Innanzitutto i drammi dell’isola
1 Gennaio 2010Rosario Musmeci
Il 2010 si annuncia drammatico per l’Isola: la crisi in atto produrrà ancora disoccupazione ed aggraverà la condizione di povertà delle famiglie sarde; il sistema produttivo vedrà le drammatiche riduzioni già annunciate, fino a prefigurare la definitiva scomparsa di interi settori della grande industria; si continuerà ad assi-stere alla pantomima di un governo regionale del tutto subalterno sia al governo nazionale sia a storiche lobbies e ben radicati centri di potere locali.
Privi di autonomia, totalmente incapaci di rappresentare gli interessi della Comunità sarda, la maggioranza di centrodestra ed il suo Presidente produrranno vuote e rituali dichiarazioni a cui non seguiranno atti coe-renti. La totale spoliazione di sovranità del popolo sardo è un dato oramai acclarato.
Sarà possibile riprendere un cammino interrotto? Riscrivere lo Statuto di sovranità, ridefinire i caratteri della Sardegna del futuro coniugandoli con i contenuti di una crisi che è nel contempo strutturale e con-giunturale, mettendo al centro delle politiche l’Istruzione e la ricerca, l’ambiente come valore identitario, il sistema rurale e le sue produzioni, l’autosufficienza energetica, l’intrapresa tecnologicamente avanzata?
Per riprendere il cammino è indispensabile rinnovare la politica, rigenerarne attese e partecipazione, pro-durre una visione strategica condivisa dalla Comunità sarda cui ancorare azioni di salvaguardia del territorio e delle sue potenzialità economico-culturali ma anche rilancio ed espansione delle eccellenze.
Per una nuova stagione di unità ed innovazione della Sinistra.
L’avvio, a Roma il 19 e 20 dicembre, del processo costituente di Sinistra Ecologia e Libertà può contribuire a dar vita ad una formazione unitaria della sinistra italiana: non un ulteriore partito della sinistra dispersa e frammentata, ma il seme dell’unità. Un progetto costituente inclusivo, aperto e libero, per affermare una nuova stagione della militanza, dell’impegno civile ed etico. Un luogo in cui poter riconciliare politica e quotidianità, pratiche di governo e forti idealità.
SEL, insomma, più che un partito è un processo: non è il fine, e neanche il luogo definitivo dove piantare le nostre tende, edificare e vedere sorgere la nostra cattedrale. Piuttosto, è la casa che oggi noi possiamo ra-gionevolmente fondare insieme facendo tesoro della saggezza e della speranza che i nostri tanti errori ci affidano. Una formazione robusta e permeabile che sceglie, con tutte le discontinuità che ciò comporta, la via della partecipazione, del dialogo e della responsabilità. Un processo che sia federale e federalista, per-ché soltanto una struttura alternativa a quella centralistica finora conosciuta ci potrà permettere di parlare la lingua del futuro, di coniugare le culture locali e le loro espressioni.
Ma ciò che conta in politica non sono le dichiarazioni di principio, bensì gli atti che vogliamo e possiamo compiere: è indispensabile perciò praticare sin da oggi la nostra missione e non limitarci a costruire il forti-no dove rinchiuderla.
Riteniamo che vi siano le condizioni, in Sardegna, per promuovere un percorso condiviso tra le diverse for-mazioni della sinistra ed oltre loro. Riteniamo che sia urgente farlo. Un percorso che si propone un obietti-vo originale, importante: che la sinistra si presenti unita con un unico simbolo, un’unica lista alle prossime elezioni amministrative in tutte le Città e le province della Sardegna, ancorando al programma comune nomi e volti rappresentativi del rinnovamento.
Sinistra Unita è dunque la nostra proposta politica per le prossime elezioni amministrative in Sardegna del 2010, per il futuro, per il cambiamento.
Una scelta convinta che attiva processi nuovi, non semplici cartelli per la paura che deriva dalla riduzione del 20% delle platee assembleari dei Consigli Comunali. Siano unità ed innovazione la cifra identificativa di questa scelta.
Le alleanze e le elezioni amministrative
Ci si allea per affermare il cambiamento. Solo una visione strategica comune può essere preambolo del più ampio processo aggregativo delle formazioni del centro sinistra.
Un centro sinistra coeso e aperto può battere la destra, assicurare il buon governo nei Comuni e nelle Pro-vince, piegare il governo di destra che guida la Regione, se viene percepito dalla Comunità come il grimal-dello per scardinare realmente le logiche dell’opportunismo e dei poteri forti che oggi s’incarnano brutal-mente nel berlusconismo e nei suoi succedanei, a tutti i livelli.
Perciò è senza riserve il nostro no ad alleanze a geografia variabile che alcune formazioni politiche pratica-no ed altre intendono assecondare.
Esistono le condizioni per promuovere percorsi chiari, lineari e fecondi, tra la Sinistra Unita e il resto del Centrosinistra: vorremmo perciò poter considerare il Pd un alleato prezioso e leale; vorremmo poter dialo-gare con quanti (il PSd’Az tra questi) scelgano di riconsiderare la loro posizione attuale, riconoscendo in-nanzitutto i limiti del governo Regionale e delle destre in Sardegna. Solo così sarà possibile riprendere un cammino comune.
La crisi in atto, così profonda e veemente, richiede una stagione nuova di responsabilità e coerenza, un nuovo Patto per la Sardegna, che partendo dalle elezioni amministrative prossime, riporti al governo della Sardegna le speranze e le attese del suo Popolo.