Mala tempora currunt
16 Ottobre 2022[Amedeo Spagnuolo]
La sensazione è quella di rotolare, rotolare e ancora rotolare, cerco di frenare questa discesa nel baratro afferrando qualche arbusto, il ramo di un albero ormai secco, ma non c’è nulla da fare non riesco proprio a fermarmi e il fondo del baratro non si vede ancora.
Berlusconi, Renzi, la crisi economica del 2008, la pandemia, la guerra, la minaccia atomica e infine, per adesso, il governo più a destra dal secondo dopoguerra. Quanti anni sono che ci troviamo a dover affrontare un mondo sempre più triste e povero di prospettive. Mi consolo con il fatto che almeno fino alla conclusione della mia carriera universitaria ho avuto la fortuna di vivere, sostanzialmente, una buona vita resa vivace da passioni e interessi vari che riuscivano a ostacolare il transito incontrollabile dei “pensieri trasversali” che spesso avvelenano la nostra mente e rendono la vita insopportabile. Insomma la sensazione che mi assilla, ma non credo di essere il solo, è quella di “fine della storia” una sensazione che si è rafforzata con la minaccia nucleare che sembra diventare sempre più concreta.
Questo è quello che in maniera sommaria sta accadendo a livello globale, poi c’è la vita quotidiana che ognuno di noi, in qualche modo, deve pur portare avanti cercando di renderla, per quanto possibile, meno angusta e angosciante. Purtroppo il quotidiano nel centro Sardegna, il luogo nel quale vivo, diventa sempre più ostile, di recente ci sono state a Nuoro due importanti manifestazioni alle quali hanno partecipato tantissime persone. Indovinate un po’ per cosa si manifestava: la sanità pubblica, sempre più devastata e l’assenza di una rete ferroviaria degna di questo nome, insomma ciò che dovrebbe essere ovvio diventa la causa di una protesta popolare finalizzata a ottenere ciò che in altre parti d’Italia, non tante per la verità, almeno per quanto riguarda la sanità, sono ormai delle conquiste acquisite. Passano i giorni, i mesi, gli anni e non si riesce a vedere uno spiraglio di luce, sembra veramente che si sia arrivati al capolinea, ovviamente non voglio crederci, ma il pensiero che “la storia sia finita” diventa sempre più ingombrante.
L’altro giorno incontro una mia ex alunna, quando era a scuola era brillante e vivace, una bella testa con le idee chiare sul suo futuro, l’ho incontrata in centro qui a Nuoro, non la stavo riconoscendo, lo sguardo era spento, nulla a che vedere con la vivacità di qualche anno fa, mi confessa che per tirare avanti si aiuta con gli psicofarmaci e accenna un sorriso che mi strazia, vorrei abbracciarla e dirle che non sarà sempre così, le cose miglioreranno e anche lei riuscirà a trovare il suo posto nel mondo. Mi abbraccia lei e io mi sento imbarazzato come un bambino, poi mi saluta in tutta fretta, non vuole piangere davanti a me, però prima di andare via mi dice: “si andrà come dice lei, ne sono sicura”. Non possiamo nascondercelo, gli ultimi anni sono stati difficili, ma per tanti giovani sono stati orribili e non tutti sono riusciti a reagire.
La triste novità di questi giorni riguarda, come si diceva, il disastro politico nel quale il nostro paese è stato scaraventato, le responsabilità principali, in questo caso, riguardano ovviamente, in primo luogo, il maggior partito della sinistra italiana ovvero quel Partito Democratico divenuto con gli anni esclusivamente un partito “governista” che ha tradito totalmente la sua base elettorale tradizionale fino a smarrire la strada e a non riuscire più a capire cosa volesse fare da grande e, dunque, da che parte stare e quale ceto sociale voler tutelare realmente. Anche questo ha contribuito a portare al governo un partito di destra – destra che ha approfittato della sventurata politica dei Democratici, della disperazione della gente e, perché no, del fatto che una porzione non trascurabile della popolazione italiana si riconosce pienamente nei principi neofascisti della destra italiana. A questo punto, secondo me, la domanda che ogni autentico democratico ha il dovere di porsi è la seguente: quali altre disavventure ci dobbiamo aspettare con l’avvento al potere della destra e come possiamo difenderci da esse?
Molti analisti politici affermano che il futuro governo stia preparando qualcosa di analogo a quello che è accaduto durante il Ventennio. Per confermare ciò partiamo dalla proposta di legge costituzionale presentata il 28 marzo 2022 dai deputati Meloni, Lollobrigida, Prisco e Montaruli nella quale si afferma la necessità di una “profonda revisione del sistema volta alla riedificazione, e non alla mera, formalistica ristrutturazione dell’architettura istituzionale della Repubblica”. Tradotto in maniera più esplicita ci dobbiamo preparare alla possibilità di una nuova Costituente che riscriverà la Carta costituzionale nella sua parte centrale.
Ciò verrebbe realizzato da un’Assemblea costituente formata da 100 elementi. Insomma l’idea devastante sarebbe quella di delegare la riforma degli 85 articoli dedicati all’ordinamento della Repubblica a un’Assemblea chiamata a operare in modo snello e in deroga alle procedure costituzionali. Per essere più chiari basti ricordare che l’Assemblea costituente eletta il 2 giugno del 1946, fra deputati e deputate contava 556 membri. Per comprendere meglio gli effetti devastanti che potrebbe causare un evento del genere è sufficiente andare indietro di qualche anno, precisamente al testo depositato da Meloni e dai suoi l’11 giugno del 2018: “La proposta di legge costituzionale modifica la parte II della Costituzione, innanzitutto introducendo l’elezione diretta del Presidente della Repubblica e, in questo contesto, definendo il nuovo ruolo del Capo dello Stato nell’ambito del Governo. Egli, infatti, presiede il Consiglio dei ministri, dirige la politica generale del governo, può revocare i ministri”.
È chiaro che tutto ciò, se dovesse effettivamente realizzarsi porterebbe, inevitabilmente, il nostro paese al presidenzialismo, ipotesi che dovrebbe far rabbrividire qualsiasi sincero democratico dopo la terribile esperienza del Ventennio fascista. Ma i brividi dovrebbero aumentare in maniera esponenziale al solo pensiero di cosa potrebbe accadere nel nostro paese ai diritti civili con una nuova architettura costituzionale presidenzialista. Insomma, continuo a rotolare nel baratro e, per il momento, non vedo niente al quale aggrapparmi.
Nella foto: Giorgia Meloni con Ignazio La Russa in visita al cantiere del nuovo ponte di Genova, 13 Luglio 2020. ANSA/LUCA ZENNARO