La memoria dei sardi nella resistenza
26 Aprile 2025
[Marco Sini]
Nell’ottantesimo Anniversario della Liberazione dal nazifascismo abbiamo il dovere di ricordare nomi e memoria dei sardi e delle sarde della Resistenza che alla Liberazione hanno contribuito, con particolare menzione a chi ha dato la vita.
Chi sono i sardi che hanno partecipato alla Resistenza e alla guerra di Liberazione? Quanti e quali nel continente italiano e all’estero?
Anche se non sono molti, ci sono i Partigiani sardi (e anche le partigiane sarde) che potremo definire del filone “politico”. Sono quelli che provengono dall’antifascismo politico e che lì’8 settembre si trovavano in continente, compresi quelli che provengono dalle carceri e dal confino fascista.
Sono tanti e faccio solo qualche esempio: il medico Oristanese Flavio Busonera, comunista e partigiano ucciso dai fascisti nell’agosto del 1944 a Padova; il monserratino Mario Corona, in carcere a Massa Carrara perché condannato per attività sovversive dal Tribunale speciale fascista nel 1939, che diventa comandante partigiano in Toscana e libera la cittadina di Fucecchio il 2 settembre 1944 e di questa cittadina sarà sindaco nel 1975; il cagliaritano Vittore Bocchetta, deceduto tre anni fa a 102 anni, Partigiano del CNL a Verona, arrestato dai nazisti e spedito al lager di Flossemburg le cui atrocità ha raffigurato in opere e scritti. Nel filone politico c’è anche l’avv. Giorgio Mastino del Rio, lo abbiamo ricordato il 25 aprile 2024 a Ballao con i suoi nipoti, amico fraterno di Emilio Lussu, avvocato difensore di antifascisti sardi al Tribunale Speciale Fascista negli anni 30 e poi membro del CNL di Roma in rappresentanza della DC, arrestato dalla Gestapo e in via Tasso subisce torture.
In questo filone “politico” ci sono anche le donne sarde nella Resistenza romana: Bastianina Martini Musu di GL e la figlia Marina Musu, Gappista comunista e Ines Berlinguer Siglienti, GL. In Liguria c’è Anita Carrucciu, nome di battaglia“Carla”, nata a Cagliari nel 1920, antifascista partecipe della lotta contro i nazifascisti e con lei altre cagliaritane (4) e della provincia di Sassari (11), Ines Porqueddu di Pattada e Briasco Adalgisa di Sassari “Caduta nella lotta di liberazione.
Poi ci sono, un po’ più numerosi, i soldati sardi, circa 3.500 delle diverse armi che diventano partigiani o combattenti del ricostituito Esercito del Corpo Italiano di Liberazione. Chi sono e dove sono?
Sono i soldati sardi che si trovavano con le truppe italiane di occupazione in Grecia, Albania e Jugoslavia, che sfuggiti all’arresto tedesco, si sono trasformati da invasori in liberatori di quei popoli partecipando alle Resistenze di quei paesi, come Dario Porcheddu, che saràfondatore e animatore dell’Unione Autonoma dei Partigiani Sardi, Armando Aresu di Seui, o i monserratini Flavio Argiolas e Antonio Deidda, o Riccardo Mainas di Quartucciu o Giovanni Cuccu ( il Partigiano IVO) di Samassi. InGrecia: Nico Motzo di Bolotana, Antonio Perseu e Gino Manca di Monserrato che, sfuggiti all’arresto dei tedeschi in Grecia, si uniscono alla Resistenza greca.
In questo filone politico c’è Sisinnio Mocci, di Villacidro, comunista, combattente in Spagna per la Repubblica e poi in Italia Partigiano dei GAP a Roma arrestato dalla banda Koch e consegnato alla Gestapo, morì alle Fosse Ardeatine.
Ma la maggior parte dei sardi sia delle formazioni partigiane sia del Corpo di Liberazione del ricostituito esercito italiano (quei circa 3.500 citati), è rappresentata dai militari sorpresi in continente dall’armistizio dell’8 settembre del 1943 che sceglieranno di combattere contro l’esercito tedesco occupante.
Per loro nei giorni successivi all’armistizio dell’8 settembre le alternative erano due: o stare con i “repubblichini” di Mussolini alleati dei tedeschi oppure, la seconda scelta, che moltissimi fecero, anche questa è una scelta di Resistenza, finire nei campi di concentramento in Germania come IMI (circa 4000 soldati sardi), oppure, quelli sfuggiti all’arresto dei tedeschi, passare alla Resistenza, e continuare a combattere contro l’occupante nazifascista nelle formazioni partigiane o nell’Esercito italiano di Liberazione del CNL.
Tra questi soldati delle diverse armi, carabinieri, finanzieri o poliziotti, solo per esemplificare, ci sono quelli che data la loro esperienza militare assunsero anche ruoli di comando nella Resistenza: tra loro Piero Borrotzu, comandante partigiano animatore della Resistenza in Liguria contro i nazi-fascisti e da questi catturato e ucciso nell’aprile del 1944, e a Genova una Piazza lo ricorda. Un altro esempio è quello di Nino Garau, cagliaritano, morto 3 anni fa a 97 anni e allora diciannovenne allievo ufficiale dell’aviazione, il Comandante “Geppe” della Brigata garibaldina “Aldo Casalgrandi”, che organizza la Resistenza in alcuni comuni del modenese e fu il liberatore della cittadina di Spilamberto prima dell’arrivo delle forze alleate. In Emilia ha operato anche Isidoro Frigau, soldato di Burcei, che rimane ucciso in uno scontro a fuoco con le forze nazi-fasciste nel marzo del 1944 in località Succisa nel parmense, dove un cippo lo ricorda e a cui il suo comune di nascita ha dedicato un “Belvedere Isidoro Frigau” e due anni fa una Pietra d’inciampo in un Piazza.
Inoltre, Luigi Podda, pastore di Orgosolo che promuove la ribellione di una cinquantina di soldati sardi arruolati a forza dopo l’8 settembre nell’esercito repubblichino di Salò nei pressi di Trieste, che disertano e combattono contro tedeschi. A questa tipologia di soldati-Partigiani appartengono diversi monserratini, ai quali ho dedicato scritti specifici: Nello Congiu, che muore in un conflitto a fuoco con i tedeschi a Monte San Vito (Ancona) nel giugno del 1944, e lì è ricordato con un Cippo e con una Via del Centro storico. Pinuccio Tinti, capo squadra del Battaglione Goffredo Mameli in Toscana, a Pratomagno e poi a Firenze: insieme ad altri due monserratini e a ben 6 soldati –partigiani di Quartucciu e, oltre a questi, un altro loro compaesano da ricordare è Giuseppe Pili ucciso dai fascisti a Fabriano.
In Liguria ha operato Angelo Monni di Sinnai, finanziere e comandante partigiano “Matteo”.
In Piemonte il partigiano Luigi Zurru è ucciso da una brigata nera della GR la notte della Epifania del 1945 a Villareggia (TO) dove una lapide lo ricorda.
Tra i carabinieri sardi partigiani ricordiamo Pietro Meloni di Sassari, ieri ricordato a Nuoro in un convegno e Fausto Cossu oggi ricordato alla Cineteca Sarda. A Roma hanno operato nella Resistenza diversi carabinieri sardi sfuggiti all’ “Edito Graziani” che li avrebbe deportati in Germania: tra loro i monserratini Claudio Perra e Mario Cruccu ucciso in uno dei primi conflitti a fuoco con i tedeschi il 9 settembre 1943, il giorno che ha compiuto 20 anni. A lui è intestata la caserma dei carabinieri di Monserrato. Con loro nel Fronte di Resistenza Carabinieri Salvatore Meloni di Villanova Monteleone e Enrico Zuddas di Dolianova uccisi in un agguato nazifascista, a Zuddas è intestata la Legione dei Carabinieri Sardegna e Candido Manca pure di Dolianova, martire delle Fosse Ardeatine.
Purtroppo, pochi Partigiani e Internati Militari hanno scritto o raccontato, molti di loro che sono tornati, come ho appurato di persona, al rientro non hanno mai raccontato, neanche in famiglia. Anche per questa ragione abbiamo il dovere di ricostruire le loro vicende partigiane e umane e raccontarle, di ricordare i loro nomi ed onorare la loro memoria.