Lotto per il diciotto
1 Novembre 2012Roberto Loddo
Lo strumento del referendum, non si limiterà solo a restituire allo Statuto dei Lavoratori l’articolo 18 nella versione originaria. Per i promotori del referendum è infatti una battaglia per la legalità e per il rispetto dei principi della Costituzione. Una battaglia partita anche in Sardegna, che presto vedrà concretizzare i primi appuntamenti dei comitati per la raccolta delle firme in tutta l’isola. L’immagine della consegna dei quesiti referendari in cassazione evoca interessanti prove tecniche di unità della sinistra. Non è un caso che il comitato promotore e quello di sostegno siano composti dalle aree della sinistra sindacale in Cgil, “Lavoro e Società”, e “la Cgil Che vogliamo”, dai sindacati di base e dai partiti della sinistra alternativa ed ecologista: Idv, Sel, Federazione della Sinistra e Verdi, dalla Fiom Cgil e dalle associazioni Alba e Articolo 21.
Lavoro Società, che sostiene le ragioni del referendum sociale, in un comunicato del coordinamento nazionale scrive che “L’articolo 18 è una conquista del movimento operaio, un diritto, una norma di civiltà e di deterrenza contro gli abusi e le discriminazioni, l’unica garanzia per la possibilità di rivendicare tutti gli altri diritti”. Un comunicato che chiede alla Cgil di non accettare nessuna manomissione dello statuto dei lavoratori, perché perderebbe di senso e significato la giornata del 23 marzo 2002, quando tre milioni di persone scesero in piazza per difendere le conquiste sociali dell’articolo 18. “La Cgil dovrebbe rompere il silenzio su questo referendum e dimostrare coerenza impegnandosi a sostenere la raccolta delle firme attraverso il coinvolgimento delle delegate e dei delegati, delle Rsu, delle lavoratrici e dei lavoratori, ma anche di precari, disoccupati e cittadini, in quanto” – sostiene Lavoro e Società: “consideriamo che tale iniziativa abbia un valore generale per l’intera società”.
Il Manifesto Sardo sostiene ogni iniziativa politica e sindacale per la creazione di un comitato referendario sardo e ospiterà ben volentieri interventi di appoggio e partecipazione alla mobilitazione referendaria, per ribadire che non si esce dalla crisi privatizzando i diritti, aumentando l’orario di lavoro e riducendo l’occupazione.