La ballata dell’Ipocrisia, perdonaci Aylan
1 Settembre 2015Alessandra Musone
Se c’è una cosa in cui l’uomo sa dare il meglio di sé, credetemi, è il raccontarsela. Ieri emotivamente è stata una giornata intensa, compressa, spiazzante. Inizia con la scelta consapevole di voler vedere la foto del Piccolo Angioletto Aylan e leggere i vari articoli propinati, venduti ed infarinati dal proprio appetito politico dei vari e principali quotidiani.
La fotografia che vende, la fotografia che fa e farà la storia perché solo così, l’uomo, anestetizzato dalla propria ingordigia emotiva sente un breve sussulto che non lo porta a ragionare, quindi fermarsi, riflettere ma non aspetta e punta immediatamente il dito. E via il susseguirsi dei vari fotomontaggi e si sa , tutti pronti ad accusare la casta politica. Noi ci sentiamo fuori dal gioco, fuori dalla colpa.
Ed invece no, un atto di responsabilità dobbiamo farlo, averlo. Ci siamo dentro anche noi, fino al collo, me compresa.
Proseguo la giornata, ma il turbamento della foto c’è e me lo porto dentro, sapendo che condizionerà la mia giornata e infatti…
Durante un’attesa alle Poste ascolto il dialogo fra due uomini uno dei quali parla (direi anche sfacciatamente incurante degli altri) con orgoglio del suo matrimonio riesumato da qualche giorno pur avendo ancora nei pensieri l’Altra. La famosa Altra, solito copione, che lo ha fatto “sbarellare” .
“Eh si, con l’Altra ho capito cosa significa amare, ho capito cosa significa essere felici, stavo per scegliere lei ma ho avuto paura. Meglio tornare da mia moglie, è sicura, non mi crea pressioni, le ho detto una mezza verità, forse ha capito, le darò il tempo di digerire la situazione e proseguirò il mio matrimonio”
Ascolto con interesse inconscio e la mia mente va, vola, queste parole mi arrivano come pugno allo stomaco, perché inevitabilmente mi riportano alla mattinata, ai commenti ipocriti dei più rispetto alla morte del piccolo Aylan, in cui tutti omettono, nascondono, scelgono la sepoltura delle proprie azioni perché non sanno cosa balbettare innanzi alle proprie responsabilità. Allora la reazione immediata, l’azione collettiva in cui tutti si sentono Paladini della Giustizia…eppure, la maggior parte di loro sono quelli che non hanno il coraggio di fare e prendere le decisioni, sono quelli che non sanno aspettare e bruciano i valori dell’Ascolto, i valori del rispetto, i valori della verità, il Valore dell’Essere Umano. Noi siamo guerra che coltiviamo ogni giorno con la falsità, la menzogna, con l’ipocrisia. Quel bambino è il simbolo del nostro modo di essere, della nostra direzione scelta. Non basta sbandierare sui social la foto con un finto commento per pulirsi la coscienza, per poi uscire di casa e sapere di non poter fare un sorriso a chi sorrisi non ne ha più. Uscire di casa sapendo che la persona che è accanto a te non sa di vivere nella menzogna. Siamo il più grande inganno di noi stessi, dell’intera realtà che abbiamo costruito. Mi sento fuori tempo, mi sento fuori da tutto, mi sento io la diversa perché so consapevolmente da quale parte sedersi ma il più delle volte si è soli, sono sola.
Io, scusatemi, non riesco a scindere le due cose, ogni giorno con la nostra ipocrisia, con il Nostro Raccontarcela, commettiamo un omicidio, ammazziamo un valore. Non amo, nascondo. Non so agire, accuso l’altro. Ho paura soffoco l’altro. Sono infelice? Cerco baci, carezze altrove e poi anniento chi me le da e incastro nella falsità chi mi ri-accoglie. E su quest’onda decidiamo di crescere i nostri figli, sotto questa grande quantità di interferenze, di esclusione, di freddezza. La freddezza, la non scelta delle proprie azioni produce odio, violenza è anche più redditizia economicamente perché assecondiamo il gioco del qualunquismo vuoto, tipico dell’attuale scenario politico in cui Tutti Noi, Nessuno escluso siamo attori Protagonisti e Omicidi.
No, non va. Chiediamo scusa ad Aylan, partendo da lui, a quelli non fotografati, e a tutti quelli che ancora ci saranno a causa del nostro Sguardo Indifferente ed Ipocrita.
Retorica? Forse si. Ma noi ogni giorno dobbiamo vivere con la nostra coscienza non ha senso ricoverarla nelle fittizie sovrastrutture che abbiamo costruito, smettiamo di raccontarcela!
La mia giornata è terminata, faccio bilanci prima di addormentarmi: sono Colpevole anche Io.