La sinistra del punto e della virgola

17 Marzo 2025

[Amedeo Spagnuolo]

Negli ultimi anni sono stato assalito da una sensazione di stanchezza molto forte nei confronti dell’autolesionismo della sinistra, e per sinistra intendo la sinistra – sinistra quella alla quale da una vita faccio riferimento e che contribuisce a dare un ordine e un senso alla mia vita.

Adesso però credo che sia arrivato il momento di fare una riflessione seria su quel tipo di atteggiamento che, secondo me, da anni, anzi decenni, non consente al nostro paese di fare un salto di qualità importante verso la costruzione di un paese più equo e più giusto, un paese che, nei miei sogni, possa diventare un esempio reale e concreto di alternativa al sistema economico dominante oggi ovvero l’orrendo sistema tecnocapitalista che sta definitivamente soggiogando l’uomo cosiddetto “comune” alla volontà di potenza di pochi ultraricchi.

Questi, adesso, avendo a disposizione un’arma potente come la tecnologia, sperano di poter dare una spallata definitiva a tutti quei sognatori che ancora credono in un sistema che, quanto meno, riesca a coniugare una struttura economica, un tempo avremmo detto comunista, ma oggi mi accontenterei anche di una forma economica socialista, sostenuta da un sistema politico democratico. E invece, eccoci qui ancora una volta divisi e frammentati di fronte a una legittima richiesta fatta da un giornalista di grande spessore come Michele Serra che ha lanciato l’idea di dar vita a una manifestazione che ha come obbiettivo fondamentale quello di far prendere coscienza agli italiani e agli europei che è arrivato il momento che il nostro continente si emancipi dalla dittatura economico – militare degli Stati Uniti e che finalmente diventi l’Europa dei popoli costruita dal “basso” come dice Michele Serra nel testo che ha lanciato l’idea della manifestazione di Piazza del Popolo a Roma.

Mi sarei aspettato una risposta forte della sinistra e delle forze democratiche del nostro paese e invece niente, ancora una volta “ognuno per sé e Dio per tutti”. La spaccatura che ha attraversato la sinistra è stata trasversale, non ha solo messo uno contro l’altro le formazioni politiche ma ha spaccato dall’interno gli stessi partiti e le associazioni creando ancora una volta confusione e divisione tra chi sinceramente crede ancora nei valori della sinistra. Qual è l’errore fondamentale che, secondo me, questa volta è stato fatto da una parte della sinistra? Aver agganciato la manifestazione lanciata da Michele Serra con lo scellerato piano di riarmo di Ursula von der leyen.

Ma chi sostiene questo, mi chiedo, lo ha almeno letto l’appello di Michele Serra? Molti di coloro che sostengono questa posizione ostile nei confronti della manifestazione per l’Europa, la giustificano dicendo che essa è stata monopolizzata dai “guerrafondai”. Io credo invece che chi ha aderito a questa manifestazione condivide essenzialmente quello che può ormai essere definito il “manifesto” lanciato da Michele Serra, tutto il resto rientra nella normale dinamica politica nella quale i tentativi di strumentalizzazione ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Quindi per paura delle strumentalizzazioni si dovrebbe rinunciare a scendere in piazza per sostenere l’idea di un’Europa dei popoli che si emancipa finalmente dalla sudditanza dagli Stati Uniti?

Per onestà intellettuale voglio riportare però le parole di Serra a scanso di qualsiasi equivoco, egli dice: “Penso che una manifestazione di sole bandiere europee, che abbia come unico obiettivo (non importa quanto alla portata: conta la visione, conta il valore) la libertà e l’unità dei popoli europei, avrebbe un significato profondo e rasserenante per chi la fa, e si sentirebbe meno solo e meno impotente di fronte agli eventi. E sarebbe un segnale non trascurabile, forse addirittura un segnale importante, per chi poi maneggia le agende politiche; e non potrebbe ignorare che in campo c’è anche un’identità europea “dal basso”, un progetto politico innovativo e rivoluzionario che non si rivolge al passato, ma parla del domani. Parla dei figli e dei nipoti”.

Mi chiedo cosa c’è di scandaloso in queste parole, quali sono gli aspetti sconvolgenti di questo discorso che hanno portato la sinistra italiana, in tutte le sue accezioni (partiti, associazioni, sindacati e società civile) a dividersi e ad alimentare un’incredibile discussione che come sempre ha avvantaggiato le destre e i nazifascisti di tutta Europa ovvero quelli di cui la sinistra italiana ed europea dovrebbero effettivamente preoccuparsi. Insomma sono stanco di una sinistra che per i motivi più vari si concentra principalmente “sui punti e sulle virgole” e si dimentica dei problemi reali di quelli che vivono ai margini della società o sopravvivono con un salario da fame e che, osservando il vuoto che si è creato a sinistra, si lanciano, disperatamente, tra le braccia dei nazifascisti e del totalitarismo russo-americano.

Pur restando un convinto marxista, mi sembrano illuminanti le parole di Norberto Bobbio relativamente alle cose di cui si dovrebbe seriamente occupare la sinistra oggi: “Se vi è un elemento caratterizzante delle dottrine e dei movimenti che si sono chiamati e sono stati riconosciuti universalmente come sinistra, questo è l’egualitarismo, inteso, ancora una volta, non come l’utopia di una società in cui tutti gli individui sono uguali in tutto, ma come tendenza a rendere uguali i diseguali.”

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