La pace si fa insieme
16 Giugno 2017Luisanna Ardu
E’stata inaugurata l’8 giugno nella Scuola elementare di via Venezia, la mostra conclusiva del progetto “La pace si fa insieme” realizzato presso l’I.C. Randaccio -Tuveri -Don Milani nella Scuole Primarie di via Is Guadazzonis, di via Venezia e Nanni Loi.
Uno dei principi fondamentali della nostra Scuola è la “valorizzazione delle diversità” da perseguire attraverso lo sviluppo della curiosità verso l’altro, dell’accettazione e del superamento dei conflitti, della costruzione di una cultura di pace e non ultimo dell’acquisizione di atteggiamenti di cooperazione nella relazione con gli altri. Mossi da ciò e consapevoli che la costruzione della pace è una responsabilità collettiva, che comprende anche uno sguardo più attento ai propri comportamenti e atteggiamenti nella vita quotidiana, questo anno scolastico abbiamo lavorato intorno ai temi della PACE, della SOLIDARIETÀ e della MIGRAZIONE.
Ci siamo messi in ricerca di parole, di immagini, di storie per dare corpo al diritto alla pace: un diritto talvolta disatteso e negato, difficile da riconoscere e da rappresentare. Le parole e le immagini della pace sono difficili da trovare. Ci sono più parole e immagini per la guerra che per la pace. L’attività dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze si è sviluppata intorno a tre azioni differenti, ma legate dal filo conduttore pace-solidarietà-migrazione per contribuire a sviluppare la sensibilità, la solidarietà e la consapevolezza civica delle giovani generazioni nei confronti di tali emergenze.
Nelle classi coinvolte si è promossa una riflessione e un dibattito come occasione per il confronto sul tema proposto e per consentire agli studenti dei diversi ordini di scuola di maturare un atteggiamento consapevole. Le sezioni della scuola dell’infanzia e le classi prime della primaria, hanno lavorato insieme alla costruzione dei PACIFICI attraverso un laboratorio didattico che si è configurato come un percorso di riflessione e manualità per pensare e costruire la pace.
La scuola ha così partecipato al progetto “La carovana dei pacifici” un’idea lanciata nel 2015 da Roberto Papetti presso la Casa delle Arti e del Gioco di Drizzona, nel ricordo di Mario Lodi e promosso dalla Rete di Cooperazione Educativa che ha messo in marcia in tutta Italia, queste truppette di pace: quest’anno una piccola delegazione della Carovana è arrivata al Museo della Pace di Gernika (Spagna), in occasione dell’ottantesimo anniversario del bombardamento della città basca rasa al suolo, il 26 aprile 1937, dall’aviazione tedesca e italiana durante la Guerra Civile.
Il percorso metodologico seguito in alcune classi ha preso il via dalla lettura della poesia “I giusti” di J. L. Borges, in altre dalla lettura della storia “Il soldatino del Pim Pum Pà” di Mario Lodi, per arrivare alla realizzazione di un gruppo di figure che hanno dato forma alla carovana di Pacifici, personaggi portatori del valore della pace. Stimoli per scrivere un pensiero, un’emozione, un desiderio, un piccolo libro e naturalmente per sollecitare la riflessione sull’argomento pace.
Gli alunni sono stati guidati verso la consapevolezza che ogni persona può e deve costruire la Pace coltivando sentimenti di accoglienza, condivisione e tolleranza, applicandoli nei comportamenti quotidiani. Le classi seconde, terze, quarte e quinte della scuola PRIMARIA hanno lavorato sul territorio al progetto CI SON PIù POSTI CHE STRADE realizzato in collaborazione con l’associazione Efys Onlus e l’associazione Sardinia Open Data, finalizzato alla conoscenza attiva e partecipativa della città di Cagliari attraverso una serie di esplorazioni ispirate dalle tre parole chiave che guideranno il percorso: pace, solidarietà, migrazioni. Attraverso il contatto diretto con la citta ed i suoi luoghi significativi gli studenti hanno avuto la possibilità di fare esperienza sul campo e rielaborare poi in classe le informazioni acquisite attraverso conversazioni, letture e riordino dei materiali prodotti. Ogni classe, a seconda della parola chiave attribuita ha sviluppato un personale percorso di riflessione per pervenire alla costruzione di una mappa del luogo esplorato.
“Raccontare uno spazio, un luogo, un territorio attraverso sistemi di mappatura collaborativa è un modo per approfondire quegli spazi, luoghi e territori: conoscerne le risorse, l’ambiente e tutte le realtà che ci vivono. La mappatura ci permette di arricchire una zona di informazioni e storie, offrendole in maniera tale che siano libere, fruibili e riutilizzabili. Si tratta del concetto di Open Data: informazioni e dati fruibili, pronti per essere trasformati in servizi utili alla collettività.” (da: Progetto Efys Onlus)
Le classi seconde e terze della scuola secondaria hanno partecipato al progetto linguAccogliente che ha visto protagonisti i ragazzi e le ragazze della nostra scuola in attività volte all’insegnamento della lingua italiana ai bimbi migranti ospitati nel centro di prima accoglienza di Santa Maria Chiara a Pirri, con il supporto dei docenti e dei genitori volontari che hanno appoggiato e sostenuto l’iniziativa con entusiasmo e solidarietà favorendo la partecipazione dei propri figli oltre l’orario scolastico. Durante l’attività si sono alternati momenti di lavoro di lavoro individuale, a coppia, di gruppo. Si è proposto l’uso della narrazione orale e della scrittura dei linguaggi espressivi: musicale, grafico-pittorico, plastico e motorio. C’è sempre stato un momento dedicato al cibo, alla merenda tutti insieme come benvenuto della comunità ospitante verso gli ospiti venuti da lontano.
All’interno del gruppo di lavoro si è perseguita la metodologia del confronto sull’esperienza, per portare a consapevolezza di tutti le strategie necessarie per affrontare ciò che è ancora sconosciuto. Si è lavorato per fornire strumenti in grado di favorire i non alfabetizzati, i non parlanti la lingua italiana, l’accesso al mondo dei significati e lo sviluppo della propria competenza comunicativa. Il tutto si è svolto in un clima gioioso, ma non per questo semplice.
L’ esperienza di contatto e incontro tra lingue, ma soprattutto culture diverse vissuta in prima persona, è stata emotivamente molto intensa e ha consentito di esercitare concretamente l’accoglienza, lo scambio, l’accettazione in un laboratorio di emozioni attraverso uno sforzo di conoscenza dell’altro per scoprire la sua identità, le sue specificità, cooperando e costruendo insieme significati condivisi , rapportandosi realmente con il “corpo vivo” e non attraverso una lettura o un film, ma attraverso la fatica dell’incontro. E come dice la poetessa cilena Arinda Ojeda Aravena andiamo costruendo sogni:
“Passo a passo, pietra a pietra andiamo costruendo sogni andiamo facendo edifici pieni di speranze nuove. Passo a passo, pietra a pietra andiamo irrigando deserti di ferro, cemento e sabbia, andiamo abbattendo porte, andiamo tagliando catene. Passo a passo, pietra a pietra andiamo limando asprezze andiamo seminando la terra, perché camminando uniti abbiamo tutta la forza per metterci di fronte al mondo e cambiare la vita intera”.
Con queste parole, che bene esprimono quanto abbiamo voluto perseguire in questo anno scolastico, vi esortiamo a visitare la Mostra Finale dei lavori che i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze hanno prodotto durante quest’anno giunto al termine.
Ecco la mappa “Ci sono più posti che strade” in cui si trova il risultato multimediale dell’intero progetto.