Il doppio gioco

1 Gennaio 2015
IL DOPPIO GIOCO_the double game
Graziano Pintori

soldipubblici.gov.it è la spia che viene dal duo Renzi/Padoan. Si tratta di uno strumento che mette sotto il naso dei cittadini, quanto spendono Regioni, Provincie, Comuni per loro conto. Un atto di trasparenza da lodare, da indicare come esempio di grande apertura democratica, verrebbe da dire subito, istintivamente. Dall’indirizzo di posta elettronica sopra richiamato chiunque può analizzare e valutare se la spending rewiev, applicata dai governanti del proprio territorio, ha avuto effetti sulla qualità dei servizi fondamentali e sui diritti dei lavoratori. In pratica il cittadino è abilitato a “ficcare il naso”, direttamente da casa e senza intermediazione alcuna, sui pagamenti di tutte le regioni, le province, i comuni. Però, davanti a questi grandi passi di luminosità politica, c’è qualcosa che mi rende guardingo: è l’inesauribile populismo del primo ministro Renzi, il quale mi obbliga a non prendere per oro colato tutto ciò che esalta dai pulpiti dei mass media con impertinente loquacità. Tanto è vero che molti dei suoi proclami innovativi, spesso, si sono rivelati vacui, oppure a doppio taglio o semplici slogan; perciò, convinto di questa premessa, posso definire soldipubblici.gov.it una diabolica “spia”, nel senso di doppio gioco, o gioco degli specchi. Il “giocattolo” voluto dal loquace fiorentino, nonostante le pennellate sulla trasparenza, tende a indirizzare le attenzioni del cittadino soprattutto nell’ambito del cortile regionale, provinciale e comunale per allontanarle dal governo centrale, ossia dal motore politico, economico, sociale della nazione. Un esempio calzante a questo proposito è di questi giorni: le province sono destinate a scomparire dalla geografia degli enti intermedi, i cui dipendenti dovranno approdare negli organici regionali senza copertura economica, per volontà del governo. Si tratta di un provvedimento che deresponsabilizzerà, da qui a qualche anno, il governo renziano dall’aver costretto le regioni a barcamenarsi, tra i marosi dei propri bilanci, per garantire gli stipendi agli ultimi arrivati. Nei fatti: l’attenzione pubblica si sposterà dal luogo in cui si decidono le “mazzate” al luogo dove le ricevono, ovverossia verso le amministrazioni locali costrette a trovare coperture economiche dequalificando i servizi, oppure privatizzandoli o aggravando imposte e tributi. Il governo alleggeritosi dalle incombenze impopolari, come già avviene, potrà continuare a procedere speditamente con la destra berlusconiana verso le riforme istituzionali, elettorali comprese, concordare il nome del futuro presidente della repubblica, rendere operativo il jobs act e inumare l’articolo 18. Allo stesso tempo Renzi e Padoan, nonostante gli effetti nefasti della loro politica, possono procedere “plasticamente” a esaudire le indicazioni che la BCE e l’Europa del mercato e della finanza hanno stabilito, essendo autorità geopolitiche e geoeconomiche che sovrintendono i governi degli stati europei, uniti sotto l’ombrello dell’euro. Se poi sul campo restano le macerie dello stato sociale, della sanità, della scuola, dei precari a vita, dei cassintegrati e disoccupati cronici con l’inumazione dell’articolo 18, della classe media finita nei tunnel delle povertà, il cittadino può sempre pigiare sui tasti di internet soldipubblici.gov.it e da quella finestra imprecare e lanciare dardi malefici. L’espediente del duo Renzi/Padoan dispone, sostanzialmente, l’allontanamento del “malumore” dei cittadini dai loro palazzi; però, allo stesso tempo, chi vuole può costatare quanto il duetto governativo si adoperi ad appiattire la qualità della politica italiana. Osservando il solito sito sui pagamenti della Regione Sarda nel 2013 e 2014, nell’era Cappellacci prima nell’era Pigliaru poi, notiamo una vera omogeneizzazione della politica. E’ quasi impossibile cogliere dall’uno o dall’altro schieramento sostanziali divergenze nel formulare e applicare atti e azioni politiche e conseguenti spese. Si notino, altresì, le stesse procedure spartitorie per l’affidamento degli incarichi ai commissari ASL utilizzate dai due schieramenti, oppure le procedure per il finanziamento delle scuole e degli asili privati, o rilevare i trasferimenti correnti per le università, per i parchi, per le opere artistiche ecc. ecc. Davanti a certe procedure potrà il cittadino medio distinguere dove sta il giusto operare? Cioè capire se è più giusto spendere di più o spendere meno? Chi è l’uno e chi è l’altro? La realtà è che fra i due schieramenti, centrosinistra e centrodestra, non esiste discontinuità ma pelosa continuità. Anche per questi motivi sarebbe necessario un nuovo schieramento politico alla sinistra del PD, ormai partito centrista per eccellenza; ci vorrebbe un blocco ben definito della sinistra, con tutte le identità, in grado di porsi oltre il centrosinistra. Le prossime elezioni in Grecia, in cui Tsipras è il favorito per la vittoria, potranno essere un buon esempio per la sinistra italiana: unirsi e riconoscersi nel programma della Syriza contro l’austerità imposta dal Fmi, dalla BCE, dalla Commissione Europea; fare propria la rinegoziazione del debito pubblico, per abbattere l’enorme passivo statale verso i creditori stranieri, al fine di creare nuove opportunità lavorative e restituire i diritti sottratti ai lavoratori dal duo Renzi/Padoan.

*The double game – Foto di Domenico Mimmo S.

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