Minima 11.

16 Settembre 2008

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Costantino Cossu

Alla festa dell’Unità di Firenze il ministro della Cultura, l’ex comunista Sandro Bondi, dice che bisognerebbe studiare Antonio Gramsci nelle scuole, quelle di Stato. La sua “ombra” del Partito democratico, l’ex allievo di Pasolini Vincenzo Cerami, risponde che lui di Gramsci s’è rotto: “L’ho mangiato per trent’anni. Dobbiamo andare avanti”.  Alla summer school del Pd, tra le rovine della rocca medievale di Castiglion del Lago, Dario Franceschini, che comunista non lo è mai stato, spiega che “il sistema capitalista non è eterno”, usando due termini, “sistema” e “capitalista”, diventati parolacce. Ma neppure Franceschini pensa a Gramsci. Il riferimento della sua “svolta anticapitalista” è “l’economia personalista” di Emmanuel Mounier. Non sappiamo se Cerami sottoscriverebbe, perché il ministro ombra è talmente ombra che praticamente non esiste (come ministro ombra, ovviamente, perché invece come notista dell’Unità su questioni di spicciola semantica applicata è presentissimo). Aspettando che Cerami, da futuro (si spera) ministro, si decida a dirci com’è che si deve “andare avanti” oltre Gramsci, bisognerà pur dire che tra i tre – Bondi, Cerami e Franceschini – la cosa più sensata l’ha detta il primo.

Post Scriptum: Gianfranco Fini dice che la Repubblica di Salò combatteva dalla parte sbagliata. E adesso con Violante come la mettiamo?

1 Commento a “Minima 11.”

  1. Michele Spanu scrive:

    Ma d’altra parte che cosa si poteva pretendere da una Festa dell’Unità che non si chiama più Festa dell’Unità?

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