La Grecia e le fake news
16 Febbraio 2018[Daniela Sansone]
Il Governo di Syriza ha da poco compiuto i tre anni di azione politica. Un governo che, nel contesto europeo, costituisce un unicum nella storia della sinistra europea nonostante la sua alleanza con un partito conservatore. Il popolo della sinistra aveva salutato con gioia l’avvento di Syriza al potere, nutrendo la speranza che forse una autentica politica di sinistra potesse rimettere ordine a Bruxelles, luogo in cui da anni vengono prese importanti decisioni in campo economico, in barba alla sovranità dei singoli stati membri. Una speranza nutrita anche dalla sinistra italiana, che con Alexis Tsipras ha vissuto un amore politico sconfinato e folle. Ha riposto in lui non solo la speranza che l’Europa potesse “cambiare verso” ma anche quella di ridare vita ad un sinistra interna oramai senza anima. Questo, almeno fino al referendum del luglio del 2015. Perché questa data, 5 luglio 2015, non solo rappresenta il momento del riscatto democratico del popolo greco, ma anche lo spartiacque della sinistra italiana, della divisione dei duri e dei puri e delle verità o delle falsità sul lavoro del governo in Grecia. Ma è anche il punto di incontro delle crude divisioni della sinistra europea, ancora incapace di capire quale debba essere il suo ruolo.
Possiamo usare una metafora particolare per descrivere il cambiamento di rotta che si è compiuto dopo il referendum greco e la trattativa di diciassette ore che poi ha prodotto il tanto vituperato accordo. Quando chi si ama commette un errore, come il tradimento, tutto cambia. La sua persona cambia ai nostri occhi. I suoi gesti sanno di falso, le sue intenzioni diventano ambigue. E anche le sue parole hanno un sapore diverso. Sanno di falso, di cattivo. Sanno di amaro. Di quella amara verità che forse per lungo tempo, è stata lì davanti ai nostri occhi ma la furia dell’amore ce l’ha tenuta nascosta: la verità che chi abbiamo amato, non era la persona che pensavamo di amare. Ecco chi è diventato Alexis Tsipras per buona parte dei compagni italiani. L’innamorato che ha commesso la più vile delle azioni. Ha tradito. Ha tradito la purezza dell’ideologia, ha tradito le aspettative di un intero popolo. Ha tradito l’idea stessa della sinistra, tant’è vero che si è subito passati a definirlo un fascista rosso, un moderato, un esponente di centro sinistra. L’efialte che andava punito nel peggiore dei modi, puntando il dito contro ogni sua scelta e dandone una descrizione mai conforme alla realtà. Come il caso della regolamentazione dello sciopero, nell’ultimo provvedimento da poco approvato. Che come è stato raccontato, equivaleva ad una sua restrizione in pejus, un progressivo svilimento della sua efficacia. Ma poi, altro non era che una nuova regolamentazione delle maggioranze. Ed il diritto, sacrosanto non sia mai, fa ancora parte del diritto sindacale greco.
Notizie diffuse senza riflettere, senza pensare a nulla, dimenticando le tanto decantate e compatite condizioni del popolo greco, ridotto alla fame, vittima di una condizione di povertà forse rapportabile al secondo dopoguerra. Senza mai leggere nulla di articolato che non sia la velina di un blogger che ogni tanto scrive di Grecia per soddisfare un suo basso istinto informativo. Dopo aver letto il piccolo articoletto, la colpa di quelle condizioni, era improvvisamente del governo di Sinistra che era reo, agli occhi della capacissima sinistra italiana, di essere “crollato” al cospetto dei creditori, vanificando il risultato di un referendum. Accusandolo, di essere diventato il più fedele dei servitori di un sistema tecnocratico che la sinistra vuole smantellare senza mai dire come sostituirebbe.
Tutto ciò crea, un incontenibile ed incontrollabile flusso di false notizie che ha accompagnato ed accompagna ancora quanto ci giunge dalla Grecia. Dimenticando di analizzare il contesto, il contenuto delle decisioni. Dimenticando le lotte che la sinistra greca ha fatto accanto al popolo, per lunghi anni prima di prendere il potere. Questa, è un’altra cosa che viene imputata al governo di sinistra. Di aver fatto tutto questo solo perché voleva assaporare il gusto del “potere”.
Ancora oggi, la sinistra deve imparare ad effettuare i dovuti distinguo. Il potere non è la sedia del primo ministro o quella del ministro. Il potere è il sistema nel suo complesso, che ancora in Grecia è nelle mani del vecchio establishment e che la sinistra di governo cerca di epurare dalle incrostazioni di un clientelismo che per molto tempo l’ha bloccato e ha favorito il solito potentato familiare. Ecco la vera funzione della sinistra, il suo vero spirito. Uno spirito rivoluzionario se calato in un meccanismo politico contemporaneo che delle clientele ne fa un principio di vita e della corruzione un modus operandi normale. E questa lotta viene continuamente taciuta dai siti informativi. Il più grande errore, perché tra mille difficoltà non solo si cerca di riportare un sistema economico ad una condizione stabile e normale, ma si cerca di coprire quei vulnus nel funzionamento che altrimenti consentirebbero il ritorno al passato. Uno per tutti, il caso Novartis che non è nuovo alle cronache greche ma sconosciuto a quelle europee e soprattutto italiane. Un intreccio di corruzione e politica, dove a soccombere è il solo cittadino che vede negarsi diritti fondamentali come quello di curarsi. Un caso portato alla luce da Kostas Vaxevanis, un coraggioso giornalista greco già salito agli onori delle cronache per aver pubblicato la famosa lista Lagarde e che per questo ha anche scontato anche la detenzione carceraria. Le battaglie importanti della sinistra greca si concentrano proprio sul ritorno al rispetto dei diritto fondamentali del cittadino che trovano dignità e riconoscimento nella Costituzione. Una battaglia che andrebbe sostenuta e non messa in secondo piano e che rappresenta un punto di svolta per il ritorno ad una normalità ormai da troppo tempo desiderata.
Una battaglia di cui si dovrebbe avere il coraggio di raccontare, soprattutto da chi sa che la persistenza di queste autentiche patologie mette a rischio la società civile. La Grecia continua a offrire spunti di riflessione importanti per chi si riconosce nella dimensione della sinistra. Un primo, importante, è quello di smetterla di cercare un Dio della provvidenza in grado di mettere ordine nella sua confusione interna. Di un Dio da adorare momentaneamente da gettare poi via quando non corrisponde più al nostro ideale amoroso. Nutrendo e fomentando discredito intorno alla sua azione, trascurando volutamente l’informazione e abbandonando l’analisi. Ne politica e ne razionale. Perché sarebbe come chiedere troppo ad un cuore che ha subito l’onta del tradimento.