Menti inquinate, piccoli e grandi scempi sulle spiagge sarde
1 Agosto 2019[Stefano Deliperi]
Ogni giorno di quest’estate torrida regala qualche perla della folle e autolesionista cattiva gestione delle nostre spiagge.
Cafonaggine, piccoli e grandi scempi, ottuse prepotenze, rifiuto della realtà e quant’altro superi l’immaginazione.
A Chia (Domus de Maria) si ritrovano incastrati fra battigia marina e dune chioschi e servizi balneari, sulle tutelatissime dune bivaccano indisturbati simpatici buontemponi, i paletti della recinzione per la difesa delle dune, dove sono rimasti, vengono utilizzati per ancorare alla sabbia gli ombrelloni.
A Punta Molentis (Villasimius) il mare si riprende il suo spazio e, fra pontili abusivi e formicai di bagnanti fin sulle tutelatissime dune, viene recintato da paletti di una concessione demaniale.
A Tuerredda (Teulada) va in onda per tutte l’estate la solita trita commedia della spiaggia senza nemmeno un centimetro quadrato di sabbia libera da concessioni, ombrelloni, lettini, bagnanti, suk di ambulanti, olezzo gastronomico, automobili per la lucrosa felicità di pochi.
A Geremeas (Quartu S. Elena) picchetti e recinzioni chiudono una parte di spiaggia per ignoti motivi.
A Punta Negra (Stintino) sentieri e accessi al mare vengono chiusi o resi difficoltosi.
A Costa Rey (Muravera) i rari accessi al mare fruibili da disabili vengono chiusi irrimediabilmente.
A S. Margherita (Pula) lettini e ombrelloni delle concessioni demaniali giungono serenamente alla battigia.
Su internet prospera la vendita a vil prezzo di confezioni di sabbia e conchiglie provenienti da tante, troppe spiagge sarde
I controlli, quando ci sono, sono palesemente insufficienti, gli interventi, quando ci sono, spesso sono solo in esito a esposti, istanze, denunce.
E i turisti? Spesso rimangono sconcertati, a dir poco: “Sono stata una settimana fa’ e le condizioni della spiaggia di dune di Campana mi hanno lasciata a bocca aperta, non avevo mai visto così tanti stabilimenti!” (Giulia Allasio)
E i sardi? Così Carlo Angius: “Questi scempi sono una realtà sotto gli occhi di tutti. Il problema è cosa fare per tutelare questi paradisi, visto che: sensibilità ambientale, intelligenza e lungimiranza, non sono virtù di cui i nostri cari amministratori sono particolarmente dotati?” Risponde Maria Giovanna Pani: “Purtroppo gli amministratori esprimono gran parte dei sardi, ergo le virtù che lei cita sono carenti, purtroppo troppo spesso, proprio tra chi pensa che per essere un vero sardo basti parlare ‘in limba’, indossare il costume tradizionale per intonare canti e esibirsi in ‘su ballu’, si dimentica che la parte essenziale della nostra terra, della nostra cultura, e la culla di ogni nostra tradizione, è l’ambiente unico di questa meravigliosa isola che è la Sardegna”.
Al di là di buon senso, norme, controlli, gambe su cui camminano norme e vigilanza, il vero problema, a monte, è il pesante inquinamento mentale che alberga in troppi amministratori e funzionari pubblici, imprenditori, semplici cittadini, locali e istranzos.
Un inquinamento mentale determinato da avidità, opportunismo, lassismo, menefreghismo, piccoli vantaggi, disinteresse per il futuro dei propri figli.
Fin quando non saranno fatti fuori l’ultimo riccio di mare, l’ultima stella marina.
Stefano Deliperi è il portavoce del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
2 Agosto 2019 alle 15:03
Nell’elenco mancano le spiagge di Capo Coda Cavallo in particolare quelle di Cala Brandinghi e Cala Suaraccia dove ormai le dune sono inesistenti
3 Agosto 2019 alle 01:05
Senza il rispetto per tutte le cose che ci sono state REGALATE il giorno stesso che siamo nati, senza capire questo…dove si vuole arrivare?
Solamente sapere che ci sono persone che questo rispetto lo vivono, mi dà la speranza,
grazie