Il disincanto di Natale
14 Dicembre 2024[Luana Seddone]
Quant’è bello il Natale. Le luci, i doni, i pranzi, le bevute, lustrini e paillettes, il mondo diventa perfetto, la neve ammanta e copre. È bianca la neve, sa di gioco, di nasi all’insù, di settimana bianca, di mercatini.
Il Natale è dolce, ispira speranza, gioia, amore, fratellanza, baci, abbracci ma sotto la neve c’è il disincanto, quel sentimento sottile e pervadente che ti appare come un’immagine doppia, il luccichio di stelle, di immagini, quelle immagini che ci hanno fatto pensare di dover essere perfetti, uguali e adeguati, ricchi e facoltosi, spregiudicati, in forma, al top, in cerca di perfezione e di approvazione.
Il luccichio è intenso, sbrilluccica in maniera intermittente, va e viene, a volte lo si avverte intensamente, a volte scompare, come quelle immagini che appartengono a tutti e non sono di nessuno.
Ma Quasimodo nel suo Natale guardava il presepe scolpito dove, in una povera stalla, giaceva il potente Re del mondo, un bambino in fuga che nessuno voleva ospitare, quel presepe di pace e di silenzio nelle figure di legno in contrapposizione alla pace del cuore dell’uomo che pace non ha, non ne ha nella guerra, nell’esilio, nella povertà, nel fratello che si scaglia con il fratello.
Nel presepe, uomini vicini e lontani che soffrono la fame, il freddo, divelti e smembrati dalla furia dell’uomo, dall’ansia di potere, dal bisogno di possedere, dalla cecità di fronte al dolore, non vi è pace in chi non si può curare in città malate.
In questo Natale manca la fraternità che prende corpo sul terreno dei diritti sociali, che da sola permette di occuparsi degli altri con un’azione comune che conduca alla giustizia.
Nel cuore l’incantesimo volge al termine, finisce la speranza che ci sia una svolta, un miglioramento, che i giusti possano avere la meglio, ci si è abituati al malaffare, al raggiungimento del fine senza curarsi dei mezzi, agli interessi personalistici, alla cura del sé e mai del noi, il disincanto di un Natale ingiusto, feroce, di invisibili.
I pochi credono nella realizzazione delle piene libertà dell’individuo e della uguaglianza di tutti i cittadini, nella libertà dalla fame, dal bisogno economico, dall’ignoranza, dallo sfruttamento, dalla disoccupazione.
La giustizia sociale attenui le difficoltà e soddisfi i bisogni delle società, tutti gli esseri umani abbiano uguali diritti.
Lo Stato sia promotore di attività che garantiscano le libertà fondamentali assicurando alloggi decenti, educazione, assistenza sanitaria, è compito dello Stato che attua la giustizia sociale rimuovere tutti gli impedimenti che ostacolano i diritti sociali di libertà, allora sarà un Natale d’incanto.
“E se invece venisse per davvero?
Se la preghiera, la letterina, il desiderio
espresso così, più che altro per gioco
venisse preso sul serio?
Se il regno della fiaba e del mistero
si avverasse? Se accanto al fuoco
al mattino si trovassero i doni
la bambola il revolver il treno
il micio l’orsacchiotto il leone
che nessuno di voi ha comperati?
Se la vostra bella sicurezza
nella scienza e nella dea ragione
andasse a carte quarantotto?
Con imperdonabile leggerezza
forse troppo ci siamo fidati.
E se sul serio venisse?”
Buon Natale di Dino Buzzati