La peste moderna
16 Novembre 2013Roberto Loddo
Indagine su un’epidemia (Fioriti editore) è un libro che racconta l’inchiesta giornalistica di Robert Whitaker e che descrive in maniera semplice e cristallina la letteratura scientifica sull’utilizzo delle sostanze psicoattive. Venerdì 8 novembre l’associazione sarda per l’attuazione della riforma psichiatrica ha organizzato un dibattito pubblico a Cagliari con la partecipazione di Giuseppe Tibaldi, coordinatore scientifico del centro studi e ricerche in psichiatria della Asl n°2 di Torino e curatore dell’edizione italiana dell’inchiesta di Whitaker. Un libro inchiesta che rompe il tabù dell’utilizzo massiccio dello psicofarmaco nel trattamento della sofferenza mentale mettendo in discussione gli effetti e i rischi. Whitaker analizza la ricerca americana della Harvard University che ha evidenziato come negli ultimi 20 anni si sia registrato un peggioramento degli esiti dei pazienti schizofrenici negli USA. Una situazione peggiore di un secolo prima. Anche i dati dell’O.M.S. sottolineano come l’evoluzione della schizofrenia sia migliore nei paesi poveri come l’India e la Nigeria rispetto agli USA e i Paesi sviluppati. La ricerca di Whitaker mette in luce gli enormi affari della potentissima industria farmaceutica attraverso una semplice e banale domanda. C’è qualcosa che non va? C’è qualcosa che non va, se la cultura della salute mentale nel mondo non è ancora considerata come un bene comune? C’è qualcosa che non va se i nostri servizi pubblici si limitano a fare prestazioni ambulatoriali psichiatriche?
La peste moderna la definisce l’autore, che è un giornalista americano conosciuto in tutto il mondo per i suoi articoli e le sue inchieste sulla psichiatria. Una peste moderna cresciuta in dimensioni ed estensione sempre più importanti negli ultimi 50 anni che ogni giorno trasforma in invalidi 850 adulti e 250 bambini. Numeri allarmanti che riguardano solo i malati più gravi, cioè le famiglie che acquisiscono il diritto di ricevere l’assegno di invalidità dal governo federale.
Una vera e propria epidemia che ha rimodellato la società degli ultimi 25 anni attraverso un manuale che ha determinato la cultura della centralità del farmaco, come la definisce l’autore.
Indagine su un’epidemia è un libro utile anche per una riflessione sul nostro sistema della salute mentale in Italia e in Sardegna. Una riflessione sullo stato di quel grande processo di cambiamento e trasformazione iniziato con la legge di riforma psichiatrica 180. Ancora tanto si deve fare per continuare un percorso di miglioramento dei servizi di salute mentale che orienti le pratiche e le risorse verso processi di ripresa, di riconquista dei diritti e dignità delle persone che vivono l’esperienza della sofferenza mentale.
Con questo libro l’Asarp ha avuto l’opportunità di discutere del diritto alla partecipazione delle persone ai percorsi di cura e di ripresa della salute. Una partecipazione responsabile e consapevole che possa promuovere un diritto troppo spesso dimenticato dalle istituzioni e dalla società, il diritto alla guarigione.
17 Novembre 2013 alle 07:56
In Italia, con la legge Basaglia che chiude i ghetti dove erano ammassati degli esseri umani, si crede di aver risolto il problema dei disagi mentali di tanta povera gente. Io credo invece, che quella legge abbia tolto dignità a quest esseri che non potendo contenere la loro ansia, e non trovando nelle famiglie d’origine persone preparate ad affrontarle, siano emerse delle tragedie impossibili da gestire. I centri d’igiene mentale, pur facendo del loro meglio, a volte sono costretti a praticare al paziente, un farmaco a lungo rilascio che li rende non più presentabili nella società, ma zombi riconoscibili ed additati come avanzi di manicomi. Giusto sarebbe stato, migliorare le condizioni igieniche ambientale per i pazienti e continuare ad avere un punto a cui rivolgersi in caso di emergenza.
20 Novembre 2013 alle 09:39
Ogni volta che parliamo di salute mentale, ci rivolgiamo solo al singolo individuo interessato, al percorso di cura dovrebbe essere resa partecipe, la presenza affettiva della famiglia con il suo sapere esperienziale, degli amici, dei conoscenti….. Fare insieme, “integrando tutte le forze possibili, per non sentire che non sono soli nella loro fragilità, riparando gli errori e costruendo un futuro più solido…….