Il ventennio fascista in Ogliastra

13 Giugno 2024

[Graziano Pintori]

Sono tante e tanti le militanti e i militanti dell’Anpi che si dedicano allo studio e alla ricerca storica dei fatti che hanno caratterizzato il ventennio fascista, l’antifascismo, la Resistenza.

Si tratta di lavori variegati condotti in perimetri territoriali ben definiti, con lo scopo di fare riemergere dagli archivi e da altri luoghi della memoria le più disparate vicissitudini di cittadini distintisi, nel bene e nel male, durante il ventennio mussoliniano. A proposito delle ricerche e studi portate avanti su “ quel passato che non passa che va dalla dittatura fascista alla seconda guerra mondiale, dalla Resistenza alla Liberazione, dalla Repubblica alla Costituzione, compito dell’Anpi è fare sua la promozione e la diffusione pubblica dei risultati ottenuti”.

E così hanno fatto l’Anpi della sezione di Tortolì con l’Anpi provinciale Nuoro / Ogliastra, le quali riconoscono a Gigi Pirroni l’impegno civile svolto negli archivi, nella raccolta fotografica e nella memoria collettiva delle comunità, un modo per alimentare la coscienza storica e civile tra i cittadini ogliastrini, e non solo. Infatti, questo libro pone in evidenza quanto fosse diffuso l’antifascismo anche nei luoghi più remoti rispetto al potere romano, e l’Ogliastra, isola nell’isola di Sardegna, ne è un esempio assai evidente. Con questo lavoro Pirroni attesta quanto il fascismo e Mussolini fossero detestati anche nelle zone considerate immuni dalla dittatura e dalla politica fascista.

Non solo, ma dimostra che l’Ogliastra, con i suoi antifascisti e i suoi partigiani, fu uno dei tanti tasselli che contribuì alla costruzione di quel grande mosaico storico che rende evidente il notevole sacrificio sostenuto dal mezzogiorno per la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. L’opera è dotata di una buona impaginazione tale da poter essere consultata in modo agevole, ottima è la presentazione di Luigi Vacca, responsabile della sezione Anpi di Tortolì, mentre la prefazione si completa con l’elenco dei 129 oppositori del regime dal 1922 al 1943.

Di questi ultimi si elencano in ordine alfabetico i paesi di provenienza, l’anno di nascita, l’appartenenza politica e l’accusa per cui erano perseguitati, perché definiti oppositori o sovversivi, con relativa condanna, ovverosia: ammonito, denunciato, confinato, iscrizione all’albo di frontiera, nel caso il sovversivo si trovasse all’estero. Dalle storie di queste persone risaltano le vicende umane, politiche e amministrative delle loro comunità; storie di uomini, donne, famiglie e di tanti emigrati e confinati politici, soprattutto quelli provenienti dal continente. Agli emigrati e ai confinati bisogna riconoscere che furono un tramite fondamentale nel diffondere nelle comunità di cui si parla, come se fossero degli internet di carne e sangue, che esistevano altre storie, altre comunità e destini sparsi nel mondo, più o meno simili, o completamente opposti ai loro.

Ciò per mettere in risalto che anche il microcosmo delle piccole comunità sono artefici della storia, quella storia, per dirla con Manzoni, che non è costruita solo dai grandi personaggi ma soprattutto dal popolo. Il quale nel corso del tempo subisce ingiustizie e soprusi e come tale trova l’energia per alzare la testa e cambiare il corso della storia. Vale a dire il popolo che diventa movimento di uomini e donne che, citando Marx, “abolisce lo stato delle cose presente”. La guerra partigiana ne è un esempio. Il libro di Pirroni, quindi, si presta a essere letto anche sotto quest’aspetto. Esclusi alcuni episodi la Sardegna non fu teatro della Resistenza, però fu un bacino di uomini e donne che attivamente parteciparono alla guerra partigiana, e l’Ogliastra non fu a meno di altri territori. Tanti furono i sardi che si aggregarono alle formazioni partigiane e come tanti furono imprigionati, torturati, deportati, assassinati divenendo loro malgrado eroi della Resistenza.

Valga per tutti la figura di Albino Mereu da Villagrande, ucciso ad Alba mentre combatteva i nazisti; oppure ricordiamo l’epica figura dell’anarchico Tomaso Serra di Lanusei, il quale combatté prima il franchismo poi il fascismo. Il contenuto di questo libro esalta i diritti e la libertà, perché nella sostanza rievoca l’eredità civile e la resistenza tenace degli antifascisti d’Ogliastra contro i totalitarismi. Più in generale, possiamo anche dire che l’opera di Pirroni richiama l’epopea dei partigiani e di tutte e tutti i costituenti, i quali, con il loro esempio, ci hanno educato alla democrazia, al dialogo, al rispetto delle opinioni. Sono quelli che ci hanno incoraggiato per andare incontro alla cultura della libertà, con la consapevolezza che non siamo nati per essere schiavizzati e sfruttati.

I Costituenti ci hanno dotato dello strumento giusto per essere coscienti del nostro ruolo nel costruire e difendere società sempre più eque. Per finire, quindi, ricordare gli antifascisti e i partigiani è sempre importante, parlare di loro significa parlare della Costituzione e difendere i grandi valori di libertà, lavoro, uguaglianza. Per tutto questo dico grazie a Gigi Pirroni, per il suo libro democraticamente sano e, considerati i tempi, assai opportuno.

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