Jaime Garzòn vive

23 Febbraio 2016
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Roberto Loddo

Il manifesto sardo dedicherà la propria copertina della pagina Facebook alle vittime delle morti di Stato in tutto il mondo. Iniziamo ricordando la figura di Jaime Garzón Hernando Forero,  un avvocato, educatore, comico, attore, filosofo, politico, giornalista e mediatore di pace colombiano. Jaime Garzón Hernando Forero è nato Bogotà il 24 ottobre 1960 e morto assassinato per mano dello stato a Bogotà il 13 agosto 1999.

Una figura poco consociuta in Italia ma radicata nella memoria della società colombiana. Sopratutto quella parte di società colombiana che ha visssuto in prima persona la repressione di stato contro le voci libere e democratiche. Ci vorrebbero più persone come Jaime Garzón, un comico che riusciva a far ridere quotidianamente con la sua satira gli avvenimenti del giorno. Jaime, come ha ricordato Massimo Cavallini in un bellissimo e raro articolo sulla sua figura sul Fatto nel 2012, era una persona che faceva ridere davvero. E per questo faceva paura a tutti, dai politici ai criminali che li finanziavano i politici con i soldi della droga.

Il suo ingresso nel mondo del giornalismo colombiano farà di lui un punto di riferimento dell’umorismo politico sulla politica colombiana. Garzón non era solo un comico pungente, ma aveva promosso iniziative di pace tra il governo e i guerriglieri di sinistra, aveva organizzato conferenze stampa dei ribelli durante il processo di pace degli anni ’90 e aveva spesso svolto un ruolo di mediazione tra le formazioni armate e i familiari delle persone sequestrate dalle FARC.

Il 13 agosto 1999 è stato assassinato a Bogotà con cinque colpi di pistola da due uomini armati vicino agli studi della radio in cui lavorava, Radio Net. Durante il processo, la difesa ha denunciato la deviazione e l’insabbiamento delle indagini da parte della sezione del dipartimento di polizia D.A.S. (Agenzia di sicurezza dello Stato), in collusione con i politici di primo piano e membri delle Forze Armate.

La morte di Jaime Garzón è uno dei tanti casi mai risolti di crimini di Stato in Colombia.

 

Jaime era così consapevole del terrore che le sue parole provocavano negli ambienti paramilitari colombiani che aveva scelto la canzone che lo avrebbe accompagnato alla tomba.

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