Il nuovo fascismo
1 Dicembre 2017[Massimo Dadea]
Fischia un vento inquietante che rischia di dare fiato ai peggiori rigurgiti del nazi-fascismo. Sono oramai tanti, troppi, i segnali che testimoniano il pericolo di una deriva di estrema destra che rischia di travolgere le deboli fondamenta della Repubblica, l’assetto democratico del nostro Paese. Sarebbe un grave errore ridurre a mere manifestazioni folcloristiche i preoccupanti episodi che hanno riempito le cronache di queste ultime settimane. A Roma, una frangia di supporter laziali ha pensato bene di sventolare le magliette con l’immagine di Anna Frank per dileggio dei tifosi romanisti. A Marzabotto, Comune medaglia d’oro della Resistenza, un calciatore, nel momento dell’esultanza per il gol segnato, ha ostentato una maglietta con il simbolo della Repubblica di Salò corredandola di saluto fascista. Ad Ostia, le imprese di Casapound. A Como, l’irruzione di un manipolo di naziskin nel centro culturale “Senza Frontiere”. In Sardegna, a Nuoro, un uomo di chiesa, un parroco, si è scagliato, dalle pagine del giornale diocesano, contro i questuanti che, con “sguardo feroce”, affollano i sagrati delle chiese e contro gli extracomunitari che si “arricchiscono” nelle vicinanze dei centri commerciali angariando gli inermi cittadini. Vi è un tratto che accomuna questi episodi: si rivolgono alla pancia delle persone, solleticano gli istinti più bassi, sollecitano un facile consenso. Sono l’espressione di una baldanzosa avanzata di una cultura che si nutre di razzismo, di xenofobia, di populismo, di disprezzo per il diverso. Una cultura, o meglio una sub cultura, che ha bandito dal suo vocabolario e dal suo agire parole come solidarietà, fratellanza, generosità, misericordia. Sono il segnale di quanto forti, siano all’interno della Chiesa, le resistenza all’insegnamento di Papa Francesco. Sono l’espressione di un odio profondo per le istituzioni democratiche, quelle nate dalla Resistenza. Sono l’espressione di un avanzare rumoroso della peggiore destra, dell’affacciarsi di un nuovo fascismo. E’ lo stesso vento che spira alle spalle dello schieramento di centro destra alla vigilia dell’appuntamento elettorale delle politiche del 2018 e delle regionali, in Sardegna, del 2019. Non c’è molto tempo da perdere.