La salute prima di tutto, anche prima dell’inceneritore di Tossilo
15 Febbraio 2025[Mario Fiumene]
Dopo anni di interruzione dell’attività il Consorzio Tossilo Spa che gestisce “il termovalorizzatore” presente presso il comune di Macomer, nella zona industriale di quel Comune nota con il nome Tossilo, aveva ottenuto il benestare alla riapertura. Ma improvvisamente è arrivato un nuovo fermo macchina.
Mancano i requisti, per cui l’avvio col collaudo degli impianti di Tossilo viene bloccato dalla Provincia di Nuoro. Sono circa venti le criticità riscontrate e risultano contenute in una lettera inviata al Consorzio Industriale di Macomer, per conoscenza al presidente della Regione e ai vari assessorati, al Prefetto, al sindaco di Macomer, Arpas, Asl di Nuoro, alla Tossilo Spa, ai Vigili del Fuoco e altri enti.
Nella comunicazione la Provincia annota che: «per quanto di propria competenza, non sussistono ad oggi le condizioni per poter dare corso all’accensione dell’impianto per il collaudo tecnico e amministrativo». Eppure è recentissimo il collaudo, con data 30 gennaio 2025, che avrebbe consentito il conferimento da parte di 147 Comuni del Nord dell’isola. Quella autorizzazione al riavvio aveva riaperto il dibattito e molti cittadini stavano manifestando le loro perplessità. Anche la politica locale ha preso varie posizioni: vari Sindaci dei comuni del Marghine hanno rilasciato dichiarazioni comparse sulla carta stampata regionale.
Lo stesso primo cittadino del Comune di Macomer ha rilasciato dichiarazioni a mezzo stampa: «credo che l’intervento della Provincia rientri nella logica legata alla tutela dell’ambiente e delle comunità, occorre partire con tutte le carte in regola e non con le emergenze. Le normative bisogna rispettarle». Ancora il sindaco Uda a Sardiniapost del 7 febbraio: «la salute dei cittadini viene prima, vorrei che le cose fossero fatte bene».
Come se far partire un inceneritore con la benedizione della Provincia e dei Sindaci per i requisiti rispettati sia una garanzia per ambiente, salute e risorse del territorio
Puntuale è la presa di posizione di ISDE Sardegna, l’Associazione medici per l’Ambiente che attraverso il suo Presidente Domenico Scanu ribadisce la posizione Europea in merito all’incenerimento:« L’incenerimento dei rifiuti è superato anche dalle ultime indicazioni Europee (il 10 febbraio 2021 il Parlamento Europeo ha approvato nell’ambito del “dispositivo per la ripresa e la resilienza” una normativa valida per tutti i Paesi dell’Unione che sposta tutti gli incentivi per l’incenerimento e per le discariche dei rifiuti (fase terminale dello smaltimento), al loro recupero/riciclo/riutilizzo per ridurne drasticamente il quantitativo inquinante e realizzare una vera Economia Circolare, con riduzione delle emissioni di gas serra per un contrasto al riscaldamento climatico.
Le politiche della Comunità Europea sono orientate all’economia circolare e si traducono anche in vantaggi economici. Secondo gli studi della UE, un uso più efficiente delle risorse lungo l’intera catena produttiva potrebbe ridurre il fabbisogno di fattori produttivi materiali del 17%-24% entro il 2030, con risparmi per l’industria europea dell’ordine di 630 miliardi di euro l’anno. Bruciare i materiali contenuti nei rifiuti significa dover estrarre nuove materie prime per produrre nuove merci (magari “usa e getta”) con un impatto ambientale che non è limitato al singolo impianto di incenerimento ma che percorre tutta la filiera produttiva, dall’estrazione, alla trasformazione, alla commercializzazione delle merci e si riattiva ad ogni accensione».
Nel panorama desolante di quella che è in genere la gestione dei rifiuti in Italia, va ricordato che proprio nel nostro Paese si registrano alcune delle migliori esperienze a livello internazionale in tema di gestione dei rifiuti. Sono ben 698 i comuni ‘Rifiuti free’ che dal 2014 ad oggi hanno prodotto meno di 75 chilogrammi pro-capite di rifiuto secco indifferenziato rispetto ai circa 300 della media italiana. La Sardegna registra una crescita di +18% dal 2022 al 2023 (Fonte Legambiente). Tali risultati sono stati ottenuti con modalità diverse ma con un denominatore comune: l’impegno delle Amministrazioni e la responsabilizzazione dei cittadini, attraverso una comunicazione efficace e con politiche anche tariffarie che premiano il cittadino virtuoso.
Mentre le prime azioni di una corretta gestione dei rifiuti (riduzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio) oltre al recupero di materia (forma più alta di recupero energetico), non si accompagnano a ricadute negative per l’ambiente né a rischi per la salute umana, sia il conferimento in discarica che l’incenerimento non sono esenti da conseguenze anche gravi ed ormai scientificamente documentate con sufficiente evidenza in entrambi gli ambiti.
E’ pur vero che secondo il rapporto di ARPA Sardegna di Dicembre 2024 nella zona rurale, area di Macomer, il biossido di azoto (NO2) ed il PM10 non hanno presentato significativi superamenti presso la stazione CENMA1 (Macomer – Via Caria), ma nell’ipotesi di accensione e ripresa dell’attività di incenerimento dei rifiuti, ai fini della valutazione del rapporto tra ambiente e salute delle popolazioni, seguiremo certamente il puntuale monitoraggio sulle varie matrici ambientali finalizzato a conoscerne i trend temporali e le situazioni di inquinamento sul territorio che potrebbero avere conseguenze dirette o indirette sulla salute umana e sull’ambiente.
Ecco a tal proposito il Presidente di ISDE Sardegna richiama un precedente documento della medesima associazione: «secondo le puntuali analisi tecniche riportate nelle Osservazioni dei Medici per l’Ambiente (23/10/2014) circa il contributo aggiuntivo che darà il nuovo inceneritore di Tossilo, per alcuni componenti come i nitrossidi di azoto e zolfo, vi sarà di un incremento superiore al 10% e anche per il PM10 si prospetta un ulteriore incremento pari a 0,11μg/m3 in aggiunta al valore di base, già molto elevato di 47,7 μg/m3 rispetto ai parametri correlati al “vecchio inceneritore”; ciò potrebbe collocare Macomer tra le zone da risanare e da sottoporre a ulteriore aggravio». La preoccupazione è maggiore per le popolazioni potenzialmente sensibili, come i bambini piccoli, gli adolescenti e le donne in gravidanza, ma anche i lavoratori degli inceneritori possono essere esposti a livelli più elevati di sostanze chimiche tossiche, rispetto alla popolazione generale.
Pertanto c’è da chiedersi se il termovalorizzatore di Tossilo sia da considerare una risorsa per il futuro sviluppo di tutto il Marghine con Macomer al centro o se possa essere un ulteriore fattore di rischio per la salute delle popolazioni che vivono nel Marghine, soprattutto per le giovani generazioni.
ISDE invita pertanto i Sindaci e i cittadini del territorio ad approfondire le informazioni e creare opportune occasioni di riflessione e dibattito sulle problematiche sanitarie già fortemente correlate alle importanti e note criticità ambientali in Sardegna. La classe politica e i rappresentanti delle Istituzioni in particolare dovrebbero essere interessati a riconoscere la centralità del binomio ambiente–salute e ad affrontare e risolvere i problemi ponendosi domande corrette finalizzate a risposte scientifiche e tecnologiche corrette, oltre che economiche e di mercato. Risposte tese a minimizzare gli impatti ambientali, sociali e sanitari con l’obiettivo di determinare una diminuzione della “produzione di malati” ricorrendo a scelte sostenibili basate sulla prevenzione primaria che limitino il livello di rischio sanitario delle popolazioni.
La salute prima di tutto. La salute come priorità nell’ambito delle scelte politiche il cui criterio primario deve essere la qualità della vita e non l’interesse economico.