Il diritto allo studio è morto
27 Settembre 2024[red]
Pubblichiamo la nota del Comitato Case dello Studente Cagliari, gruppo di studenti e studentesse dell’università di Cagliari fortemente preoccupati e preoccupate per il loro diritto allo studio negato. Per il Comitato: “In un periodo come questo in cui Il costo delle case presso privati è sempre più alto e a condizioni sempre peggiori, l’Ersu mantiene aperta solo una delle cinque residenze universitarie che possiede”.
Siamo passati da 799 posti del 2016/2017, ai 238 posti alloggio messi a disposizione dall’Ersu per quest’anno accademico 2024/25. Di 3 mense, aperta ne è rimasta solo una. L’ERSU ci ha lasciati.
Il peso della crisi abitativa si fa sentire: quest’anno le domande pervenute all’ente regionale per il diritto allo studio di Cagliari sono più di mille. Superano le mille anche le idoneità. Nonostante ciò, nel bando per l’A.A. 24/25 sono presenti i soli posti alloggio di una casa dello studente, relativi al primo lotto del campus di viale la Plaia. Si tratta di soli 238 posti, dai quali ne vanno decurtati 20 che saranno occupati esclusivamente da persone con disabilità certificata.
Nel bando è riportata quella che si suppone essere la ragione di tutte queste chiusure, ovvero il solo svolgimento di lavori di ristrutturazione. Tuttavia, non mancano le dichiarazioni della dirigenza sia attraverso il sito istituzionale, sia mezzo stampa riguardanti la mancanza di fondi necessari per tenerle aperte. Infatti, la scorsa settimana in una nota dell’ente è stato riferito che se verranno sbloccati ulteriori finanziamenti, ai 238 posti del campus se ne potranno aggiungere altri, in numero di 130, dunque circa 60 da via Biasi e soli 70 da via Businco. Inoltre, i suddetti posti con buona probabilità saranno disponibili solo da Dicembre, dunque a semestre quasi concluso. Per chi volesse rimanere in attesa dei ripescaggi, ciò implica l’onere di doversi trovare nel frattempo una stanza con contratto breve, col rischio di perdere la possibilità di dare prove d’esame intermedie o di seguire i corsi con obbligo di frequenza.
A questa situazione critica, si aggiunge la possibilità di fare richiesta di permanenza a titolo oneroso presso la struttura di via Businco, relativa a 28 posti. La domanda deve svolgersi entro il 29 Settembre e consentirà di fruire del posto alloggio dal 1 Ottobre al 20 Novembre, con precedenza per coloro che saranno idonei non beneficiari nelle graduatorie definitive del 7 Ottobre. In questa maniera l’Ersu sta monetizzando su dei posti alloggio che sarebbero disponibili ma che decide di dare a pagamento agli idonei non beneficiari, gli stessi idonei a cui quei posti spetterebbero di diritto. Riteniamo che il fatto di voler fare cassa su noi studenti e studentesse sia l’atto più indegno che un ente per il diritto allo studio possa fare. Ci chiediamo come mai questi 28 posti non siano stati immediatamente resi disponibili nel bando.
Bisogna sottolineare che nemmeno il fitto casa, vista la crescita esorbitante del costo degli affitti nonché i tempi lunghi di erogazione, si rivela essere una misura adeguatamente sostitutiva ai posti alloggio offerti dall’ente, pagati con le detrazioni dalle borse di studio.
Ci chiediamo come mai l’ente negli anni abbia deciso di lasciar morire tutte le case dello studente di sua proprietà, senza chiedere alla Regione sostegno nel completamento di progetti di ammodernamento ed eventualmente attuare politiche di sostegno sostitutive all’offerta del posto alloggio, come il contributo alloggio, erogato per la prima volta in occasione della chiusura della casa di via Montesanto.
Noi studentesse e studenti chiediamo all’ente di concludere quanto prima possibile i lavori di ristrutturazione delle case di via Biasi e via Businco, di rendere immediatamente disponibili i 130 posti alloggio fruibili, di ristabilire la misura del contributo alloggio per gli idonei che non saranno beneficiari, data la situazione di emergenza.
Ci preme sottolineare anche che a morire non sono solo le case dello studente ma anche le strutture adibite al servizio ristorazione. Dopo la chiusura estiva a Luglio, ci si aspettava la riapertura della mensa di via Trentino al 9 Settembre, la quale però non è ancora avvenuta. Attualmente in funzione c’è la sola mensa di piazza Michelangelo. Tutte le altre strutture, ovvero la mensa della Cittadella e via Premuda, sono ancora chiuse. Via Sulcis è stata chiusa definitivamente nel mese di Luglio. Chiediamo la riapertura di tutte le mense per almeno 6 giorni su 7, con almeno una che garantisca il servizio di Domenica.
Il diritto allo studio è mancato a Cagliari e tutti noi ci troviamo in una grave situazione di incertezza.
Lunedì 30 Settembre ci incontriamo alle ore 16 in piazza del Carmine per stringerci e dare l’ultimo saluto al diritto allo studio che non c’è più. Passeremo per le vie del centro e faremo varie tappe dove commemoreremo i bei momenti passati assieme, quando i servizi inerenti il diritto allo studio erano davvero garantiti.
La salma verrà accompagnata fino al palazzo del Consiglio Regionale in via Roma. Qui chiederemo all’istituzione della Regione e all’assessora Ilaria Portas le risposte che ancora non abbiamo avuto e la certezza che le case riapriranno prima di Dicembre, con l’arrivo dei finanziamenti da parte della regione.