Inversione di tendenza?
17 Maggio 2011Red
Davvero questa tornata elettorale ha dato una spallata decisiva al berlusconismo? Forse è ancora presto per dirlo, ma certamente ha assestato un colpo di non lieve entità a Berlusconi, alla sua arroganza, al suo populismo mediatico, alla corruzione praticata come sistema di conquista e di mantenimento del potere. Il risultato di Milano è clamoroso non soltanto perché non è stata vincente la calunnia contro gli avversari politici, ma soprattutto perché ha confermato l’esistenza di incrinature consistenti all’interno dei gruppi di potere che, sia a livello economico che politico, da almeno vent’anni hanno amministrato la città. Insomma la Lega Nord ha poco da stare tranquilla nel rapporto col Pdl: la dipendenza che ha mostrato nei confronti del cavaliere, nonostante alcuni tentativi velleitari di resistenza e di rivendicazioni territoriali, ha sempre dei costi da pagare.
Ma non è solo il risultato di Milano che legittima l’ipotesi di una possibile inversione di tendenza del quadro politico nazionale. Sono stati più di 12 milioni i cittadini che in questi giorni sono stati chiamati alle urne, le elezioni hanno coinvolto tutto il paese. Ebbene, la tendenza generale, sebbene non abbia dappertutto le stesse dimensioni registrate a Milano, è la stessa: il Pdl subisce una sconfitta.
Questo risultato si coglie anche in Sardegna dove due città simbolo del dominio delle componenti conservatrici e berlusconiane, Cagliari e Olbia, hanno registrato risultati inattesi, soprattutto nelle loro dimensioni: a Cagliari il candidato del centro destra è stato sopravanzato da Massimo Zedda, candidato del centro sinistra, per cui si andrà al ballottaggio; a Olbia, il candidato sostenuto da Berlusconi è stato sonoramente battuto dal suo avversario sostenuto da un ampio schieramento di centro destra e centro sinistra che ha incluso anche SEL. Non dimentichiamo che le aspettative su Olbia da parte del Presidente del Consiglio erano le stesse che aveva su Milano: vincere, soprattutto pensando di vincere in casa. Invece ha perso, persino ad Arcore.
Sicuramente Milano, Cagliari, Olbia sono situazioni diverse l’una dall’altra per l’importanza che rivestono, per la natura delle coalizioni, per la linearità o l’ambiguità delle alleanze che si sono formate (e di questo dovremo discutere in modo più approfondito); è indubbio però che in tutte queste realtà la tendenza è stata unica: la sconfitta del centro destra.
Altri temi importanti si evidenziano: i risultati della sinistra, la prova non brillante dell’indipendentismo, le varie anime del centro e della destra. Ci sarà tempo per analizzarli meglio, soprattutto con spoglio definitivamente concluso ed elaborato.
Come già abbiamo anticipato ieri, ci sembra opportuno soffermarci ancora sull’esito del referendum sul nucleare per sottolineare l’importanza della risposta data dal popolo sardo. Il rifiuto per il nucleare è netto, questa decisione è stata presa in modo plebiscitario: il 97% dei votanti non lo vuole e nessuna argomentazione sulle caratteristiche antisismiche della Sardegna può essere usata per violare l’esito del referendum.
Essendo convinti che l’avversione dei sardi per il nucleare non si limita alla sua ubicazione in Sardegna riteniamo che sia importante mantenere vivo l’impegno perché lo stesso esito si abbia per i referendum del 12 giugno.
17 Maggio 2011 alle 22:24
Come contro il nucleare, contro il governo deleterio e antidemocratico di Berlusconi: bisogna pensare e agire per vincere. Il resto viene dopo.