La paura ha sempre un biscotto in tasca
1 Ottobre 2018[Rita Sedda]
Franca Falchi nasce a Sassari nel 1965, laureata in Scienze Naturali, lavora per diversi anni nel Parco Nazionale dell’Asinara come guida naturalistica e nelle scuole sarde di ogni ordine e grado come esperta di educazione ambientale. Ama disegnare a mano libera e dimostra una passione per la scrittura sin dalle scuole medie.
I suoi racconti hanno come protagonisti i bambini e la natura, le sue più grandi passioni. “La paura ha sempre un biscotto in tasca” è il suo primo romanzo, vincitore della prima edizione del Premio Letterario “Tene Tene”, indetto da Catartica Edizioni e dedicato alla letteratura per l’infanzia.
I protagonisti del romanzo sono tre ragazzi che durante una gita scolastica si trovano a dover gestire, senza il coinvolgimento degli adulti, una circostanza inattesa e ricca di accadimenti, che richiederà loro di sperimentarsi in solitudine, confrontandosi con le proprie paure e i propri limiti. Limiti e paure che – vedremo poi nel corso del romanzo – si trasformeranno in risorse e crescita.
La natura fa da sfondo a questa avventura, dove l’autrice descrive con semplicità e chiarezza l’ambiente entro il quale si snoda la storia. Luca, Chiara ed Edoardo, questi i nomi dei protagonisti, conducono il lettore verso una riflessione su alcuni temi di attualità sociale ed educativa rilevanti, quali il bullismo e il bisogno dei bambini di essere protagonisti, riconosciuti, prima di tutto, dagli adulti. Saranno gli stessi ragazzi a darci alcune risposte, attraverso una giornata speciale che diventa scoperta e riscoperta dell’altro e di se stessi.
L’autrice, attraverso un apparente semplicità di scrittura, si rivolge sia ad un pubblico adulto, che troverà più spunti di riflessione, sia ad un pubblico di bambini, i quali potranno ritrovarsi nei personaggi di Luca, Chiara ed Edoardo. L’elemento interessante credo sia dato dal fatto che non vi è un protagonista ma vi sono i protagonisti, con caratteristiche, bisogni e ruoli differenti, che emergono all’interno del gruppo di appartenenza, in questo caso, nell’ambiente della scuola.
Consiglio la lettura a tutti, suggerendola per le docenti della scuola primaria, come sfondo integratore in percorsi didattici finalizzati alla costruzione di un contesto condiviso da tutti, capace di ampliare la risorse dell’azione educativa.
[Rita Sedda è pedagogista e referente per l’infanzia per La Clessidra Cooperativa sociale]