La necessità della pace
27 Dicembre 2024[Roberto Mirasola]
Nei giorni scorsi Volodymyr Zelensky ha rilasciato delle dichiarazioni importanti dicendo che l’Ucraina non sarà in grado di riprendersi i territori del Donbass e la Crimea.
Dopo quasi tre anni di guerra quest’affermazione avrebbe meritato maggiori riflessioni politiche da parte Europea, invece delle risposte muscolari poco praticabili. E ‘impensabile sostenere ancora i contenuti della risoluzione UE novembre 2024 con un proseguimento del conflitto sino alla vittoria Ucraina. Zelensky è stato chiaro, una vittoria sul campo è impossibile.
Purtroppo, l’U.E. mostra le sue attuali debolezze e contradizioni interne. Non possiamo non notare che la composizione della nuova commissione U.E. ha al suo interno importanti esponenti, in ruoli chiave, contrari a una soluzione diplomatica. A nostro parere non è stata una scelta felice nominare un’Estone come alto rappresentante dell’U.E. e un lituano commissario per la difesa.
La prima, Kaja Kallas, ritiene i negoziati affrettati ed esorta i governi a spiegare ai propri cittadini l’importanza delle spese per la difesa richiamando il vecchio detto “se vuoi la pace, preparati alla guerra”. Il secondo, Andrius Kubilius, ritiene che non dobbiamo temere una sconfitta della Russia in Ucraina.
L’Europa continentale, la vecchia Europa carolingia, da tempo ha compreso il valore della pace, ma non è riuscita a trasferirlo anche a coloro che nel 2004 fecero il loro ingresso nell’U.E. I timori e, le preoccupazioni dei paesi dell’est Europa, Polonia in testa, e dei baltici sono comprensibili, ma non si può pensare che la soluzione sia l’implosione della federazione russa guidata da Putin. Questa è un’idea irresponsabile che non tiene conto del caos che verrebbe a crearsi in un paese che detiene un enorme quantità di testate nucleari.
Purtroppo, mancano i Khol, i Mitterand, la Merkel e ci dobbiamo accontentare di Macron che passa dalle proposte iniziali di negoziato con ammonimento di non umiliare Putin, alle proposte di oggi con invio di militari in territorio ucraino. Certo ci sono i continui ricatti dell’alleato americano che nella vece del nuovo Presidente chiede maggiori investimenti in armi, pena lo smantellamento della NATO. E allora lanciamo una provocazione. Perché non discutiamo di difesa autonoma dagli USA con un’U.E. con un suo esercito?
È questo il momento per raggiungere finalmente un accordo di pace. La stessa Russia è in difficoltà. La Cina inizia a spazientirsi, la perdita d’influenza in Medio Oriente con le recenti vicende in Siria, il malcontento in Georgia, sono tutti segnali che non devono essere sottovalutati e che dovrebbero rilanciare una soluzione negoziale.
È interesse Europeo comprendere che dal 2022 i conflitti sono aumentati e che se non si pacifica il mondo, questi rischiano di aumentare. È chiaro che l’indebolimento russo ha portato a una caduta lampo del regime di Assad. Ma non desta una qualche preoccupazione l’attivismo di Erdogan nella regione che appoggiando e sostenendo con forza i ribelli jihadisti sta portando alla nascita di uno stato islamico? Non desta preoccupazione la subdola avanzata israeliana in territorio siriano con la solita scusa della sicurezza? È tollerabile che Israele autonomamente decida di crearsi un territorio cuscinetto?
Abbiamo bisogna di pacificazione e gli sforzi oggi devono andare in questa direzione, tre anni di guerra hanno dimostrato che nessuno può vincere sul campo, e di questo non possiamo non tenerne conto.