Islam e immigrazione: una realtà distorta
16 Febbraio 2015Matteo Meloni
Nel tardo pomeriggio di sabato 14 febbraio le agenzie di stampa hanno iniziato a riportare la notizia dell’attacco ad un bar di Copenhagen nel quale si svolgeva un dibattito, dal titolo “Arte, blasfemia e libertà di stampa”, alla presenza del vignettista Lars Vilks, e dell’Ambaciatore francese, Francois Zimeray: diversi colpi di pistola hanno raggiunto il locale, causando la morte di un uomo e il ferimento di tre poliziotti. La notizia, ripresa dai principali media italiani, è stata diffusa dall’edizione on line della Repubblica con un articolo dal titolo Terrorismo: a Copenaghen spari a convegno su Islam, un morto. “Volevano rifare Charlie Hebdo”, nel quale si spiegava che “il terrorismo di matrice islamica attacca di nuovo la libertà di parola”. Il Corriere.it raccontava come “L’attentato sembra avere una matrice islamica”. In questo modo, senza nessuna certezza riguardo agli autori dell’attentato, i due principali quotidiani italiani si sono sbilanciati nel fornire informazioni prive di fondamento ai lettori, incrementando la percezione negativa verso un’intera comunità di fedeli.
Eppure non è avvenuta la stessa copertura mediatica per la macabra esecuzione di tre cittadini statunitensi di fede musulmana consumata nella cittadina di Chapel Hill l’11 febbraio: il killer, Craig Stephen Hicks, che su Facebook si dichiarava ateo, e postava regolarmente foto e status contro le religioni, avrebbe ucciso Deah Shaddy Barakat, Yusor Mohammad Abu-Salha, e Razan Mohammad Abu-Salha per problematiche di vicinato legate ad un parcheggio. I membri della polizia incaricati alle indagini hanno dichiarato di voler approfondire le reali cause dell’omicidio, spiegando che non sembra delinearsi un hate crime. Il Presidente statunitense Barack Obama ha espresso il suo cordoglio per le vittime solo due giorni dopo l’accaduto, affermando: “La strage di Chapel Hill è stata brutale e atroce. Nessuno dovrebbe essere preso di mira per quello che è, per il suo aspetto o per il suo credo”. Le attese parole di Obama sono arrivate in seguito alle critiche del Presidente turco Recep Tayyip Erdogan che, durante la sua visita in Messico, ha dichiarato: “Se non si rilascia una dichiarazione dopo un incidente del genere, il mondo rimarrà in attesa. Le chiedo, Signor Obama, dov’è?”
La percezione di un’invasione islamica grava prepotentemente sulla popolazione, nonostante la distanza dai dati reali del numero di cittadini di fede musulmana presenti in Europa. Una ricerca condotta da Ipsos-Mori dimostra come gli europei sovrastimano la presenza islamica nel loro Paese. Francesi e belgi segnano il più alto indice nella differenza tra la reale presenza e quella ipotizzata: in Francia, i musulmani rappresentano l’8% dell’intera popolazione, ma per i cittadini ammontano al 31%; in Belgio, la comunità islamica si ferma al 6%, e i belgi credono che la loro presenza arrivi al 29%. I musulmani britannici arrivano al 5% della popolazione, contro una percezione diffusa che li porta al 21%. E in Italia? La comunità musulmana italiana rappresenta il 4% della popolazione; la percezione degli italiani è che arrivi al 20%. Irrisori i numeri dei musulmani in Polonia e Ungheria, rappresentando solo lo 0,1%: i polacchi credono che siano il 5%, gli ungheresi il 7%.
La percezione dell’impatto della popolazione immigrata è totalmente erronea tra gli italiani, che guidano la classifica nella ricerca Ipsos-Mori: i dati parlano di un 30% di stima, rispetto al vero dato che si ferma al 7%. Negli Stati Uniti il dato reale di immigrati è del 13%, contro una percezione del 32%. Seguono il Belgio – 10% reale, 29% percepito, e la Francia, con un rapporto di 10% contro il 28% idealizzato.
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