Lo psicologo a scuola

16 Novembre 2024
Rifiorire i pensieri. Murale di Fille Bertha a Cagliari, palestra di via Monte Acuto, quartiere di Is Mirrionis. Promosso dall’Ordine degli Psicologi per la Giornata della Psicologia

[Amedeo Spagnuolo]

Viviamo un tempo molto difficile, è inutile continuare a chiudere gli occhi con le banalità tipiche di chi preferisce non vedere per cercare, illusoriamente, di soffrire meno, oppure, il che è peggio, far finta di niente per motivi legati a interessi economici.

Mi riferisco a quella che ormai si può considerare una vera emergenza sociale ovvero la devastante situazione nella quale si trovano a vivere i giovani italiani in un paese che mostra nei loro confronti un totale disinteresse. La gioventù italiana si trova oggi a vivere in una situazione di forte disagio a causa di molteplici fattori che esistevano da tempo ma che adesso sono confluite in un’unica mescolanza di elementi nocivi: il lavoro che non c’è; la scarsa socializzazione; la devastante influenza dei social; la disintegrazione dei tradizionali punti di riferimento politici, sociali e religiosi; l’assenza di genitori immaturi e ancora intrappolati in una dimensione adolescenziale; i turbamenti di altri genitori assillati dal problema del lavoro e di come mandare avanti la famiglia.

Si potrà obbiettare che queste problematiche non sono nuove e che i giovani del passato, i giovani di un tempo che pensano sempre di essere migliori di quelli che sono venuti dopo, sapevano affrontare meglio le difficoltà che la vita poneva loro. Quello che non capiscono questi “tromboni” che pensano di avere sempre ragione, riguarda la situazione contestuale completamente diversa, per essere più precisi non si tiene assolutamente in considerazione il fatto che le dinamiche socio – economiche di un tempo erano, per molti aspetti, stimolanti e in continua evoluzione positiva rispetto al grigiore e all’involuzione delle nostre società ipertecnologiche.

In estrema sintesi possiamo dire che i giovani di oggi sono costretti a vivere in un mondo caratterizzato dal deserto culturale e affettivo e ciò non ha fatto altro che insinuare nella loro mente un profondo disagio esistenziale che oggi si sta concretizzando con la diffusione esponenziale di disturbi del comportamento e forme di disagio mentale che spesso portano i giovani verso esiti esistenziali estremi e, purtroppo, anche nel baratro della scelta suicidaria. Tutto ciò lo si può osservare con una certa precisione all’interno delle nostre aule scolastiche nelle quali sempre più spesso si assiste a manifestazioni di disagio piuttosto forti come frequenti crisi di panico, ansia e depressione.

Oggi nella scuola il docente si sente solo come i suoi alunni perché le istituzioni lo hanno completamente abbandonato essendo, ormai, i responsabili della politica scolastica, interessati unicamente a trasformare l’insegnante in un burocrate, cercando di continuare a smantellare, col tempo, il suo ruolo fondamentale ovvero quello di educatore e formatore. Per tutti questi motivi si rende necessaria l’introduzione, in ogni scuola italiana, dalla primaria alla secondaria di secondo grado, di una figura professionale stabilmente presente nella scuola, insomma un professionista assunto a tempo indeterminato così come vengono assunti dirigenti scolastici, docenti e personale ATA.

Stiamo parlando della figura dello psicologo che è l’unico abilitato a poter fronteggiare efficacemente il disagio mentale dei nostri giovani. Sono molti anni che si discute di questo argomento, ma i vari governi che hanno guidato e guidano il nostro paese hanno saputo solo fare proclami mentre nella sostanza tutto è rimasto come prima. Questo dimostra ancora una volta, il cinismo tipico del mondo adulto che pur di mantenere le proprie rendite di potere si disinteressa completamente delle sorti future del mondo giovanile. Certo la presenza dello psicologo nelle scuole non può essere considerata una soluzione risolutiva però, di sicuro, aiuterebbe ad affrontare meglio le problematiche che assillano le nuove generazioni. Nello specifico la presenza dello psicologo a scuola potrebbe contribuire al miglioramento del clima scolastico nei modi seguenti:

potrebbe fornire agli studenti un adeguato sostegno emotivo e psicologico, questo perché lo psicologo aiuta i ragazzi a gestire meglio l’ansia, le difficoltà relazionali, i problemi famigliari ecc. favorendo il benessere emotivo degli alunni e contribuendo a creare un clima di accoglienza e comprensione.

Aiuterebbe i discenti a prevenire il disagio psicologico attraverso percorsi educativi. Lo psicologo scolastico, infatti, affronta tematiche molto delicate come il bullismo, il cyberbullismo, le relazioni sociali. Tutto ciò contribuisce a ridurre il rischio di disagio tra i giovani.  

La psicologia è molto importante anche per ciò che riguarda il sostegno all’apprendimento. Infatti, lo psicologo, insieme agli insegnanti, è capace d’individuare quali sono le difficoltà di apprendimento che sono alla base di tante ansie e angosce dei nostri giovani. Una volta individuati disturbi specifici come dislessia o ADHD lo psicologo propone strategie mirate che garantiscono un’autentica didattica inclusiva e personalizzata.

Anche la gestione delle crisi e dei conflitti sono temi trattati adeguatamente dallo psicologo, egli interviene nei momenti difficili che purtroppo possono interessare chiunque come ad esempio eventi luttuosi o traumatici. Molto importante è anche il suo ruolo di mediatore relativamente ai conflitti tra studenti o tra studenti e insegnanti contribuendo a fornire tutti quegli strumenti utili a risolvere pacificamente e costruttivamente tali conflitti.

Molto spesso ciò che assilla i discenti è il disorientamento relativo alle loro scelte future. La psicologia, in questo caso, può intervenire aiutando gli studenti a sviluppare una riflessione sui loro interessi e obiettivi fornendoli degli strumenti necessari per realizzare scelte consapevoli riguardanti la scuola superiore o il mondo del lavoro.

Nelle nostre scuole, purtroppo, dilaga il caos e il non riconoscimento del ruolo del docente. Il metodo psicologico aiuta gl’insegnanti a migliorare la loro gestione delle classi oltre che a collaborare con le famiglie per affrontare eventuali situazioni di disagio, alimentando un tipo di comunicazione costruttiva supportata da soluzioni condivise.

Insomma, la figura dello psicologo scolastico può contribuire in maniera efficace a creare una dimensione educativa in cui il benessere psicologico diventa centrale ed è parte integrante dei processi di crescita e di apprendimento. D’altro canto che la famiglia, la scuola e la mente umana rappresentano realtà molto complesse lo sosteneva anche Sigmund Freud quando affermava che “I mestieri più difficili in assoluto sono nell’ordine il genitore, l’insegnante e lo psicologo”.

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