Impianti di conservazione e accumulo dell’energia, si richiede trasparenza, legalità, buon senso

3 Dicembre 2022

[Stefano Deliperi]

Uno dei limiti evidenti del sistema energetico della Sardegna è certamente dato dalla finora assenza di impianti per la conservazione e l’accumulo dell’energia prodotta.

Infatti, in Sardegna le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 31 agosto 2021 risultavano complessivamente pari a 5.464 MW di energia eolica + altri 10.098 MW di energia solare fotovoltaica, cioè 15.561 MW di nuova potenza da fonte rinnovabile, a cui devono sommarsi i tredici progetti per centrali eoliche offshore finora presentati, che dichiarano una potenza pari a 8.321 MW.

In tutto sono 23.382 MW, cioè più di undici volte i 1.926 MW esistenti (1.054 MW di energia eolica + 872 di energia solare fotovoltaica, dati Terna, 2021).

Attualmente in Sardegna non esistono impianti di accumulo e conservazione energetica (il Gruppo ENEL si è aggiudicato la realizzazione di futuri impianti per complessivi 500 MW di potenza), mentre al termine (2027-2028) dei lavori di realizzazione del Thyrrenian Link, il nuovo doppio cavo sottomarino di Terna s.p.a. con portata 1000 MW, al termine dell’ammodernamento e potenziamento del SA.CO.I. 3 (portata 400 MW), che rientra fra i progetti d’interesse europeo e considerando l’altro collegamento già esistente, il SA.PE.I. (portata 1000 MW), la Sardegna avrà collegamenti con una portata complessiva di 2.400 MW.  Non di più.

L’immane quantità di energia potenzialmente producibile in Sardegna non potrà certo essere tutta utilizzata nell’Isola (già oggi circa il 40% dell’energia prodotta non serve al fabbisogno locale), non potrà esser trasferita verso la Penisola, non potrà essere conservata.  

Significa energia che dovrà esser pagata dal gestore unico della Rete (cioè lo Stato, cioè la Collettività di tutti noi) per essere in buona parte sprecata.

Finalmente, in questi ultimi mesi, iniziano a veder la luce alcuni progetti di impianti di accumulo e conservazione energetica, decisamente fondamentali per un buon sistema energetico nazionale e sardo in particolare.

Il rapporto del Ministero della Transizione Ecologica – D.G. Infrastrutture e Sicurezza (aprile 2022) racconta di numerosi progetti a vari stadi di perfezionamento: nuovi impianti del Gruppo Enel saranno installati a Ploaghe (potenza 94 MW), a Ottana (135 MW), a Portoscuso (potenza 122 MW), a Quartucciu (potenza 180 MW) e Assemini (potenza 40 MW). Altri ancora a Nulvi (potenza 50 MW), ancora a Ottana (potenza 25 MW), a Furtei (potenza 50 MW), a Sanluri (potenza 50 MW), a Selargius (potenza 150 MW), a Oristano (potenza 20 MW), a Codrongianos (potenza 140 MW).

Ma sono necessari trasparenza, legalità e buon senso.

E’ il caso, per esempio, dell’impianto di accumulo elettrochimico integrato proposto dalla EnergyQ1BESS s.r.l. nelle campagne di S. Isidoro – Separassiu, in Comune di Quartucciu (CA).

A differenza di altri casi, dove il sito individuato risulta presso centrali elettriche esistenti, in questo caso l’ubicazione prevista è in area agricola, necessita di un elettrodotto lungo svariati chilometri per raccordarsi con la rete elettrica (sottostazione di Su Pardu, territorio comunale di Selargius), ha numerosissime interferenze con altri progetti analoghi, con l’elettrodotto Thyrrenian Link, con varie strade, con attività agricole.

La previsione di almeno un elettrodotto di connessione e l’interferenza con numerose altre infrastrutture, progetti, attività in corso – ampiamente certificati dalla Regione autonoma della Sardegna (nota D.G. Pianif. Urbanistica RAS prot. n. 40856 dell’8 agosto 2022) e dai Comuni di Quartucciu (nota prot. n. 589 del 10 gennaio 2022) e di Selargius (nota prot. n. 44432 del 29 settembre 2022) – rende preferibile l’ubicazione in area industriale già attrezzata e necessario il procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) con la considerazione degli impatti cumulativi.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha, quindi, inoltrato (1 dicembre 2022) una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti ai Ministeri della Transizione Ecologica e della Cultura, alla Regione autonoma della Sardegna, all’A.R.P.A.S., ai Comuni di Quartucciu e di Selargius finalizzata allo svolgimento del procedimento di V.I.A. e al reperimento di un sito alternativo, meno impattante sotto il profilo del consumo del suolo e sotto gli aspetti economico-sociali.

Trasparenza, legalità e buon senso sono davvero necessari, una buona volta.

Stefano Deliperi è il portavoce del Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Immagine: Paesaggio agrario in Sardegna, fonte Grig.

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