La tortura dell’imbuto
16 Marzo 2009
Angelo Morittu
Nel Parlamento Italiano si sta recidendo un altro pezzo di libertà, cade la libertà di ogni essere umano di disporre le ultime volontà in caso di stato vegetativo permanente. Questi onorevoli signori hanno deciso che la vita umana non è nella disponibilità della persona, bensì dell’autorità costituita, sopra la persona, i suoi cari, i medici curanti vigilerà una pattuglia di poliziotti affinché la vita sia tutelata dal concepimento alla sua fine “naturale”. Dalla legge ’40 alla futura legge sul testamento biologico, è stato steso un doppio filo spinato di ipocrisia oscurantista, antiscientifica ma sopratutto anti-umana e contraria al buon senso dei cittadini sudditi.È un cruccio, un rovello un autentica paranoia riuscire a capire perché i nostri rappresentati “democratici” abbiano deciso di occuparsi di questioni tanto delicate ed intime come la tragedia della famiglia Englaro, arrivando addirittura a minacciare la mano militare, se la povera donna non avesse deciso di andarsene prima beffando tutti. Probabilmente molto dipende da quell’infelice imprinting religioso impostoci da piccoli che ci porta ad accettare i precetti vaticani giudicandoli inconsciamente positivi come “cosa buona e giusta”, ma vale anche una buona dose di superstizione e di paura della morte. Riflettere dell’ora della nostra morte è osceno, meglio accettare quello che prescrivono i filosofi papali che è noto traggono nutrimento e stipendio dalla paura della morte e dal mistero dell’origine della vita.Ma la paura dell’ignoto non è sufficiente a spiegare tutto questo fervore quando si toccano temi vicini alla sensibilità religiosa anche da parte di coloro che si dichiarano laici, la parola magica è “potere”, il vero collante dell’Italia non è la Costituzione nata dalla Resistenza ma la ben più solida e tradizionale saldatura tra potere politico e chiesa, un legame formidabile che attraversa monarchie, regimi totalitari e democrazie: In God We Trust, God Save the Queen, Dio Patria e Famiglia, Deus Salvet su Re. Senza Dio e i sacerdoti l’esercizio del potere diventa molto complicato se non impossibile, quindi molto meglio un tacito patto d’intesa e di mutuo soccorso. Il naturale principio di autodeterminazione delle persone, apparentemente innocuo per i più ingenui, è davvero dirompente per i millenari venditori di religione almeno quanto l’evoluzionismo darwiniano, non esistono punti di contatto possibili se si accetta l’uno deve negarsi l’altro, e l’organizzazione privata più grande al mondo, come la definiva Gramsci, non può permettersi cricche che potrebbero farla crollare. Passa ancora una volta il principio teologico della indisponibilità della vita umana applicato alle leggi di uno stato laico, ora tutti dovranno sottomettersi alle convinzioni dei divulgatori di suggestioni, credenti e non credenti; nessuno potrà rifiutare l’alimentazione forzata, sarà il braccio secolare dei preti a praticare la tortura dell’imbuto, vita artificial durante. Ancora una volta brillano certe anime pie del centro-sinistra, quelli liberi di votare secondo coscienza, ma talmente incoscienti da non capire che la loro libertà rovina quella degli altri, non si capisce perché tali personaggi trovino ospitalità in partiti che fondano la propria tradizione nei valori della tolleranza e della libertà, ma evidentemente è un ulteriore spiegazione della crisi della cosiddetta sinistra.