La deprivazione sanitaria a Nuoro
16 Novembre 2021[Amedeo Spagnuolo]
La donna che sale sul palco è anziana, il viso tirato dalla lunga battaglia contro un male incurabile che da anni cerca con determinazione di combattere.
Comincia a parlare con rabbia ma ancora cerca di contenersi poi, probabilmente, la splendida giornata di sole che ha accolto sabato 13 novembre i manifestanti in piazza Vittorio Emanuele a Nuoro, suscita in lei ulteriore sdegno poiché, presumibilmente, la inducono a pensare che con le cure adeguate potrebbe ancora godere di quel sole, ma le cose non stanno così, le è stato negato il diritto a curarsi. Il capoluogo barbaricino è ormai una città a rischio perché non può garantire ai suoi cittadini il diritto fondamentale di una democrazia, il diritto alla salute, non ci sono più medici, quelli che sono andati in pensione non sono stati sostituiti, altri presi dalla disperazione di un lavoro improbo e sfiancante hanno scelto luoghi più tranquilli, sono rimasti veramente in pochi e si sono caricati sulle spalle la fatica di tutti, ma in queste condizioni non ce la possono fare.
La donna anziana con i capelli bianchi scarmigliati adesso urla tutta la sua indignazione, si rivolge con giusta durezza ai rappresentanti del governo regionale e al suo tribuno che ha fatto capire che il problema lo deve risolvere il governo centrale, ma come si fa ad abdicare in maniera così cinica al primo dovere di un Presidente di Regione ovvero garantire il diritto a curarsi ai suoi concittadini. Intanto le parole della donna sul palco ormai vengono urlate, vede tanti giovani in piazza che finalmente sono usciti dalle scuole non per andare a zonzo ma per senso civico, si rivolge a loro e gli dice di ribellarsi, di non subire passivamente questa mostruosa ingiustizia, lei tra poco non ci sarà più ma loro sono giovani ed è giusto che si battano per tutelare i loro diritti.
Una responsabile dell’organizzazione impedisce alla donna di continuare a parlare forse perché si preoccupa della sua violenta reazione emotiva che potrebbe nuocerle, forse semplicemente a causa della sua ignoranza che la spinge a togliere la parola a chi vive il problema sulla propria pelle, per cederla agli onorevoli di turno che sono venuti come sempre a fare “passerella” e a promettere con i loro “bla bla bla” ciò che probabilmente rimarrà lettera morta. È una giornata splendida, il sole caldo e intenso stride con la disperazione ma anche con il coraggio e la determinazione dei malati oncologici dell’associazione “Vivere a colori” che da settimane presidiano piazza Vittorio Emanuele a Nuoro, un presidio che sembra essere l’ultima trincea contro la barbarie che sta investendo il territorio nuorese.
Cosa rimane, infatti, a un territorio come il nostro se pezzo dopo pezzo il suo presidio ospedaliero più importante viene smantellato, reparti che una volta erano considerati d’eccellenza in tutta la regione ormai sono talmente depotenziati da non riuscire a rispondere nemmeno alle esigenze essenziali della popolazione locale. Sappiamo tutti che il problema non nasce con la giunta Solinas ma che va avanti almeno da vent’anni, ma cosa vuoi che gliene importi a un malato oncologico delle origini del problema, chi ha un tumore non ha tempo da perdere con le inutili chiacchiere dei politici, adesso bisogna risolvere il problema e in questo momento al governo della Regione c’è Solinas e il suo emerito assessore alla salute Nieddu.
Io stesso sono stato testimone, in piccolo, di questo disastro, ho avuto un problema non grave all’occhio e non sono riuscito a prenotare una visita oculistica nemmeno in intramoenia, ovviamente per la salute siamo disposti a pagare, ma niente, tutto bloccato, le liste sono troppo lunghe, ho risolto il problema solo grazie alla disponibilità di un medico in pensione, un amico insomma che mi ha seguito nella soluzione del problema. Ma che paese è questo?
Le persone che hanno bisogno di cure mediche devono arrangiarsi come possono e spesso non hanno le risorse economiche per poter rivolgersi alla sanità privata. Eppure la nostra Costituzione è molto chiara, l’art. 32 nella sua prima parte afferma: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Purtroppo è ormai noto a tutti, la più bella Costituzione del mondo rimane in gran parte disattesa ma vorremmo che in questa situazione vergognosa, unica in Italia, i nostri governanti locali e nazionali si studiassero bene quell’art. 32 del quale, forse, non conoscono nemmeno l’esistenza.
Le organizzazioni sindacali in queste settimane di mobilitazione hanno ascoltato l’angoscia e lo sconforto che accomunano tutti i reparti dell’ospedale San Francesco di Nuoro. La situazione è drammatica, le carenze di organico sono dappertutto e solo l’abnegazione e la capacità di fare rete e la solidarietà tra colleghi tiene in piedi reparti e servizi. L’elenco delle carenze è lungo e colpisce praticamente tutto l’ospedale: Pronto Soccorso, Chirurgia, Malattie Infettive e Ortopedia con solo quattro medici in servizio, la Cardiologia (che a stento garantisce l’urgenza per ischemie ed infarti), il Centro Trasfusionale (che garantisce il sangue per le trasfusioni) e la chirurgia vascolare (Aneurismi) tutte con tre medici, le Medicine che con il personale di un reparto ne gestiscono quasi tre. Ginecologia e Ostetricia in piena crisi, a rischio il punto nascita e gli ambulatori, anestesia dove mancano 11 anestesisti, la senologia con la prevenzione compromessa, la neurochirurgia e la farmacia ospedaliera allo stremo. Cosa dobbiamo pensare di questo vergognoso sfascio.
Complottismo e dietrologia li ho sempre considerati pericolosi, ma tanta indifferenza e altrettanto cinismo nei confronti di una città che ha dato i natali a grandi personaggi che hanno dato lustro alla Sardegna intera e hanno contribuito a farla conoscere nel mondo, m’inducono a pensare che, probabilmente, l’esistenza di un disegno politico finalizzato a devastare in maniera definitiva l’unico territorio che si è opposto alla barbarie leghista supportata dal Psd’az non sia una semplice idea campata in aria, ciò che però è veramente insopportabile è che questa subdola strategia venga messa in atto non tenendo assolutamente in conto il destino di migliaia di malati bisognosi di cure.