La resistenza palestinese non si reprime
12 Ottobre 2024[red]
Pubblichiamo la nota dell’Assemblea studentesca per la Palestina di Sassari che ha convocato una manifestazione per questa sera (Sabato 12 ottobre) in Piazza d’Italia a Sassari alle 17:00, dove partirà un corteo che passerà per le vie di Sassari e terminerà in Piazza Fiume.
“Non chiamatela terrorismo, chiamatela col suo nome: Resistenza”. Ad un anno dal 7 ottobre, il movimento per la Palestina di Sassari torna nelle piazze per mostrare il proprio sostegno e la propria solidarietà al popolo palestinese. “Il popolo palestinese ha dimostrato e continua a dimostrare a tutte e tutti noi cosa significa resistenza. E lo fa da 365 giorni e 76 anni, nonostante i tentativi di insediamento da parte dell’esercito sionista, nonostante la violenza perpetrata sulla popolazione civile da decenni, il popolo palestinese continua a resistere. E i politici occidentali e i media continuano a chiamarli terroristi. Lo troviamo inaccettabile”, affermano gli studenti e le studentesse del movimento.
In un anno di occupazione e violenze, il numero di morti civili è arrivato a 50 mila per quanto riguarda Gaza, mentre il conflitto si è allargato anche su Libano e Siria. In Libano, in particolare, nelle ultime settimane l’esercito israeliano ha avviato campagne di bombardamenti a tappeto, uccidendo migliaia di civili, e arrivando addirittura a colpire basi delle nazioni unite, come avvenuto il 10 ottobre nelle basi UNIFIL.
“L’impunità verso Israele è vergognosa” dicono gli studenti del movimento. “Israele attacca e uccide civili in maniera indiscriminata, distrugge ospedali, scuole ed università, blocca gli aiuti umanitari, toglie l’acqua potabile e l’elettricità e istituisce colonie illegittime occupando territori che non gli spettano. E questo non succede dal 7 ottobre, ma da quando è nato lo stato di Israele. Questo è terrorismo, non la resistenza palestinese. Vogliamo che le istituzioni italiane e sarde riconoscano pubblicamente i crimini di Israele, che taglino qualsiasi tipo di accordo che possa dare supporto alle IDF, che le Università sarde recidano le collaborazioni con la fabbrica di armi Leonardo SpA e che venga dato supporto al popolo palestinese”, dichiarano.
Il movimento si dichiara pronto a continuare le sue attività per mettere pressioni alla politica e alle istituzioni, e denuncia con forza la repressione attuata dal governo Meloni verso i manifestanti. “Quanto accaduto a Roma il 5 ottobre è antidemocratico e vergognoso. “ dichiarano, “la repressione è arrivata anche qua in Sardegna, dove a Cagliari hanno provato ad impedire un corteo, mentre a Sassari hanno proprio impedito di manifestare in qualsiasi modo il 7 ottobre, imponendoci come prima data disponibile il 12 ottobre. Ma noi non ci faremo intimorire, la loro repressione non può fermare la resistenza palestinese e libanese”.