodose da dividere e tre piccole saponette, rendendo la situazione un problema anche dal punto di vista igienico sanitario.
L’igiene e il decoro della persona raccomandati da bando non sono quindi altresì rispettati.
Per questo motivo, dopo aver vestito bambini e buona parte delle donne ed esserci accertati che tutti avessero almeno un maglioncino per non avere freddo, cercando di ottenere dalla cooperativa un minimo supporto, quattro giorni fa abbiamo bloccato la distribuzione degli indumenti, richiedendo che ci venissero forniti almeno intimo completo e scarpe, poiché avevamo esaurito ciò che era in nostro possesso.
– “Sevizi per l’integrazione”: Anche questi totalmente assenti per quanto concerne la cooperativa ma attuati da mediatori volontari;
In merito a questo si riferisce anche che alcuni dei ragazzi il giorno della manifestazione in Piazza Matteotti non sapevano di essere in Italia bensì erano convinti che la Sardegna fosse uno stato separato e per quello continuavano a ripetere che avrebbero rilasciato le impronte a Roma; Di li abbiamo attivato noi un servizio di informazione affinché comprendessero dove si trovavano.
Non è nostra intenzione sollevare un polverone mediatico su un tema già molto delicato e ci scusiamo in anticipo con i bambini, i ragazzi, le donne e gli uomini ospitati nel Centro per questa decisione, che speriamo sia solo temporanea.
Tuttavia riteniamo un nostro dovere civico e umano non tacere di fronte alle tante, troppe, violazioni compiute sotto i nostri occhi.
Il nostro aiuto ai ragazzi però non termina qui, anche a fronte della fiducia accordataci da chi con sacrificio ha effettuato donazioni, continueremo ad aiutare i ragazzi nel piazzale pubblico dell’Hotel. Tutti gli aggiornamenti saranno affidati alla nostra pagina Facebook Restiamo Umani – Volontari Accoglienza Cagliari.
Avremo ancora bisogno di supporto per i ragazzi ma soprattutto perché crediamo nella giustizia.
Restiamo umani, sempre.
25 Aprile 2016 alle 15:49
mi fa piacere la denuncia pubblica. Ora però ci vuole un esposto in Procura che porti la cooperativa a chiudere e chi di dovere nelle patrie galere.