Le elezioni del 16 giugno
1 Giugno 2019[Marco Ligas]
Il 16 giugno si vota a Cagliari ed è conseguente, per me, l’interrogativo su come votare. Confesso che non trovo facile rispondere perché, sempre più spesso, vedo che l’impegno politico e culturale di chi ci rappresenta nelle istituzioni non ha come obiettivo principale la tutela dei diritti dei cittadini, soprattutto di quelli più esposti alla crisi che attraversiamo.
Comunque, nonostante questo aspetto certo non secondario, ritengo che sia opportuno e doveroso votare. Consapevole che si vota per rinnovare il consiglio comunale di Cagliari e per eleggere il nuovo sindaco mi soffermo solo su alcuni temi che riguardano il ruolo e il futuro della città e del suo territorio; per far questo ipotizzo un dialogo, certo non con Truzzu, ma con i prossimi amministratori, sperando di sentire o di leggere, al di là delle semplificazioni che spesso caratterizzano le campagne elettorali, delle risposte programmatiche convincenti.
1. Sullo sviluppo della città. È certamente importante la tutela del patrimonio ambientale, paesaggistico e culturale pensando contemporaneamente allo sviluppo economico della città. Il cardine della mia candidatura, dice Francesca Ghirra, sta in questo progetto. Penso che sia importante quanto dice. Ma, non per una contrapposizione artificiosa, aggiungerei qualcosa di più preciso. Cagliari è una città che da diversi anni ha una popolazione costante. Non sembrano perciò necessarie nuove costruzioni abitative né nuove strutture finalizzate all’accoglienza dei turisti. Chi sostiene questi interventi, considerandoli funzionali alla ripresa dell’attività edilizia, o sbaglia le sue analisi o, peggio, intende alimentare iniziative che ben poco hanno a che vedere con la tutela del territorio. Sono funzionali piuttosto alla crescita della speculazione. Non a caso oggi sono sollecitati dal nuovo Presidente della Giunta e dal candidato Truzzu. La crisi dell’edilizia va affrontata in altri modi, anche ipotizzando il restauro delle vecchie abitazioni e analizzando le modalità per una collaborazione tra settore pubblico e singoli privati.
A Cagliari diverse strutture stanno subendo un abbandono poco comprensibile, e questa tendenza appare irreversibile. Mi riferisco sia sia a quelle ospedaliere sia a quelle militari. Perché proseguire su questa tendenza e non ipotizzare un loro uso diverso, rispondente ai bisogni di crescita culturale o di sostegno sociale a favore dei cagliaritani?
2. Sulla tutela del territorio circostante. Cagliari è ormai una città che fa parte di un’area metropolitana. Quando parliamo del suo territorio dobbiamo considerare anche le aree che si trovano oltre i confini della città. A maggiore ragione non possiamo sottovalutare le conseguenze relative alla presenza di fabbriche come la Fluorsid dove vengono depositati con regolarità rifiuti industriali, spesso contenenti sostanze ritenute mortali come il fuorsilicato. Lo stesso rigassificatore proposto a Giorgino è un’opera pericolosa la cui costruzione provoca analoghe conseguenze e preoccupazioni. Non si può essere osservatori neutrali di queste attività considerandole nuove occasioni di lavoro. La tutela del territorio e della salute dei cittadini merita altre attenzioni e la prossima amministrazione di Cagliari dovrà tenerne conto.
3. Sull’uso del territorio. Recentemente è stata diffusa la notizia di un uso improprio del porto di Cagliari. Su navi dell’Arabia saudita verrebbero caricate le armi provenienti dalla fabbrica di Domusnovas e destinate in Arabia con lo scopo di alimentare la guerra contro lo Yemen.
Eppure sarebbe possibile, attraverso il dialogo e il coinvolgimento dei cagliaritani, imporre il principio per cui il nostro territorio non può essere usato come luogo di transito finalizzato alle attività militari. È la stessa Costituzione che lo garantisce e lo impone: pratichiamolo anche attraverso una nuova e più intensa partecipazione dei cagliaritani alle scelte dell’Amministrazione.
4. Sulle attività culturali. Cagliari e l’intera Sardegna hanno un primato negativo. Per quanto riguarda la dispersione scolastica occupano i primi posti nelle graduatorie nazionali. Alcuni quartieri della nostra città sono particolarmente colpiti da questo fenomeno e rischiano di peggiorare ulteriormente.
Invertire questa tendenza è certamente difficile ma è necessario provarci. Sono indispensabili innanzitutto scelte più radicali e più organiche da parte di tutti coloro che operano nei settori della formazione. Faccio un solo esempio: nel corso degli ultimi anni la popolazione di S.Elia non è certo diminuita, eppure un po’ alla volta sono stati chiusi o ridimensionati gli asili, la scuola elementare e quella media. Che prospettiva hanno i giovani che non frequentano più la scuola? Spesso entrano nell’area del disagio e della disgregazione sociale. Senza addossare alla sola amministrazione comunale il compito di una inversione di tendenza è opportuno che anch’essa si senta investita, insieme a tutti coloro che svolgono attività culturali, della necessità di dar vita alle iniziative necessarie per uscire dalla crisi.
Non ho la pretesa di considerare i temi su cui mi sono soffermato esaustivi delle attività di una amministrazione comunale. Pur nella loro parzialità penso che sia necessario ribadirli indicando delle risposte adeguate.
3 Giugno 2019 alle 21:59
Se posso aggiungere un problema, di quotidiana importanza per la città di Cagliari e i suoi dintorni nonché per la popolazione di tutte le età, segnalerei le implicazioni e i risultati insoddisfacenti della raccolta differenziata dei rifiuti domestici. Ho sentito dire ma ho anche constatato personalmente che ci sono zone, sia in città che negli immediati dintorni (lungo certe strade ad esempio), disseminate di immondizia. Ho sentito dire di problemi di tasse, di problemi tecnici riguardo ai contenitori e di informazione insoddisfacente o confusa. Ovviamente non dappertutto, ma prevalentemente in zone periferiche. Grazie.