Italia 2025, Stato di diritto?

31 Gennaio 2025

[Silvia R. Lolli]

Non mi sento più di vivere in uno Stato di diritto e non lo avverto solo da oggi. Assisto all’erosione costante dei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione italiana e dalle norme internazionali dei diritti umani. Una Costituzione nata dalle macerie morali e umane della II guerra mondiale e della Resistenza italiana.

Uno Stato di diritto dovrebbe tutelare principi come l’uguaglianza (pur nelle diversità umane – non di status), la libertà…Tutelare tutti i cittadini avendo ben chiari ed applicabili/applicati i principi democratici derivati sia dal pensiero illuminista, da Montesquieu in poi che apriva la stagione democratica assembleare della prima rivoluzione francese; il fondamento delle democrazie parte dalla distinzione dei tre poteri dello Stato che devono mantenersi ben autonomi fra loro. Fondamentale è la partecipazione di tutto il popolo alla vita politica, perché non è più suddito di un potere assoluto, ma si trasforma in cittadino. Si sarebbero dovuti sviluppare i principi di libertà e di democrazia nati in epoca moderna prima in Inghilterra poi con il pensiero economico di Adam Smith che ipotizzava accanto alla concorrenza perfetta dei mercati aggiustamenti per rendere il sistema comunitario e solidaristico. Aggiustamenti mai messi in pratica, ma ricercati continuamente con lo sviluppo delle idee marxiste e socialiste…

Dalla nostra Costituzione sono stati ripresi questi principi con un bellissimo (un po’ meno per i pasticci  commessi negli ultimi anni, esempio titolo V) articolato in cui spiccano sempre due elementi fondamentali: personalismo e solidarismo.

Come proponeva il costituzionalista Leopoldo Elia la Costituzione italiana è da leggere nel suo insieme, perché ogni articolo, e quindi ogni principio, rimanda sempre ad altri articoli e quindi principi.

Utilizzare, purtroppo con uno stillicidio di atti e norme almeno da più di vent’anni, questa Carta come un documento diverso nella sostanza dall’originale, è un primo elemento che non mi fa sentire più nello stesso Stato di diritto auspicato dai costituenti. Penso alle pessime norme, sono per lo più decreti governativi (molti poi decreti legge senza il dovuto carattere di necessità ed urgenza, ma solo di opportunismo, spesso di casta) che bypassano l’organo legislativo ormai solo un contenitore vuoto di sedie comunque occupate da pochi, ma costosissimi, parlamentari. Nella passata legislatura si è mantenuta una legge elettorale che il popolo avrebbe voluto cambiare subito, perché non rispondente alla reale sovranità popolare; oggi nessuno ne parla più; intanto però si è diminuito il numero dei parlamentari accanto alle candidature di nominati da parte delle dirigenti dei partiti. Il risultato è la minore rappresentanza rispetto al 1948, perché, pur se è in atto un calo demografico, da allora ci sono circa 10-12 mln di cittadini in più. Inoltre sono di più coloro che possono partecipare al voto: quota più alta di adulti ed anziani e la maggiore età non è più a 21 anni ma a 18. Quindi in pochissimi vengono delegati a rappresentare non tutti, ma pochi per l’altra distorsione della legge elettorale con quorum e premio di maggioranza.

Tutti comunque hanno applaudito al minor numero di parlamentari, il verbo politico-populista è stato quello del risparmio (!); infatti pochi mesi dopo la nuova oligarchica legislatura ha deciso di aumentarsi gli emolumenti e si continua ad aprire a nuovi posti ministeriali con contratti costosi e senza la garanzia del merito derivante, come dice la costituzione, dai concorsi pubblici. Poi si aumentano commissioni parlamentari e quelle più importanti vedi bilancio per esempio in questi giorni) fanno fatica a lavorare anche per l’esiguo numero dei componenti, effetto perverso del calo dei parlamentari. Un Parlamento ridotto ormai a fare da passacarte, solo una corte per il sovrano… Lo stillicidio pluriennale definito anti-casta del così detto liberalismo ha poi ridotto i nostri apparati burocratico-amministrativi al soldo di chi vuole leggi per i suoi interessi, di chi fa l’imprenditore con soldi pubblici soltanto…

Controlli? Sempre meno e comunque quelli Costituzionali attaccati continuamente.

A livello politico sono pochi i veri politici competenti; le competenze spesso zero e servono per interessi per lo più dei privati; desaparecidos i principi solidaristici degli articoli costituzionali economici e dell’art. 53 sulla progressività del carico fiscale, che non a caso si trova fra i sei articoli sotto il titolo dei rapporti politici!

Nel momento in cui ci sarebbe bisogno di avere una maggior qualità culturale, politica ed etica fra le competenze di merito c’è invece quella di correre e saltare velocemente per mantenersi una sedia, non si può rimanere fuori dal giro elettorale…ma rispetto al vero gioco adolescenziale ce n’è sempre pronta un’altra; non si rimane fuori dal cerchio magico o perché si decide di anticipare la fine del proprio mandato per essere eletti in altre assemblee o perché la casta a cui si appartiene costruisce ad hoc il posto di lavoro da occupare; si parla tanto di enti inutili, ma se ne inventano sempre di nuovi e per i bilanci costosi.

Ecco la corte: comandante sempre più delineato, poi vassalli e vassallini, cicisbei più o meno aristocratici; non siamo nell’Ancien Règime pre-rivoluzionario, ma nel Nouveau Régime costruito ad immagine e somiglianza di un paese che dal 1944/45 continua ad esportare a suon di guerre o attentati la democrazia; ha deciso le sorti nostre ed europee ed oggi ci costringe a mettere a bilancio costi per un riarmo che la maggioranza degli italiani ed europei non vorrebbe, ma che accetta perché non può fare a meno di consumare e speculare come le city economiche e finanziarie hanno imposto sempre di più. Del resto, un’Europa uniti, dei diritti e del dialogo democratico, dà fastidio a chi vuole comandare nella geopolitica attuale.

L’opposizione politica? Se esiste realmente, parla…troppo spesso a vuoto; c’è sempre meno collegamento con la vita  e i problemi quotidiani.

Intanto il dovere di voto si esercita sempre di meno, ma chi si sente ancora cittadino anche localmente?

Lo Stato di diritto richiederebbe una vera democrazia.

Brevemente altri elementi.

Sempre meno presente è la libertà di stampa, più fake news, sostegno a stampa condizionata dalle maggioranza economico-politiche.

Sempre meno la libertà di opinione, di manifestazione, fra un po’ di riunione; attacco al diritto di sciopero…

Davanti alla legge c’è ancora eguaglianza, oppure si ha un numero sempre più alto di sudditi o “cittadini” di serie B?

Al suddito si possono facilmente e senza vergogna elargire le elemosine delle varie leggi finanziarie; è funzionale mantenere molti più poveri sia economicamente sia culturalmente; ritornare alle caste come scuola e università si stanno predisponendo a fare, per esempio l’interpretazione ormai storica dell’art. 34 Cost. per gli emolumenti alle paritarie… Come nel lavoro si può anche non intervenire, nonostante la legge, per i controlli sulla sicurezza…qui il suddito diventa facilmente schiavo, parola più esatta.

L’attacco continuo alle magistrature, in particolare alla Corte dei conti; uno giorno sì e un giorno sì è attaccata e delegittimata, mentre si pensano progetti di legge per eliminarla. L’iter sarebbe lungo, perché è un organo costituzionale, ma con queste istituzioni politiche meglio pensare male fin da ora, visto l’attacco continuo alla seconda parte della Costituzione, nonostante la vittoria del referendum del 2016, e visto il blitz sulla tempistica (sarebbe 3 mesi con doppia approvazione nelle due Camere) già avvenuto con la revisione dell’art. 33 Cost. quando nella seconda lettura fra Senato e Camera non sono passati i tre mesi, comunque tutti i manovratori d’accordo.

Lavori parlamentari sempre di meno, su quisquilie, visto come è andata la legge di bilancio anche quest’anno: trazione ministeriale con organi tecnici che si stanno depauperando, vedi rapporto dipendenti (previa concorso pubblici)/consulenti esterni; il vergognoso spettacolo di questi giorni  del MEF e della Ragioneria di Stato è solo uno dei tanti: attuazione del PNRR con le garanzie per  interventi e bilanci corretti per un futuro sviluppo economico a rischio. In un momento in cui si dovrebbero avere conti precisi perché il deficit è altissimo c’è invece un bilancio pubblico incontrollato (questo da molti anni) nel quale però emergono errori.

Forse sono dovuti ai “dati a piacere” che non sono come i compiti di ragioneria che si facevano a scuola, ma sono per lo più dovuti ai “dati ai piaceri” delle diverse correnti partitiche che il voto maggioritario e le liste bloccate dai board di partiti ci hanno consegnato in questo Nuovo Regime di democratura, ma che sarebbe meglio chiamare col suo nome antico: oligarchia; il passo verso la dittatura da qui è più a portata di mano. 

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