Il buio oltre la siepe
1 Novembre 2015Giancarlo Nonis*
A sentire i nostri Consiglieri Regionali, tutto va bene, il turismo è in crescita, grazie alle guerre del nord Africa, la nostra emigrazione si è fermata, tornano, forse i cervelli in fuga, le coste sono tutelate dal cemento, e mai come adesso i fenicotteri si sono riprodotti in così grande quantità (avranno avuto anche loro paura di quelle guerre).
Dobbiamo solo capire perchè alcune patologie si accaniscono contro di noi: ricerche sul diabete infantile, sulla sclerosi multipla e sulla SLA siamo messi non proprio bene, e i tumori ah..beh ormai con le petrolchimiche chiuse e il metallurgico in agonia, non ce ne sono, ma sarà poi vero? Sappiamo che la prima causa dei decessi in Sardegna, è dovuta alle malattie cardiovascolari, ma al secondo posto ci sono i tumori , e tra questi il polmone la fa da padrone nonostante le campagne contro il fumo killer delle sigarette.
Gli studi dell’OMS ci dicono che il 24 % di tutte le malattie del mondo è causato dall’inquinamento ambientale, concausa di patologie tumorali che si sviluppano anche dopo decenni e il triste record lo conserva l’amianto e assimilati con 40 anni di latenza della malattia dopo l’assorbimento. Siamo consapevoli che una percentuale di cancri non ha ancora una causa precisa. I dati dell’ISTAT del 2007 ci dicono che abbiamo avuto 4330 decessi dal 2002 al 2007 circa il 25% di mortalità su 10.000 abitanti. Nel 2005 c’è stato il primo studio epidemiologico sullo stato di salute delle popolazioni residenti intorno ai poli industriali, minerari e militari eseguito per conto della Regione, ha messo in evidenza un aumento dei tumori e delle malattie cardiache nella popolazione Nuorese; nel Cagliaritano invece si evidenzia un’alta incidenza delle malattie respiratorie compresi i tumori del polmone; l’apparato digerente e i tumori del fegato sono frequenti nel nord-ovest dell’isola.
Per quanto riguarda le donne vi sono tassi più alti per il tumore alla mammella. A Portoscuso c’è un sensibile aumento della mortalità causata dai tumori dell’apparato respiratorio in entrambi i sessi oltre ai danni accertati sui bambini ( ritardo nella crescita) dovuti all’accumulo di piombo nel sangue. A Sarroch c’è un aumento generale per tutti i tipi di tumore, così come è accertato il danno cromosomico nel DNA dei bambini. I tumori sono ampiamente diffusi a Cagliari, Porto Torres e alla Maddalena, strano li c’era solo l’Arsenale della Marina militare che ha pesantemente inquinato la darsena del porto, ( è ancora da bonificare dal 2008).
Dal Rapporto SENTIERI del 2010, si conferma l’aumentata incidenza tumorale a Porto Torres e Sassari così come nell’intero Sulcis comprese le aree minerarie fino a S.Gavino con Sarroch e Macchiareddu. Dato che sono zone compromesse la nostra cara Amministrazione regionale non ha trovato altro di meglio che progettare due belle discariche per i rifiuti urbani ( altro che rifiuti zero e differenziata totale) ma la Sardegna si sa è un’isola virtuosa e dunque incentiviamo gli inceneritori di rifiuti o termo valorizzatori. Ah dimenticavo un recente studio ha puntualizzato la carenza delle centraline di controllo nei due SIN
Nel Piano Sanitario ( 2006-2008 ) si proponeva l’istituzione del Registro, mai realizzato. Dal 2012 sono diventati obbligatori i sistemi di sorveglianza nel settore sanitario compresi i registri per varie patologie tra cui i Registri tumori. Con la l.r.21/12: i Registri raccolgono su base aziendale, i dati sulla salute attuale o pregressa delle persone affette da malattia e familiarità, per finalità di studio e di ricerca delle terapie praticate per una corretta stima epidemiologica ed economica.
E’ preoccupante l’assenza di uno strumento d’indagine sulle neoplasie costituito dal Registro Tumori presente da venti anni nella provincia di Sassari e da dieci in quella di Nuoro, e invece mancante a Cagliari nel Sulcis e Oristano, arrivando così ad avere solo dati frammentati, non omogenei perchè non esiste un solo Registro Tumori Sardo. Nel Piano della Prevenzione è stato previsto entro maggio 2015 che si sarebbe dovuta sviluppare la pianificazione degli interventi tramite Gruppi di Programmazione che devono risolvere le criticità: carenza delle attività di monitoraggio come il SISAR. C’è l’obbligo di ridurre le esposizioni ambientali potenzialmente dannose per la salute. E’ confermata l’identificazione precoce dei tumori oggetto di Piani regionali di prevenzione o screening quali la mammella, colon-retto e cervice uterina, ma si rileva anche la bassa adesione, intorno al 25 % ai piani, dovuta alla scarsa informazione.
E’ previsto il Registro tumori ” strumento essenziale per indagare, sulle possibili correlazioni tra insorgenza di patologie tumorali e presenza di rischi ambientali” e con esso la salvaguardia della privacy del paziente “l’avvio e la piena operatività del Registro dovrà essere poi garantita dalla costituzione di una congrua struttura organizzativa, sia a livello centrale che aziendale, dotata di adeguate risorse umane e strumentali. Lo studio dell’AIRTUM del 2014 ci dà la progressione dei tumori in Italia, e i tempi della guarigione, la rete di 45 Registri monitora oltre il 53% della popolazione italiana. «La notizia importante per chi nel corso della vita si troverà a incrociare il proprio cammino con la malattia è che esiste la certezza, che i tumori non solo sono curabili, ma in molti casi, si può guarire. E’ emerso che i sopravvissuti alle terapie devono imparare a convivere con gli esiti di esse o con il timore di possibili recidive, spesso evitabili tramite un’efficace prevenzione terziaria. Per le persone guarite è essenziale recuperare la miglior condizione fisica possibile dopo gli esiti devastanti di chemioterapici, radioterapie e uso di farmaci con forti effetti secondari. Il pieno recupero può essere raggiunto solo con una riabilitazione adeguata, essenziale per il ritorno al lavoro e alla normalità.
La Sanità trascura la riabilitazione. La mancanza di supporto socio-economico e assistenziale carica di oneri le famiglie, costrette a provvedere a proprie spese alle forme di assistenza Questa situazione non rimane confinata nell’ambito familiare, ma si riverbera sulla finanza pubblica, generando oneri sotto forma di assegni d’invalidità e pensioni evitabili. In Italia, nel 2010 erano 2.587.347 le persone che vivevano dopo una diagnosi di tumore, nel 2015 saranno 3 milioni. In chiusura facciamo un confronto molto esemplificativo su quanto è diverso il dire dal fare. Nel Nord Italia ci si ammala di più, ma si vive anche maggiormente per le migliori cure prestate a prescindere dalla patologia accertata con la prevenzione, e campagne di screening di massa a differenza del Sud Italia, dove pare ci sia meno inquinamento ambientale, meno casi accertati, e con esito infausto in tempo più breve. Dal Palazzo di via Roma è calato il silenzio sulle speranze dei malati di tumore per avere certezze diagnostiche con un solo centro di riferimento e ricerca o Hub e terapie possibilmente localizzate negli ospedali locali o di primo livello.
*Comitato Sa Luxi (Registro tumori in Sardegna)
19 Settembre 2017 alle 17:48
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