Il Ministero della Pubblica Istruzione continua a escludere gli scrittori sardi
16 Dicembre 2019
[Francesco Casula]
Cambiano i Governi: prima Berlusconi poi i “democratici” (Monti, Letta, Renzi e Gentiloni) poi ancora il precedente governo giallo-verde di lega e 5 stelle: ma gli scrittori sardi continuano ad essere esclusi dai programmi scolastici.
E’ infatti passato quasi un decennio e la situazione è ancora quella cristallizzata dal DPR 89/2010 nel quale Mariastella Gelmini, all’epoca Ministro dell’Istruzione, dettava le linee guida per i docenti, e definiva i fondamentali degli insegnamenti ritenuti strategici per le scuole superiori.
Nel documento ancora in vigore, per quel che concerne la poesia e la narrativa del ‘900 da affrontare nei licei, sono indicati a titolo esemplificativo diciassette autori principali a cui fare riferimento: “…si esordirà con le esperienze decisive di Ungaretti, Saba e Montale, …contemplerà un’adeguata conoscenza di Rebora, Campana, Luzi, Sereni, Caproni, Zanzotto, …comprenderà letture da autori significativi come Gadda, Fenoglio, Calvino, P. Levi e potrà essere integrato da altri autori come Pavese, Pasolini,Morante,Meneghello”.
Avete capito? C’è Meneghello (con tutto il rispetto per lo scrittore vicentino) ma non Grazia Deledda, unica Premio Nobel donna per la letteratura. Come non c’è un romanziere di levatura europea come Salvatore Satta (specie con Il giorno del giudizio), non c’è Giuseppe Dessì (vincitore del Premio Strega nel 1972 con Paese d’Ombre) o il grande Emilio Lussu, con i due capolavori come Un anno sull’Altopiano e Marcia su Roma e dintorni.
Come non c’è alcun Autore meridionale che ne so, i siciliani Sciascia, Vittorini, Tomasi di Lampedusa, Pirandello e Quasimodo. Ma vi sembra normale? L’attuale Ministro della Pubblica Istruzione, Lorenzo Fioramonti (che io considero persona avveduta e competente) porrà rimedio a tale scelta sciagurata? O l’attuale governo, avallerà come i precedenti, l’obbrobrio della Gelmini? Consumato non saprei dire se per dabbenaggine insipienza e ignoranza, o sprezzo per gli scrittori e poeti sardi e del Meridione e per sciocco ed esasperato fanatismo nordista.