Informazione e crisi russo-ucraina
16 Settembre 2014Gianfranca Fois
Alcuni commentatori già da tempo sottolineano un’ ulteriore anomalia nella informazione italiana: la posizione assunta da giornali e servizio radiotelevisivo a proposito della crisi ucraino-russa.
I giornali di centrosinistra si mostrano difensori del regime di Kiev e sostengono l’espansione della NATO verso Est mentre quelli di centrodestra accolgono le motivazioni dei filorussi ucraini e di Putin. Qualcosa di simile avviene nei canali televisivi e radiofonici.
Sin dall’inizio si notava che la cronaca di piazza Maidan risentiva fortemente del punto di vista di Kiev e così per gli avvenimenti successivi, con i canali Rai che riconoscevano come legittimo il nuovo governo ucraino benché nato da un colpo di stato e con la partecipazione di partiti filo nazisti e di estrema destra. Contemporaneamente coloro che si opponevano al nuovo regime venivano indicati come “terroristi” assumendo così acriticamente (?) il punto di vista di Kiev.
Mi sembra che basterebbe ciò per parlare di cattivo giornalismo, non credo infatti che chi si occupa di informazione si debba schierare a favore dell’uno o dell’altro contendente ma, nonostante le proprie idee, deve fare inchieste che diano testimonianza di quanto avviene e fornire quante più informazioni perché le persone possano conoscere e tentare di capire.
Scarse e scadenti sono invece state le informazioni fornite e è un po’ difficile pensare che molte delle omissioni o manipolazioni siano dovute solo a superficialità.
In effetti se approfondiamo ciò che succede in Ucraina e in Russia, possiamo farci un’idea più precisa e rigettare le ricostruzioni fatte dai giornalisti di entrambi gli schieramenti.
Penso sia utile ricordare schematicamente alcuni punti storici. Alla fine del IX secolo nasce il Rus’ di Kiev (i Normanni svedesi venivano chiamati Vareghi o Rus) che, dopo essersi slavizzato, si espande sempre più ad Est. Alcuni dei principali scrittori che noi definiamo russi in effetti sono Ucraini ( il più famoso è Gogol), infatti l’attuale Ucraina in parte nasce dopo la prima guerra mondiale con la caduta dell’impero russo e dell’impero austro-ungarico per essere unificata nel momento in cui entra a far parte dell’URSS negli anni quaranta.
La Crimea, dopo varie dominazioni fra cui quella bizantina e ottomana, alla metà del 1700 fu conquistata dai Russi e, sino al 1954, ha fatto parte prima dell’impero russo poi dell’Unione sovietica.
Nella capitale Odessa nel 1905 ci fu la ribellione dei marinai della corazzata zarista Potemkin immortalata nel film omonimo del regista Ejsenstejn e diventata icona dei rivoluzionari bolscevichi mentre proprio in Crimea sorgono ancora le bellissime ville dove lo zar e la sua corte trascorrevano le vacanze.
Tornando ai nostri giorni ricordiamo che numerosi appartenenti a forze naziste e di destra (che poi faranno parte del governo di Kiev) hanno partecipato agli scontri di piazza Maidan soprattutto nella seconda parte, più violenta, sostituendosi ai cittadini ucraini che avevano dato inizio alle giuste proteste contro la corruzione per rivendicare migliori condizione di vita.
Ma anche tra i secessionisti filorussi la situazione non è migliore. Alcuni dei principali esponenti appartengono anch’essi a movimenti di estrema destra di ideologia neo-nazista (Pavel Gubarev , Alexander Borodal, Igor Strelkov ecc.).
Un altro aspetto dell’informazione italiana che colpisce è lo scarso rilievo dato alla guerra civile in corso e alle numerose vittime, oltre 2000, in parte civili, ai profughi, alle violenze, ai bombardamenti ucraini sulle città dell’Est.
Nel frattempo a Kiev è stato presentato dal parlamento un progetto di legge che darebbe al Consiglio nazionale della difesa (composto dal Presidente della Repubblica, dal Presidente del Consiglio e dai Ministri della Difesa, dell’Interno, degli Esteri e dal capo dei servizi segreti) l’autorità, senza l’autorizzazione di alcuna Corte, di chiudere radio, Tv, giornali o siti internet non considerati amici.
Per terminare ricordo una notizia, riportata dal sito East journal, che non è stata riportata in Italia, a quanto mi risulta.
Il 3 e 4 ottobre si riunirà a S. Pietroburgo il Forum Nazionale Russo alla presenza di circa 1500 persone che rappresentano movimenti di destra e neofascisti ungheresi, greci (Alba dorata) francesi (Fronte nazionale di Marine Le Pen), austriaco e italiano (Forza nuova).
A questi si aggiungono rappresentanti di movimenti russi sempre di destra ma pare anche il leader del Partito Comunista russo Gennady Zyuganov.
Obiettivo dell’incontro sarà l’istituzione di un coordinamento delle forze nazionaliste europee in appoggio alla politica di Putin antiamericana che rifiuta la società liberale in nome dell’idea di nazione, identità, sovranità e tradizione.
Mi sembra chiaro che la situazione è decisamente complessa e i nostri giornalisti farebbero bene ad informarci anziché fare propaganda per gli uni o per gli altri.