Il Semaforo di Capo Figari, ennesima mercificazione dei beni culturali e ambientali
16 Luglio 2023[Stefano Deliperi]
Il Semaforo – Vedetta di Capo Figari domina Golfo Aranci e un’ampia parte della Gallura.
E’ in area tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), rientra nel S.I.C. “Capo Figari e Isola Figarolo” e nella Z.P.S. “Capo Figari, Cala Sabina, Punta Canigione e Isola Figarolo” della Rete Natura 2000.
Realizzato nel 1890, venne gestito per lungo tempo dalla Marina Militare e fu teatro degli esperimenti sulle telecomunicazioni condotti da Guglielmo Marconi nel 1932.
Dismesso l’utilizzo militare, è stato trasferito dal demanio statale a quello regionale (2006) e, in seguito, assegnato all’Agenzia della Conservatoria delle Coste.
Nel 2014, dopo una lunga preparazione, l’Agenzia avviava un processo per un nuovo futuro dei Fari e Semafori lungo le coste dell’Isola.
Si trattava di un piano di recupero e valorizzazione (allegato 1 e allegato 2) connesso al progetto di cooperazione transfrontaliera MED-PHARES, finanziato con fondi comunitari, chiamato a delineare – per la prima volta su scala internazionale – lestrategie per conservare, recuperare e valorizzare i fari e le stazioni semaforiche del Mediterraneo.
Nel giugno 2017 la Regione autonoma della Sardegna decise di affittare fari e semafori in accordo con l’Agenzia del Demanio senza ben chiarire finalità, criteri d’uso e garanzie per la fruibilità pubblica.
Il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) fin da allora, in un assordante silenzio generale, chiese a gran voce trasparenza di procedure e obiettivi.
Non si sa se in conseguenza di adeguata procedura selettiva di scelta del contraente, lo scorso 28 giugno 2023 è stato firmato il contratto di concessione trentennale del Semaforo – Vedetta fra la Regione e la New Fari s.r.l. dell’imprenditore Alessio Raggio, società che già gestisce il Faro di Capo Spartivento (Chia) e che sta riqualificando a fini ricettivi anche l’Isola di San Secondo (Venezia), il Faro della Guardia (Ponza) e il Semaforo Nuovo di Portofino.
Nel Semaforo – Vedetta il progetto vede “il Semaforo, costituito da 6 suite, sala da pranzo e tè, cantina, terrazza, vasche idromassaggio, mediateca digitale; la Batteria Serra, che prevede 2 suite, area benessere/spa ed eventi e una piscina emozionale”.
Ora, a contratto siglato, le sacrosante protestee una petizioneda parte del locale Comitato Maremosso sorto nella popolazione tenuta piuttosto all’oscuro delle intenzioni regionali, un’altra petizione promossa dal consigliere comunale di opposizione Andrea Viola, il plauso dell’Assessore regionale del bilancio Giuseppe Fasolino, già sindaco di Golfo Aranci, in quanto “un importante bene viene messo al servizio della comunità in chiave di sviluppo e crescita futura del territorio”, un’interrogazione parlamentare da parte dell’on. Roberto Giachetti.
In particolare, emerge la triste sciatteria di un’amministrazione comunale che, a parole, ha rivendicato per anni la consegna del bene per una generica e imprecisata valorizzazione, vagheggiando “centinaia di posti di lavorodiretti e dell’indotto” nella zona di Golfo Aranci, mentre,nel concreto,spendeva un bel po’ di soldi pubblici per sirenette, statue sottomarine, casette di Babbo Natale egiulive amenità simili per la felicità dei semplici.
Sempre che sia legittima la procedura concessoria, in ogni caso, il Semaforo – Vedetta è stato dichiarato bene culturale (artt. 10 e ss. del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) con decreto Commissione regionale Patrimonio culturale Sardegna n. 65 del 22 maggio 2018, (la dismessa Batteria costiera Serra con decreto Commissione regionale Patrimonio culturale Sardegna del 16 luglio 2020), mentre con successivo decreto Commissione regionale Patrimonio culturale Sardegna n. 77 del 26 giugno 2019 è stata autorizzata la concessione in uso a privati del bene (art. 57 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) con svariate incisive prescrizioni, fra cui il mantenimento della pubblica fruizione con modalità concordate con la competente Soprintendenza sassarese.
Il progetto di riqualificazione dovrà, poi, acquisire le necessarie, preventive e vincolanti autorizzazioni paesaggistiche e culturali, nonchè conseguenti alla procedura di valutazione di incidenza ambientale (V.Inc.A.), in quanto rientrante in area della Rete Natura 2000.
Resta il fatto – analogamente a quanto già visto relativamente alla batteria costiera dismessa di Punta Giglio (Alghero) – di un bene pubblico ambientale e culturale riguardo cui le amministrazioni pubbliche competenti (in primo luogo Regione e Comuni) abdicano al loro ruolo gestionale per favorire l’ingresso di Soggetti privati non certo giunti per fare i disinteressati benefattori.
Stefano Deliperi è il portavoce del Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)