La nave dei folli
23 Dicembre 2008Redazione
Prima di far visita alla nostra nave, chi farà gli onori di casa? Renato Soru ha confermato le dimissioni, e le elezioni regionali si terranno il 15 ed il 16 febbraio 2009. Cosa successe in quei giorni?
Il 15 febbraio del 2000 la centrale nucleare di Indian Point II a New York perse vapore radioattivo a causa della rottura di un generatore; il 15 febbraio del 2003 15 milioni di persone protestarono in oltre 600 città del mondo contro la guerra in Iraq: in 3 milioni nella sola Roma.
Il 16 febbraio del 1959 Fidel Castro diventò premier di Cuba, dopo aver sconfitto il corrotto Fulgencio Batista. Nello stesso giorno del 2005 entra in vigore in Italia il protocollo di Kyoto. Infine, il 15 febbraio viene festeggiata ad Arezzo la Madonna del Conforto.
Nel prossimo numero, che uscirà il 31 dicembre prossimo, i nostri commenti.
Si chiama MSC Fantasia. E’ stata scelta da Bertolaso e inaugurata da Sofia Loren. Sarà la nave del G8. Dicono le cronache che sarebbe la prima al mondo ad ospitare un hotel di lusso galleggiante. Un centinaio di suite, vasche Jacuzzi e una scala di cristallo. Maggiordomi, servizio in camera 24 ore su 24, vista mare.
Il padrone di MSC, l’armatore italo-svizzero GianLuigi Aponte, fa parte dei capitani coraggiosi riuniti da Berlusconi per la cordata CAI su Alitalia: in buona compagnia con Ligresti, Colaninno, Caltagirone, Marcegaglia e altri sinceri liberisti. Erede della ‘Lauro’, gestisce grandi crociere e rotte veloci nelle isole campane e anche sulla Sardegna. Una nave chiamata MSC Napoli perse, nel 2007, 160 container di sostanze tossiche. Un disastro ecologico nel mare della Gran Bretagna. Non ne servirebbero altri per il mare dell’arcipelago della Maddalena!
La nave del G8 ha un carico di immagini simboliche straordinario. Si contrappone agli scafi sgangherati dei migranti. Ci trasforma nella rapita Gradisca di Amarcord al passaggio dello splendore del Rex. Scarica il suo inquinamento sulle acque di un arcipelago protetto dalle norme sui parchi e segnalato dalla tentative list dell’UNESCO. L’Unesco sconsiglia gli alberghi di lusso nelle aree naturalistiche da proteggere? Ma la scelta della Regione di Soru – nonostante le opinioni contrarie di uno dei responsabili della conservatoria delle coste – è stata in favore dei patinati architetti di FestArch e degli alberghi di lusso, dei quali la nave è metafora. D’altronde, se il G8 si pone come stridente violazione della rappresentanza delle Nazioni Unite, mai da esse autorizzato alla delega, come pensare che le raccomandazioni dell’Unesco, che dell’ONU fa parte, abbiano un senso? Se tutto – sin da Romano Prodi – è al di fuori delle norme italiane ed europee, come lamentarsi se i sindacalisti della CGIL sono trattati come terroristi e non possono, poiché i lavori sono segreto di Stato, esercitare normali controlli sindacali?
Che metafora ricca e inarrivabile, questa nave. Come nei meravigliosi Nosferatu di Murnau ed Herzog, mentre la malattia si diffonde nel mondo intero si consuma sulle acque un assurdo e sontuoso banchetto. O forse si tratta di citazioni troppo nobili per una questione di cattivo gusto: ci è sembrato esagerato quello di Briatore, ma questo lo supera. Dello sfregio ai poveri e agli sfruttati di tutto il mondo, delle coste sarde come vetrina di lusso, delle stupide barzellette con le quali qualche capo di Stato zoticone ammorberà la nave dei folli e le arie dell’arcipelago, porta qualche responsabilità anche la Regione Sardegna.
Sfarzo e precarietà
Mentre la nave del G8 si prepara ad ospitare i capi di Stato e di Governo in un hotel di lusso galleggiante, nei paesi industrializzati aumentano le sperequazioni tra i redditi. Il nostro paese si colloca ai primi posti in questa classifica. Ma questo non è il solo dato negativo. Le diversità si manifestano anche al suo interno, tra regione e regione. Il reddito netto delle famiglie che vivono nel Mezzogiorno è pari a tre quarti di quello delle famiglie che vivono nell’Italia centro-settentrionale. La Sardegna può però consolarsi: il suo reddito familiare, pur essendo inferiore alla media nazionale, è più elevato rispetto alle altre regioni meridionali. Se si fa una comparazione tra i diversi strati sociali si registra (dati Istat) una stagnazione dei redditi dei lavoratori dipendenti mentre quelli dei lavoratori autonomi sono cresciuti in modo rilevante raggiungendo percentuali significative anche del 20/25 %. Non si tratta di dati che offrono particolari novità, colpisce piuttosto la loro dimensione che mette in evidenza una stagnazione della produttività del lavoro, soprattutto da parte di operai e impiegati. Assieme alla compressione dei salari va segnalato l’aumento della flessibilità del lavoro, sempre più spesso accompagnato da condizioni di precarietà. Paradossalmente, davanti a queste situazioni di malessere, le Istituzioni pubbliche reagiscono con misure tese, in modo del tutto inadeguato, a correggere gli effetti della crisi; si continua a sottovalutare l’importanza di iniziative più radicali, che siano capaci di contrastare le vere cause della crisi economica. Ci si dimentica per esempio che gli appelli al consumo non daranno alcun effetto finché non verranno adottate misure capaci di ridurre la disparità tra redditi da lavoro e da capitale, e finché i disoccupati non troveranno un lavoro sicuro. Certamente, se l’attenzione oggi rivolta per allestire gli hotel di lusso galleggianti venisse indirizzata per affrontare i temi del lavoro, le differenze sociali di cui parlano gli istituti di ricerca potrebbero essere contenute.
La Caritas e la solidarietà
La Caritas ha finalmente svelato il bandolo della matassa che avvolge la questione degli immigrati in Sardegna: con la voce del direttore don Marco Lai ha affermato che quello degli immigrati è un problema di ordine pubblico che deve essere risolto nelle sedi ministeriali. Di tutt’altra opinione è però il Vice Questore Gargiulo il quale sostiene che il problema immigrazione non interessa più la Prefettura dal momento in cui i rifugiati ottengono il visto e vengono espulsi dal CPA. Sappiamo infatti che lo Stato, afferma Gargiulo, eroga fondi verso i CPT e i CPA di tutta Italia per i giorni necessari per decidere sullo status del sans papier; poi dal giorno della sentenza, sia egli clandestino, rifugiato o detentore di un permesso sussidiario, non riceve più nessun tipo di assistenza. Lo Stato quindi lascia queste persone nelle mani delle associazioni di volontariato o alla bontà dei singoli, che come abbiamo visto sono spesso deficitarie. Don Marco Lai, nella conferenza stampa del 18 dicembre, ha assicurato che la Caritas fornisce la massima assistenza alimentare e logistica, “anche per gli immigrati, nonostante le 90 persone che usufruiscono giornalmente dei posti letto”. Peccato che questa affermazione sia stata smentita dai 90 africani che protestavano giorni fa davanti alla Prefettura: non siamo stati ricevuti, hanno detto gli immigrati, perché non siamo residenti a Cagliari! Un aiuto importante invece è stato offerto dalle parrocchie, i parroci infatti hanno fornito alloggi presso la chiesa di Sant’Eulalia e quella di piazza Giovanni, anche a costo di interrompere numerose attività parrocchiali. Tenendo conto che la Chiesa di Cagliari ha numerosi locali inutilizzati e abitabilissimi, pare opportuno che anche le istituzioni ecclesiastiche cagliaritane si adoperino per trovare una soluzione efficace, tempestiva e umana che renda meno drammatiche le condizioni di vita degli immigrati.