L’alba dei gessetti spezzati
4 Maggio 2024[red]
Ricorda il clima di terrore dell’oppressione della dittatura argentina, lo stile ed i modi del blitz di ieri mattina della polizia a casa di quattro persone di Ultima Generazione, ordinato dal PM Roberti (lo stesso che chiese per Ultima Generazione “l’associazione a delinquere”, poi archiviata dal Giudice del Tribunale qualche settimana fa).
Alle ore 7, la polizia si è presentata con mandato a casa di Davide, dottorando a chimica, Tania, dottoranda in psicologia, Emma, psicologa, Fede, 17enne, Isma, laureata in biotecnologie industriali, minacciando di buttare giù la porta e impedendo a qualsiasi persona di filmare, anche quando ricordato al telefono dall’avvocato che fosse loro diritto.
Tutte le persone che il 12 aprile erano state fermate dalla polizia prima dell’ingresso a Palazzo Zabarella a Padova e portate in questura insieme a un giornalista e un turista. Il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari aveva congratulato gli agenti di Padova per avere fermato gli “estremisti dell’ambientalismo” che erano “armati di gessetti”. Chissà quanti gessetti sarà riuscita a portare via la polizia ierimattina?
I fatti di ieri che hanno riguardato le persone di Ultima Generazione, confermano l’oggettività che nessun cittadino italiano è più libero e sicuro di vivere, esprimersi, e spostarsi, nello spettro delle garanzie della democrazia e dei diritti che sanciscono la Costituzione, ma che il Governo ha deliberatamente deciso di calpestare, per avviare la strada, come conferma anche la riforma costituzionale del premierato, alla trasformazione della Repubblica in una democrazia illiberale, autocratica e repressiva, rappresentata da anni in Europa dall’Ungheria di Viktor Orban, modello di riferimento del governo Meloni.
A Maggio Ultima Generazione sarà in mobilitazione per tre settimane. Questa mobilitazione non ha a che fare con la crisi ecologica di per sé, ma con il grave stato in cui versa la nostra democrazia, che in un susseguirsi di governi inetti ci presenta di fronte a una crisi epocale in mutande e con un Governo più interessato a rafforzare il proprio potere incriminando e soffocando le voci della protesta e del dissenso che proteggere i propri cittadini. Maggio non è per la crisi climatica, ma è perché meritiamo una democrazia capace di farvi fronte. Invitiamo tutti i giornalisti e le giornalisti a partecipare con noi alle grandi giornate di mobilitazione dell’11 e del 25 maggio.
La nostra richiesta è di un Fondo Riparazione preventivo, permanente e partecipato da prevedere annualmente nel bilancio dello Stato. I soldi dovranno essere ottenuti attraverso l’eliminazione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD), la tassazioni degli extra-profitti delle compagnie fossili, il taglio di stipendi premi e benefit ai loro manager, delle enormi spese della politica e delle sempre più ingenti spese militari. Per questo continueremo a scendere in strada, a fare azioni di disobbedienza civile nonviolenta, assumendoci la responsabilità delle nostre azioni, affrontando la repressione, tribunali e processi.