Luigi Pintor a Terralba
25 Maggio 2014Roberto Loddo
Sabato 24 maggio il teatro civico di Terralba ha ospitato un confronto partito dal convegno di Cagliari a Maggio del 2013 e intitolato “Luigi Pintor, un intellettuale scomodo”. L’incontro organizzato dall’assessorato alla cultura del Comune di Terralba e dalla redazione del Manifesto Sardo aveva l’obbiettivo di fornire una riflessione collettiva sulla figura di un pensatore “senza confini” che fu giornalista, scrittore e politico e che continua a rappresentare ancora oggi un patrimonio di idee utili per comprendere criticamente il presente e importanti per tutte le donne e gli uomini che si impegnano per la trasformazione dell’ordine delle cose esistenti.
Un confronto introdotto dal consigliere comunale Alessandro Cauli che ha rappresentato le più importanti fasi politiche della vita del fondatore del Manifesto e aperto dal giornalista Ottavio Olita che ha descritto la figura del “letterato” Pintor e attraverso alcune letture ha fotografato la dimensione del giornalismo di Pintor. Il Manifesto infatti non è stato solo il quotidiano che ha cercato di rappresentare l’esperienza politica delle nuove sinistre, ma è anche stata una scuola per tante firme importanti del giornalismo italiano. La lezione di Pintor è stata sopratutto quella di considerare l’informazione come uno strumento di formazione e trasformazione della società, non un privilegio dei giornalisti, ma un mezzo di trasmissione di una grande rivoluzione culturale. Marco Ligas, direttore del Manifesto Sardo ha descritto il legame tra Pintor e la Sardegna e la figura di Luigi Pintor come leader politico. Un legame iniziato a Cagliari nei suoi primi 15 anni di vita, poi ci furono il trasferimento nella capitale, i primi lutti, la guerra, la scelta partigiana e comunista e il rientro in Sardegna deciso dal Pci a causa della grave colpa del dissenso. Un dissenso partito dalla sinistra del Pci negli anni ’60, la stessa sinistra che si opponeva alla burocrazia e alle procedure repressive con cui il comitato centrale del Pci deliberò la radiazione dal Partito. Parallelamente alla sua radiazione nasceva una galassia di movimenti, un grande orizzonte di partecipazione critica contro il dogmatismo del Pci incrementato fortemente dalla rivolta di Budapest e dalla primavera repressa di Praga. L’intento della giornata di Terralba non è stato semplicemente commemorativo e non si è limitato solo al ricordo e alla testimonianza di chi l’ha conosciuto, ma ha generato un dibattito sul presente e sul futuro della sinistra. Gli interventi del pubblico hanno sottolineato l’esigenza della costruzione di una sinistra radicalmente diversa da quella che Luigi Pintor considerava già morta in uno dei suoi ultimi editoriali: “una quercia rotta e margherita secca e ulivo senza tronco”.
Il dossier 9 del manifesto sardo, speciale Luigi Pintor