Lettera aperta al sindaco di Cagliari Paolo Truzzu

1 Aprile 2020
[Stefano Deliperi]

Egregio signor Sindaco,

le scrivo questa lettera aperta perché – piaccia o non piaccia a lei e a me – è il sindaco della Città dove sono nato, dove vivo e che amo moltissimo.

Come a lei piace, userò toni schietti e duri.   Molto probabilmente non leggerà nemmeno quanto le scrivo, ma ci provo ugualmente.

La sua campagna di presunta informazione su rischi e comportamenti legati alla tragica epidemia di coronavirus COVID 19 fa acqua da tutte le parti.

Fuori tempo (con toni diversi avrebbe avuto un senso a fine febbraio-inizio marzo), colpevolizzatrice della cittadinanza, priva di informazioni utili.

Proveniente, fra l’altro, da chi solo un paio di settimane fa incitava a vivere la città. Se lo ricorda?

Cartelloni, video, interviste disegnano una cittadinanza irresponsabile, fonte di contagi a dismisura, bisognosa di essere istruita come un bambino dell’asilo.

A Cagliari i contagi sono pochissimi (97 in tutta la Città metropolitana al 28 marzo 2020, non risultano reperibili dati cittadini ufficiali), i residenti in larghissima maggioranza si stanno comportando con grande senso di responsabilità, pochissime le auto in circolazione.

Afferma senza alcuna fonte dei dati che “a Cagliari ancora oggi entrano ogni giorno 57mila macchine” (L’Unione Sarda, 26 marzo 2020), dandosi anche la zappa sui piedi, visto che i veicoli in ingresso a Cagliari non sono certo dei cagliaritani che lì già vivono.

Senza contare che molte persone continuano a recarsi al posto di lavoro, viaggiano i trasporti pubblici e i rifornimenti alimentari.

Insulta e inveisce contro chi la critica, mostrando di non comprendere nemmeno la natura del cagliaritano: più strilli come un caporale di giornata e più ti prendono per i fondelli, senza usare ipocriti francesismi, e rincara la dose sul palcoscenico di Barbara D’Urso: si faccia una panoramica delle reazioni sul web e sui social network e avrà un’idea su cosa ne pensano i cagliaritani. Altro che “acide commentatrici” e “confusi giovanotti”, sono centinaia e centinaia di suoi concittadini, ci sono parecchi suoi elettori.

Lei pensa che suoi predecessori come Paolo De Magistris o, in tempi più recenti, Mariano Delogu si sarebbero comportati nello stesso modo?

Faccia, invece, qualcosa di utile e apprezzabile.

Per esempio, promuova e coordini un servizio facilmente attivabile dagli interessati di espletamento e consegna a domicilio della spesa per le tante persone anziane e poco o nulla autosufficienti che vivono in Città.

Non può essere limitato ai pochi mercati civici.

Coinvolga strutture della grande distribuzione, servizi comunali e associazioni del volontariato. Istituisca un numero verde e lo faccia conoscere, questo sì, con una campagna di informazione capillare.

Farà qualcosa di estremamente utile, rientrante nelle competenze comunali di assistenza sociale e, magari, migliorerà anche la sua considerazione fra i cagliaritani.

Con i più cordiali saluti e auguri per la nostra Città.

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