Il coraggio di Federica Cardia
16 Luglio 2013Roberto Loddo
“Mi chiamo Federica e ho 30 anni. Nell’aprile del 2011 mi è stato diagnosticato un tumore al colon al quarto stadio e da allora la mia vita è cambiata per sempre”. Questo è l’inizio della storia di Federica Cardia, una ragazza sarda che sta combattendo con tutte le sue forze contro un grande male, un tumore al colon al IV stadio. Delle cellule impazzite hanno stravolto la sua vita e i risultati delle ultime analisi l’hanno convinta che dopo tanti mesi di cure “non appropriate” sia arrivato il tempo di combattere questo male non più da sola, ma come scrive nel suo blog “con l’aiuto di un popolo che mi conosce bene, quello della rete”.
Infatti Federica ha studiato Comunicazione e ha conseguito un Dottorato di ricerca in questa materia dedicandosi per qualche anno alla ricerca sulle nuove potenzialità della Rete e sulla condivisione. Un’opportunità che ha saputo mettere a frutto per creare un sito: www.tantovincoio.com, portale che contiene tutta la sua storia clinica, i suoi esami e le informazioni che ha raccolto. Ha chiesto al popolo della Rete un aiuto economico per sostenere cure molto costose. Ma soprattutto l’idea è di condividere quanto più possibile il link, in modo da arrivare a medici, chirurghi disposti a tentare un’operazione, persone che hanno vissuto o che vivono la sua stessa situazione, esperti di terapie alternative o innovative. Questa iniziativa si inserisce in un torrente di dati digitali e si configura come uno strumento all’incrocio tra il crowdsourcing (cercare informazioni sulla sua malattia e medici che possano aiutarla) e crowdfunding (cercare un aiuto economico per sostenere le nuove cure).
La vita di Federica è eccezionale. Federica è una cancer blogger che non si limita a parlare solo del suo male. Scrive per l’huffingtonpost e per cagliari.globalist di ogni diritto negato in ogni sfera della vita umana. Anche della sua vita privata, perché guarire è un suo diritto. Il sociologo Bauman, descrivendo l’importanza della vita umana ha scritto che gli artisti che immaginano la loro arte si pongono degli obbiettivi estremamente difficili. Anche fuori dalla propria portata. Per questo motivo discutere e confrontarsi con l’esperienza di “Tanto vinco io” è importante perché ci insegna che per essere felici dobbiamo tentare l’impossibile. A volte di fronte alla sofferenza siamo soli, ma possiamo ritrovare il coraggio, la forza e la dignità in noi stessi anche senza le previsioni affidabili e le certezze mediche e scientifiche a cui siamo abituati.
E da qui che la storia di Federica inizia e si connette con un’altra storia. La storia di altre milioni di persone. Di fronte alla sofferenza del cancro ci possono essere solo due strade, arrendersi, chiudersi in se stessi e nascondersi in una condizione di infelicità eterna, oppure resistere. Federica ha deciso che di fronte alle sofferenze che travolgono le nostre vite, la disperazione non serve a nulla. Il cancro non è una croce che ci dobbiamo portare dietro come un senso di sconfitta definitiva o come una sentenza di morte. Questo male può essere vissuto anche come un’opportunità di vita nuova, un’occasione di crescita personale e collettiva delle persone che condividono la stessa esperienza per portare la felicità agli altri.
Chissà se in un futuro vicino o lontano, queste nuove modalità di condivisione orizzontale offerte dal mondo della rete, potranno veramente orientare alla guarigione anche altre persone. L’obbiettivo di Federica non è allontanare l’immagine del cancro dalla sua vita. Federica vuole vederlo, viverlo e affrontarlo, e come dicono i buddisti, vuole una prova concreta di trasformazione del suo veleno in medicina. Si può abbracciare il cancro per sconfiggerlo?
16 Luglio 2013 alle 11:07
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