Il manifesto sardo a Sassari
16 Novembre 2011Redazione
Ne abbiamo avuti più affollati di incontri. Però, abituati ad essere minoranza senza soffrirne, a ragionare e scrivere, venti persone in una serata con altre due riunioni politiche di rilievo, ed una bella e animata discussione (anche se vorremmo andare oltre il qualunquismo ‘anticasta’ che anima molte discussioni politiche ed ha animato anche la nostra) ci sembrano un patrimonio molto importante.
Dopo l’incontro nella libreria Odradek, che ringraziamo per l’ospitalità e l’appoggio (li conosciamo peraltro come forti e affezionati sostenitori da lunga data de ‘il manifesto’), usciamo con una rete più forte, nuove proposte e nuove collaborazioni, già ‘in onda’ da questo numero.
Ci siamo da oltre quattro anni, non dipendiamo da nessuno tranne che dal nostro collettivo, dalla traccia segnata dalla storia de ‘il manifesto’ incrociata con quella della Sardegna. Non dipendiamo da grandi o piccoli gruppi a sinistra, né dal presenzialismo provinciale di lobbies e singole persone dalle quali non siamo fortunatamente amati. Abbiamo il piccolo orgoglio di poter offrire questo per costruire inchiesta, saperi e discussione a sinistra, assieme a cinque-seimila letture per ogni numero digitale.
I compagni intervenuti ci hanno invitato a continuare, e a produrre riflessioni critiche ‘a sinistra’; sono state inoltre suggerite piccole innovazioni tecniche che riteniamo utili, come la possibilità di produrre il numero anche in formato pdf scaricabile, e corredare/valorizzare gli articoli con dei video. Comune la preoccupazione per la sorte del quotidiano ‘il manifesto’ e di chi ci lavora.
Da parte nostra abbiamo ribadito l’idea di valorizzare la lettura approfondita dei fenomeni politici della Sardegna e la loro relazione con gli accadimenti politici globali, che pure attraversano l’isola ed il ‘manifesto sardo’. Come quella di valorizzare all’interno del nostro spazio le competenze giovani compagni, che portano nuove forme di collaborazione e comunicazione e arricchiscono l’offerta di diverse sensibilità generazionali.
Mentre riassumiamo questo incontro, vogliamo sottolineare che, pur nella sua profonda crisi e nei pesanti tagli all’editoria, ‘il manifesto’ è stato in grado di proporre un significativo miglioramento, che ci dicono ancora in sviluppo, ma già ben percepibile, nella qualità del sito web del quotidiano.
All’interno di questo spazio ci sarà un luogo pià autonomo per i vari circoli, uno dei quali è quello da noi costituito.
Come dicevamo a Rita Marras di Odradek, semus evva mala (siamo erba cattiva), e speriamo di poterlo dimostrare ancora per molto.