L’infinito massacro di un popolo
16 Gennaio 2013
Chi ha sparso il sangue delle tre attiviste kurde a Parigi vuole sabotare il negoziato per la soluzione della questione kurda. Tre attiviste kurde, Sakine Cansız, Fidan Doğan e Leyla Söylemez, sono state uccise a Parigi il 9 gennaio. Gli omicidi sono avvenuti in una delle vie più affollate e più strettamente sorvegliate della capitale francese. La Cansız e la Doğan sono state colpite alla testa con un’arma da fuoco e la Söylemez alla testa e allo stomaco. La polizia francese ha annunciato che le tre donne sono state vittime di un’esecuzione ad opera di professionisti.
Chi ha commesso questo brutale assassinio sapeva del controllo e ha forse agito indisturbato? Qualcuno anche in Francia ha voluto mettere in difficoltà il governo francese e il processo di pace in Kurdistan allo stesso tempo? Continua ad essere operativa la Gladio turca?
Di certo, l’esecuzione è avvenuta nel momento in cui si dava confermata l’apertura di colloqui fra il Governo turco e il leader kurdo Abdullah Ocalan al fine dichiarato di trovare una possibile soluzione politica alternativa alla violenza.
Hüseyin Çelik, parlamentare dell’AKP, il partito del primo ministro Erdoğan al governo in Turchia, ha prontamente adombrato l’ipotesi che l’assassinio sarebbe l’esito di una lotta interna al PKK, il Partito dei lavoratori del Kurdistan di cui Sakine Cansız era co-fondatrice; questo ancora prima che ci fosse una dichiarazione ufficiale della polizia francese e che fosse stata eseguita un’autopsia sulle vittime. E’ forse un tentativo di togliersi dall’imbarazzo e strumentalizzare quanto accaduto per sabotare l’avvio del negoziato e per fare pressione sul leader kurdo Őcalan e sui politici del BDP (Partito della Pace e della Democrazia) per indurli ad accettare condizioni improponibili per la pace.
Ma ancora altre domande aspettano una risposta: perchè l’attacco ha colpito le donne ed in Europa? Le donne kurde sono impegnate a fondo nella lotta per la libertà e la democrazia, e Sakine Cansız era la “Rosa Luxemburg” dei kurdi, ha dichiarato Gulten Kışanak, co-presidente del BDP. Inoltre, pochi giorni fa l’uccisione di dieci guerriglieri sulle montagne del Kurdistan. Da un lato, quindi, si avvia un negoziato, dall’altro si intende forse mandare un messaggio del tipo “possiamo eliminarvi dovunque voi siate”. C´è, evidentemente, la convinzione che l’opzione militare sia ancora percorribile!
La comunità kurda in Sardegna
Il Comitato di solidarietà con il popolo del Kurdistan