Migranti: sogno di una notte d’estate?
1 Settembre 2015Roberto Mirasola
Quanto accaduto quest’estate a Cagliari sul fronte profughi è al limite del grottesco. Cerchiamo dunque di ricostruire gli avvenimenti senza scadere nel ridicolo come invece è accaduto. Dunque il 1 agosto giunge a Cagliari la nave norvegese Siem Pilot con il suo carico di 456 profughi, farà ritorno il 24 agosto portando altri 963 profughi. Nell’intervallo di tempo fra i due sbarchi molti di loro verranno smistati in altre località del continente. Due sbarchi e tante, tantissime polemiche. Dopo aver sentito per mesi le dichiarazioni di Salvini, Maroni e Zaia sull’impossibilità di accogliere i profughi che a detta loro, scelgono sempre come approdo l’Italia e poi vogliono andare tutti in Veneto e Lombardia, si aggiungono i nostri politici locali impegnati a denunciare “la folle decisione del governo Italiano che ha deciso di segregare i migranti in Sardegna (Mauro Pili)”, affermando : ” il governo ha disatteso tutti gli impegni (Ugo Cappellacci)”, chiedendosi : “dove sono le istituzioni sarde (Claudio Cugusi) e infine invitando i “sindaci a ribellarsi alla politica dell’invasione (Salvatore Deidda)”. Insomma dopo essere sopravvissuti ad Acheronte bisognava attrezzarsi per far fronte all’invasione. Purtroppo la retorica dell’invasione fa breccia, senza che però nessuno si prenda la briga di verificare i dati, visto che in periodi difficili è sempre più facile individuare nei più deboli le cause di tutti i problemi. Ad ogni modo se qualcuno ha voglia di leggersi i dati del ministero degl’interni si scopre che a febbraio 2015 in Sicilia sono presenti ben 13.999 immigrati pari al 21% del carico nazionale, che nel Lazio gli immigrati sono 8.490 pari al 13%, in Puglia sono 5.826 pari al 9% e cosi via. La Sardegna concorreva in questa speciale classifica per il 2%, nelle ultime posizioni. Certo si obietterà che i numeri da febbraio sono cambiati, ma è anche vero che cambiano per tutti. A quanto pare non è in corso nessuna invasione né a livello nazionale né a livello locale. Bisogna chiedersi il perché solo in Italia esiste questo can can? Semplice, è strumentale alla nostra debolezza politica. Siccome vigono le regole di Dublino3 e non riusciamo a ridiscuterle con i partner europei cerchiamo di aggirarle. Tali accordi prevedono che a farsi carico dell’accoglienza del richiedente asilo, dell’esame della sua domanda e del relativo esito, sia lo Stato attraverso il quale è avvenuto l’ingresso nel territorio dell’U.E., dunque noi ritardiamo l’identificazione, la verbalizzazione delle eventuali domande di asilo da parte dei profughi, e se in tutto questo poi qualcuno riesce a fuggire e raggiungere i pesi ambiti a noi in fin dei conti va bene. Non esiste una politica europea sui fenomeni migratori e in particolare sui richiedenti asilo. Ciò non significa che non ci siano in campo proposte, ad esempio la possibilità di ottenere lo status di rifugiato a “distanza”, tale riconoscimento può avvenire ad esempio nei campi profughi spesso allestiti in paesi confinanti con quelli in conflitto, e una volta avuto il riconoscimento la persona può trasferirsi nel paese ospitante. Niente di nuovo si chiama resettlement policy ed è gestito dall’UNHCR, ma è utilizzato anche da Nuova Zelanda, U.S.A, Australia e Canada. E’ pur vero che in attesa che il problema venga affrontato a livello Europeo il flusso migratorio non è destinato ad esaurirsi e allora bisogna attrezzarsi per gestire il processo e non farsi invece travolgere da esso come purtroppo è accaduto. La Sardegna pensava di essere forse immune o scevra da ogni responsabilità? Ho sempre pensato che la migrazione sia una risorsa ma so bene che tanti sono sensibili ai sentito dire e che dunque sono più attenti ai presunti 35 euro che vengono dati ai profughi, al lavoro che viene tolto ai sardi e via dicendo. Sull’argomento ho già scritto. Affrontiamo il ragionamento dall’essenziale. E’ da sciocchi pensare che gli sbarchi cessino dall’oggi al domani, allora perché non attrezzarsi per tempo? Perché in Sardegna esistono solo 30 strutture temporanee (dati del ministero degli interni)? Perché i comuni non partecipano al sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR)? Ad oggi sono attivi solo tre progetti: uno della Provincia di Cagliari, uno del comune di Quartu Sant’Elena e infine il comune di Villasimius (Atlante SPRAR 2014). Tutto questo sta a significare che si è capaci di fare la buona amministrazione ma oltre non si va. Eppure il sistema SPRAR è finanziato con il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. Tra l’altro tale sistema prevede l’utilizzo di diversi servizi che consentirebbero di impiegare diverse professionalità, e visto che abbiamo deciso di seguire la logica del dio denaro, bisogna pur dire che i profughi mangiano, quindi ci sarà pur qualcuno a livello locale che venderà alimentari e piccoli generi di consumo. Ovviamente nel pieno rispetto della legalità e con la massima trasparenza. La migrazione è una risorsa che solo in tempi bui come questi viene vista con timore, ma è pur vero che per renderla tale c’è un urgente bisogno di politica con la P maiuscola, che oggi purtroppo latita.