L’inciampo dello scandalo
26 Gennaio 2022[Alfonso Stiglitz]
Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria, da ventitré anni. Anni nei quali i testimoni della memoria delle atrocità fasciste e naziste, stanno pian piano lasciandoci.
La Comunità sanverese, attraverso la sua massima istituzione, il Comune di San Vero Milis, ha deciso di fare un atto importante proprio in questa data, per sottrarre la memoria all’oblio del tempo: posizionare una ‘pietra di inciampo’ davanti alla casa di Cosimo Orrù, magistrato antifascista, azionista componente del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN). Nel 1943 venne arrestato dalle Brigate nere fasciste repubblichine accompagnate dalle SS naziste. Un arresto annunciato, al quale preferì non sottrarsi con il ritorno in Sardegna, cedendo il biglietto della nave a un collega che aveva famiglia per permetterne la fuga. Deportato nei Lager nazisti, fece la sua ultima tappa in quello di Litoměřice non lontano da Praga. Qui dovette lavorare alla fabbricazione dei motori della Auto Union, oggi Audi (scandalo nello scandalo) e morì di tifo alla vigilia della liberazione del campo.
È un atto di memoria, la ‘pietra di inciampo’, ma non si ferma a quello. È una ‘pietra di scandalo’ perché quella deportazione di morte – di Cosimo e dei milioni di Ebrei, Rom e Sinti, disabili, testimoni di Geova, omosessuali e oppositori politici – non è il frutto di un male assoluto, di un mostro Golem inumano; ma di persone in carne e ossa, normali finanche banali, portatori di ideologie di morte, fascisti e nazisti, di cui sono noti i nomi e le responsabilità, alle quali troppo spesso si sono sottratti, soprattutto nella nostra repubblica.
È una ‘pietra di scandalo’ perché ci riguarda da vicino. Tra le vittime ci furono molti sardi, come Cosimo, ma ci furono sardi anche tra i carnefici; in Sardegna ci furono luoghi di deportazione, come nel caso degli omosessuali messi a lavorare in miniera e campi di raccolta, come quelli per Sinti e Rom. E la lotta di liberazione contro il fascismo e il nazismo fu anche nostra, anche se talvolta dimentichiamo, molti furono i partigiani sardi ai quali stiamo restituendo un’identità, anche se spesso nell’indifferenza politica isolana.
È una ‘pietra di scandalo’ perché su di essa dobbiamo inciampare, cadere, smurrarci, per capire che non è solo un problema di memoria. Cosimo fu vittima, drammaticamente vittima di una lunga tortura, ma fu anche attivo, da azionista, tra coloro che combattevano contro l’abominio fascista e nazista. Non solo vittima degna di vicinanza ma anche combattente contro i carnefici. Non a caso fu insignito della Medaglia d’oro alla Resistenza dopo la Liberazione.
Il problema del ‘Giorno della Memoria’ è questo, se da una parte ci stimola a non perdere la memoria, dall’altra rischia di inchiodarci alla pietà dei morti, quasi fosse un male inevitabile. È importante, invece, che con una ‘pietra di inciampo’ si superi la doverosa memoria per rientrare attivamente nella storia. Oggi che i fascisti e i nazisti (ancorché neo-) rialzano la testa, che un partito al governo della Sardegna – e prossimo al governo nazionale – ha nel suo stemma la Fiamma di Mussolini, rende indispensabile che la memoria si traduca in analisi storica e in azione politica. Tanto più importante visto che chi ci governa esita davanti ai movimenti e partiti (neo)fascisti arrivando a non applicare le leggi che pure sono state promulgate per impedire il loro ritorno al potere.
La ‘pietra di inciampo’ trae ispirazione dalla Bibbia. E devo dire che una volta tanto sono d’accordo con Isaia «laccio e pietra di inciampo e scoglio che fa cadere» (8,14), citato da San Paolo, «un sasso di inciampo e una pietra di scandalo (Lettera ai Romani 9.33). Ma i profeti erano dei gran rompiscatole (eufemismo) per citare Guccini, il sommo, per non parlare di Paolo di Tarso, uomo d’azione, non di ricordo. Avercene.