La Sella del Diavolo e la natura violata

2 Ottobre 2024

[Stefano Deliperi]

Cagliari, Sella del Diavolo, fine settembre 2024. Vaga, fuori da qualsiasi sentiero che non sia quello che la sua mente gli indica. Il bipede biruotato calpesta la vegetazione mediterranea con la sua mountain bike senza alcuna considerazione dei danni naturalistici che provoca.

Disinvoltamente se ne frega, come le autorità pubbliche che dovrebbero salvaguardare habitat naturali tutelati a livello europeo. Taglio della vegetazione mediterranea per aprire nuove piste per mountain bike, realizzazione di trampolini per salti, piste con solchi di erosione sempre più profondi questa è la cruda realtà di un’area naturalisticamente importante quale la Sella del Diavolo, mentre le amministrazioni pubbliche competenti – Regione autonoma della Sardegna (autorità di gestione delle aree isolane della Rete Natura 2000) e Comune di Cagliari innanzitutto – dormono i sonni dell’ignavia, in attesa magari di chissà quale ennesimo progetto tanto dispendioso quanto evanescente per la tutela concreta del bene ambientale.

Nonostante precisi obblighi di salvaguardia, nessun provvedimento di attuazione degli aggiornamenti dei piani di gestione delle ZSC che forniscono tutela – finora in gran parte solo sulla carta – al promontorio cagliaritano di grandissimo valore naturalistico e storico-culturale degradato da attività antropiche decisamente impattanti sui delicati habitat naturali. Il primo provvedimento previsto dai piani di gestione, provvisorio e di emergenza, è il divieto di transito con mountain bike per evitare ulteriore degrado della vegetazione e l’incremento dell’erosione del suolo.

Ancora in queste ultime settimane sulla Sella del Diavolo sono stati verificati tagli di vegetazione mediterranea per realizzare nuovi percorsi per mountain bike, senza che nessuno ne risponda. Sulla Sella del Diavolo, per la grande rilevanza naturalistica, sono presenti i due siti di importanza comunitaria (S.I.C.) “Torre del Poetto” (codice ITB042242) e “Monte S. Elia, Cala Mosca e Cala Fighera” (codice ITB042243) ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna e la flora.

Già il piano di gestione dei S.I.C.  “Torre del Poetto” e “Monte S. Elia, Cala Mosca e Cala Fighera”, approvato con decreto Assessore Difesa Ambiente Regione autonoma Sardegna n. 3 dell’11 febbraio 2011 prevedeva, fra le prescrizioni e indirizzi specifici, il divieto di apertura di nuovi sentieri e il mantenimento di quelli esistenti “solo al fine di una loro percorribilità pedonale”.

Da più di un anno sono stati approvati con decreto dell’Assessore della Difesa dell’ambiente del 30 marzo 2023, n.6/1225(+ Allegato)l’aggiornamento del Piano di gestione della ZSC ITB042242 “Torre del Poetto” e condecreto dell’Assessore della Difesa dell’ambiente del 30 marzo 2023, n.7/1226 (+ Allegato) l’aggiornamento del Piano di gestione della ZSC ITB042243 “Monte Sant’Elia, Cala Mosca e Cala Fighera”: fra le misure regolamentari di conservazione si afferma che “è espressamente vietato, nel sito, il transito con mezzi ciclistici di qualunque tipologia”, quindi stop alle mountain bike sulla Sella del Diavolo.Il Comune di Cagliari, come qualsiasi altra amministrazione pubblica competente, è tenuto a dare immediata esecuzione alle disposizioni.

Ma c’è di più. Le aree ricadenti nella Rete Natura 2000 (ZSC, SIC, ZCS) sono “aree naturali protette” ai sensi della legge quadro nazionale n. 394/1991 e s.m.i., come riconosciuto dalla giurisprudenza costante (es. Cass. pen., Sez. III, 15 luglio 2022, n. 27466Cass. pen., Sez. III, 11 maggio 2020, n. 14246), quindi si applicano le sanzioni previste per la violazione dei piani di gestione delle ZSC.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha, pertanto, inoltrato (30 settembre 2024) una nuova richiesta di applicazione delle sanzioni previste dalla legge n. 394/1991 e s.m.i. per le reiterate violazioni delle prescrizioni dei piani di gestione delle ZSC della Sella del Diavolo, interessando la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, i Carabinieri del Centro Anticrimine Natura, il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, la Polizia Locale.  Per opportuna conoscenza sono stati coinvolti la Commissione Europea, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il Ministero della Cultura, la Regione autonoma della Sardegna, il Comune di Cagliari, le Amministrazioni Militari titolari del compendio demaniale.

In particolare, sono stati segnalati atti e comportamenti di soggetti identificabili. Segue l’analoga istanza documentata dello scorso 27 giugno 2024. Quanto è chiaramente emerso grazie anche alla sistematica campagna per la legalità e la salvaguardia della Sella del Diavolo posta in essere dal Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) è, infatti, decisamente molto preoccupante ed è stato confermato sistematicamente dalle varie amministrazioni pubbliche competenti, salvo, poi, non tradursi in alcun atto concreto di salvaguardia.

Il valore naturalistico, ambientale, culturale della Sella del Diavolo è semplicemente straordinario. La Sella del Diavolo rientra nel demanio militare (ramo Esercito e ramo Marina) ed è tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e in parte con vincolo idrogeologico (regio decreto n. 3267/1923 e s.m.i.). Sono presenti i due siti di importanza comunitaria (S.I.C.) “Torre del Poetto” (codice ITB042242) e “Monte S. Elia, Cala Mosca e Cala Fighera” (codice ITB042243) ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna e la flora, ed è prevista qualeriserva naturale regionale “Capo S. Elia” (legge regionale n. 31/1989 – Allegato A).

Sono presenti testimonianze archeologiche di epoca punico-romana (i resti del Tempio di Astarte/Venere Ericina, resti di viabilità, cisterne puniche e rimane), i resti della Chiesetta e del Monastero di S. Elia, oggetto di una lunga campagna di scavi, le Torri costiere del Poetto e di S. Elia, i ruderi delle installazioni militari risalenti alla II guerra mondiale, tutti beni culturali tutelati dall’omonimo vincolo (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).

Il GrIG, oltre ad aver promosso con escursioni la conoscenza e la fruibilità dell’area mediante il sentiero naturalistico e archeologico della Sella del Diavolo, ormai percorso da migliaia e migliaia di cagliaritani e turisti, è fermamente impegnato in una vera e propria campagna per la legalità e la salvaguardia della Sella del Diavolo, autentico luogo identitario che non merita gli scempi e la penosa, pigra, ignavia dei poteri pubblici che dovrebbero difenderlo.

Stefano Deliperi è il portavoce del Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

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