Spread!

9 Novembre 2011

Marcello Madau

Lo spread è a 25000. Tende a crescere. Ora è a 250.000, ancora molto lontano dalla differenza fra l’espressione di Stracquadanio e i nostri desideri. Dalla vera distanza, incolmabile, fra il DdL 2968/2011 con i suoi avatar (maxiemendamento, Patto di stabilità 2012) e le esigenze di democrazia, il diritto inalienabile all’esistenza materiale, il rispetto dell’ambiente, il progresso della conoscenza. Così appare nei documenti leggibili negli atti della V Commissione Bilancio del Senato, fra relazioni, note tecniche, emendamenti e tabelle da ricercare in una sorta di labirinto. Ecco il link.
Certo non troverete nel DdL 2968, nelle ulteriori richieste della UE, nelle reiterate ‘AAA’ delle agenzie di rating il diritto alla felicità, l’eguaglianza e la non violenza nelle relazioni di amore e di amicizia, e anche di lavoro.
Dicono a destra, e pure nel centro-sinistra, che si tratta di utopie non contabilizzabili, non di competenza di Tremonti e dei suoi uffici tecnici. Eppure nel ‘Patto’ ci sono. Sono sotto le righe di piombo, ma ci sono. Dipendono anche da ciò che viene tolto mediante questo provvedimento. Fantasmi che possiamo vedere in filigrana nel DdL 2968, mentre si materializzano e smaterializzano attraverso i tagli alla conoscenza e alla sicurezza sociale ed esistenziale.

E’ il boccone avvelenato con il quale Berlusconi lascia la sua presidenza, l’approvazione del Patto di Stabilità sul quale convergono paladini conservatori e ‘progressisti’ del liberismo e delle leggi intoccabili del capitale. Rischiamo di trovarli nel ‘governo tecnico’, o alle spalle, appena defilati.
Stanno lanciando una gigantesca azione politico-finanziaria per far approvare al più presto questo ‘patto’. La retorica dello spread, orchestrata da opportune manovre speculative, assicurerà giganteschi utili al capitale finanziario, alle banche, alle assicurazioni private.
Il centro-sinistra in Parlamento è ora stretto nel terrore di passare per quello che non onorerebbe le richieste europee. Eccolo con il cerino in mano della sudditanza a misure di macelleria sociale.
Noi ci auguriamo che qualcuno a sinistra, anche in Parlamento, si opponga a questo testo dissennato, alla consegna del nostro popolo, mani e piedi, al capitalismo finanziario contro il quale il 15 ottobre si è ribellato un intero pianeta.

E’ bene allora vedere da vicino questo patto che tutti dovranno approvare e che pochi – in Parlamento – avranno il coraggio o la coscienza di contestare. Ne forniamo una traccia sintetica. Non siamo esperti di bilancio, e qualcosa di importante ci potrà sfuggire, o di altro ancora faremo cenno sicuramente con improprietà. Ma non crediamo di andare lontani dal vero parlando di un provvedimento devastante, e scritto male.
Tanto male che la stessa relazione tecnica qua linkata della Ragioneria dello Stato è un cimitero di dubbi, di riserve, di richieste, di censure di elusività.
Di accuse appena velate dal linguaggio tecnico che le stime dei risparmi si basano su dati non denunciati e formalizzati. Di inviti affinché i tagli triennali debbano diventare strutturali, debbano continuare oltre il 2014.
Mentre appare costante la preoccupazione delle spese di contenzioso, dei ricorsi che si apriranno per i tagli operati sui diritti acquisiti.
I tagli sono al territorio, alla sicurezza, al lavoro. Ai monitoraggi sul territorio e sull’ambiente, pesantemente (art. 3). Continua il blocco del turn-over nel Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Si taglia tutto pur di non far contribuire i potenti con una seria patrimoniale.
Si taglia il personale docente inviato all’estero (articolo 4, comma 3), sull’ingegneria genetica e le biotecnologie (comma 4). Tagli alle forze dell’ordine e persino nel vitto di Carabinieri e Guardia di Finanza impiegati nell’ordine pubblico (comma 8). Ai Vigili del Fuoco (commi 11-16), all’Unione Italiana Ciechi (art. 17). Sui risarcimenti di solidarietà alle vittime della mafia e dei suoi ricatti economici, sulla DIA (commi 19-21).
Si risparmia sulla sicurezza delle Ferrovie (art. 68) – ma si destinano molte risorse sulla TAV – e sui ministeri (però su quello dell’Economia e delle Finanze i tagli del 2012 vengono recuperati negli anni successivi: Relazione Ragioneria, p. 35, artt. 107-109).
I tagli sul lavoro dipendente avvengono in tutti i settori scolastici, nell’Università (comma 73) e nella Scuola (commi 74-76), fra docenti, personale tecnico, dirigenti didattici. Eliminati 100 distacchi di docenti e dirigenti. Aumento degli incarichi ‘a scavalco’. L’assistenza alla disabilità, gli insegnanti di sostegno, sono stati già pesantemente ed irresponsabilmente tagliati. Ma la scuola privata godrà di ulteriori finanziamenti. Le Università private pure.
Nel paese dell’arte, della musica, del design e della coreutica l’ AFAM (Alta Formazione Artistica e Musicale: Accademie di Belle Arti, Conservatori, ISIA, Accademia Nazionale di Danza, Accademia Nazionale di Arte Drammatica), settore dell’Istruzione terziaria (con stipendi inadeguati), ancora tagli: nelle assunzioni, negli scatti di anzianità bloccati per altri tre anni (la misura è già in corso dal 2010). E con un luminoso futuro: il Ragioniere dello Stato chiarisce che “trattasi di intervento strutturale con effetti finanziari di trascinamento, sebbene decrescenti nel tempo, ma che termineranno quando l’ultimo degli interessati cesserà dal servizio”. Quindi, annullati non per il triennio: per sempre?
Vengono anche cancellati (parzialmente per l’Università) gli anni sabbatici, anche quelli già concessi, ovvero il cumulo dei permessi (intanto portati da 30 a 10 gg. all’anno), fino a raggiungere l’anno, per l’aggiornamento artistico e professionale e la sua produzione, riconosciuti dopo anni di battaglie e contratti ignobilmente scaduti, dalla Contrattazione collettiva nazionale. Che nell’art. 85 viene annullata. Una pesante rottura della legalità e del contratto sociale fra le parti. Una pratica fascista.
Nei commi 90-92 si ribadiscono i tagli al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Persino la congruenza degli stipendi di chi passa dal settore militare a quello civile viene minata (comma 103).
Si attende ora con il maxiemendamentol’attacco all’art. 18, la spinta ai licenziamenti, le nuove richieste contro le pensioni di anzianità. Perchè non basta mai. I commissari europei sono in casa nostra. Arrivano già le richieste di una manovra aggiuntiva: la verità è che Berlusconi ha svenduto al miglior offerente la sovranità nazionale del nostro paese, l’ha consegnato alla speculazione. Il signore sì che se ne intende.
Dice che si dimette, ma prima devono passare queste misure. Curioso: anche il Presidente della Regione Sardegna Cappellacci pare che si dimetterà, ma non prima dell’approvazione del ‘piano-casa’. A ognuno la sua stabilità!

Vorremmo provare a chiedere alle menti meno schiave delle rappresentanze parlamentari del centro-sinistra che – entro i conti indicati per affrontare il problema del debito pubblico – lavorino a misure ed emendamenti socialmente giusti che eliminino i tagli ai diritti sociali e dei lavoratori, che prendano soldi dai capitali finanziari e dai patrimoni milionari. Che si ricordino dell’evasione fiscale di 120 miliardi all’anno. Vorremmo che le battaglie politiche della sinistra contro questo sistema trovassero nuovi fronti di unità in Europa. Ma tutti dicono: votiamo in fretta il ‘patto di stabilità’.
Soprattutto dovremmo far sentire, con ben altra forza, la nostra voce nelle piazze. Probabilmente è meglio chiedere elezioni anticipate subito, perché con questo ‘patto di stabilità’ e questo potere finanziario europeo, i margini di miglioramento del DdL 2968 appaiono un’impresa forse impossibile.

1 Commento a “Spread!”

  1. Marcello Madau scrive:

    Ecco il testo, con link al testo del maxiemendamento , selezionando il 4.2000, sul DdL 2968 di cui ho illustrato alcuni punti (l’ho anche inserito nell’articolo, apribile e scaricabile, alla parola maxiemendamento verso la fine, dove evidenziata). Aspetti salienti l’intervento sulle pensioni (art. 4 bis, p. 1), la liberalizzazione del servizi pubblici locali di rilevanza economica (art. 4-sexies, p. 6: attacco al referendum per l’acqua?) , Riforma Ordini e Associazioni fra professionisti, con abrogazione dell’obbligo di riferimento alle tariffe professionali (art. 4-tardodecies, p. 8), ancora misure per l’Alta Velocità Torino-Lione (art. 4-sexidecies, con leggi speciali), passaggio da ANAS a Fintecna (art. 4-septiesedecies, p. 24: assestamento boiardi di Stato), misure per l’assunzione di mano d’opera giovanile e femminile (art. 4-noviesdecies), misure per il Ministero dei Beni e le Attività Culturali (art. 4-semeletvicies, p. 29fra le quali le assunzioni per Pompei e dei vincitori di concorso in attesa di immissione).
    Non ho trovato traccia, in questo testo, delle limitazioni all’art. 18 (licenziamenti) e della diminuzione dei tagli per l’editoria. Neppure di ripensamenti sui tagli all’Istruzione pubblica e l’aggressione ai diritti stabiliti dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro sottoscritti: anzi, si inserisce la cassa integrazione all’80% e il possibile licenziamento per i soprannumerari (art. 4-tredecis, p. 19). Attendiamo osservazioni attente.

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