L’Anpi e l’ipocrisia di chi sostiene la guerra
20 Aprile 2022[Graziano Pintori]
Il XVII° Congresso Nazionale dell’Anpi si è concluso il 27 marzo scorso a Riccione, circa 400 i delegati arrivati da tutte le provincie italiane e con loro numerosissimi ospiti, in rappresentanza di partiti, sindacati e plurime associazioni democratiche e antifasciste, e tanti altri venuti dall’estero. In nome della libertà, il congresso è stato avviato con un collegamento dall’Egitto con Patrick Zaki, il quale ha caricato di entusiasmo i presenti.
Gli interventi si sono svolti in un clima aperto, libero e democratico seppure caratterizzato dai fuochi di guerra in Ucraina. Un tema, quest’ultimo, citato in quasi tutti i 125 interventi dei delegati, i quali hanno posto in evidenza la necessità di una diplomazia più incisiva tesa al raggiungimento della pace, e la contrarietà dell’invio di armi all’esercito ucraino per fermare l’intensificazione del conflitto. Inoltre, dal congresso è emersa la volontà che il prossimo 25 Aprile sia celebrato all’insegna della pace, in cui, su un manifesto stampato per l’occasione, risalta la frase, estrapolata dall’articolo 11 della Costituzione, “L’ Italia Ripudia la Guerra”.
La parzialità della scritta e il cromatismo stampati sul manifesto hanno dato adito a critiche aggressive e livorose nei confronti dell’Anpi da parte di quasi tutti i mass media. Nel caso specifico ciò che risalta sono i toni e la sostanza dei contenuti degli articoli che accomunano i giornali liberal con quelli conservatori e marcatamente di destra, nel definire l’Associazione Partigiana in piena confusione e frammentazione, tale da rifiutare la resistenza (scritta in minuscolo). All’unisono prima hanno criticato il succitato manifesto dell’Anpi, banalizzandolo per la disposizione non corretta del tricolore italiano, poi, in un crescendo di offese, scrivono che l’Anpi ha scelto di prendere le distanze dalla resistenza, quindi dalla Costituzione che i partigiani contribuirono a scrivere.
Questi commenti, che offendono l’informazione prima ancora dell’Anpi, trovano sponda in Micro Mega, il cui direttore e fondatore, Paolo Flores d’Arcais, scrive che i comunicati dell’Anpi sulla tragedia che sta vivendo l’Ucraina “lo lasciano sbigottito, stomacato oltre ogni altro aggettivo, visto il baratro di ipocrisia che distingue l’Anpi per la sua posizione ponziopilatesca”. D’Arcais chiude:” Robbaccia (con due b). Robbaccia inqualificabile di piccoli mediocri politici, forse politicanti, che con la resistenza hanno poco a che fare, con i valori della resistenza nulla”. Roba (con una b) da Francesco Storace vicedirettore del Tempo, che anche lui da buon fascista non risparmia simili espressioni contro l’Anpi.
Il direttore di Micro Mega, dal cognome sardo con privilegi di cavalierato e nobiltà, ottenuti, evidentemente, per la sottomissione del casato ai Savoia, ha scritto un libretto dal titolo: “Democrazia! Libertà privata e libertà in rivolta”, dove in quarta di copertina campeggia la scritta “Se vogliamo essere cittadini, siamo costretti a essere militanti, poiché la democrazia si regge solo sulla lotta per la democrazia”. Ricordo al D’Arcais che Democrazia è anche rispetto delle opinioni altrui, quindi un libretto (per le dimensioni) che nulla ha a che fare con quanto scritto su Micro Mega contro l’Anpi. Nel leggere questo libretto ti viene spontaneo pensare che l’autore degli scritti velenosi nei confronti dell’Anpi sia una sorta di mister Hyde, ossia un Giano bifronte che scrive in un modo ma pensa in un altro, un’ambiguità tale da non essere degno di essere un militante della Democrazia! e dell’art. 3 della Costituzione.
A questo punto credo che non sia più il caso di continuare a commentare le pesanti offese riportate su quotidiani, riviste, reti televisive e quant’altro. Una cosa è certa, questa campagna tesa a dequalificare l’immagine dell’Anpi non fa bene alla democrazia, alla pluralità del pensiero e delle opinioni soprattutto quando si discute di pace, libertà e Costituzione. La colpevole aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina è palese, come il diritto di quest’ultima a resistere all’aggressore. Ciò non toglie, però, il diritto di altri cittadini di esprimere la contrarietà all’invio di armi da parte dei paesi aderenti alla Nato, perché ritenuto un modo per partecipare al conflitto e incentivare il massacro che il popolo ucraino sta subendo. La pace, rivolgendomi all’inerzia della politica europea su questo fronte, si costruisce con atti di pace non con le armi; la guerra non è altro che una forza incomparabile che travolge tutto e tutti, alla fine della quale se qualcuno pianterà la bandiera della vittoria la dovrà figgere sulle macerie, sulla morte, sulla disperazione.
Tutte le guerre sono come le sabbie mobili, più ti inoltri più sono mortifere, più soffocano, più ti spogliano dell’umanità; quando si fermerà sarà sempre tardi perché nel frattempo i morti, le stragi, dimostreranno quanto sia banale il male e quanto sia singolare il significato della parola Pace. La Pace non è arrendevolezza, non è acquiescenza verso la prepotenza, e non è pacifismo al quale è sufficiente che uno dei contendenti soccombi rinunciando alla dignità: la Pace è quella parola che tutte e tutti hanno implorato prima di essere vittime innocenti di guerre decise sui tavoli dello scacchiere geopolitico, militare, economico, culturale del pianeta. Ha scritto Papa Francesco, a cui mi riferisco in modo laico da non credente: “La pace è dialogo, ascolto, negoziato, diplomazia creativa, politica lungimirante capace di creare un nuovo sistema di convivenza che non sia più basato sulle armi, sulla potenza delle armi, sulla deterrenza”.
Chiudo ricordando che il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo è stato riconfermato nella sua carica con due astensioni su 37 componenti il Consiglio Nazionale. Si tratta di una conferma che rende palese l’unità dell’Anpi, che trova la sua forza nella celebrazione del 25 Aprile con la frase “L’Italia ripudia la guerra”. Questo lo possiamo dire perché ci sentiamo partigiani dei partigiani, ovverosia gli eredi di un’insieme di valori che ci portano a tenere sempre la testa alta per la difesa della Costituzione e dei diritti per la Pace, la Libertà, la Democrazia. Ora e sempre Resistenza.
Graziano Pintori è il presidente provinciale dell’Anpi di Nuoro