È morto Nuto Pilurzu
26 Settembre 2013Marco Ligas
È morto Nuto Pilurzu, una persona coerente, rigorosa, un comunista. L’ho conosciuto negli anni sessanta; in quel decennio diventò segretario della sezione Lenin, ma la sua militanza nel partito comunista era precedente.
Parlando di Nuto mi viene in mente una considerazione che faceva spesso Pintor, a cui Nuto era particolarmente legato. Riguarda la contiguità tra la scelta politica/ideale necessaria per il cambiamento della società e il comportamento di noi stessi come singole persone,
Nuto riusciva a creare un rapporto stretto tra le idee che professava da un lato e la vita che conduceva dall’altro, cioè la propria collocazione pratica.
Non ho mai colto nelle sue scelte un atteggiamento che non fosse in sintonia con i suoi ideali. Nella sua attività professionale era sempre presente questa coerenza: al primo posto poneva la tutela dei lavoratori e il suo impegno principale era teso all’affermazione dei loro diritti.
Anche per questa ragione godeva della stima e del rispetto dei colleghi e soprattutto dei lavoratori che difendeva.
Ma Nuto non è stato solo un bravo avvocato; la sua attività professionale si è sempre affiancata all’impegno politico che ha condotto con convinzione e determinazione, ancora una volta, come nel Manifesto ci siamo abituati a definirlo,‘dalla parte del torto’, cioè dalla parte dei lavoratori per la difesa della democrazia e della libertà.
Si è parlato spesso della sezione Lenin. È là che si è sviluppata un’attività politica e culturale molto intensa. Nuto non era solo il segretario della sezione ma anche uno dei dirigenti più rappresentativi del partito.
Sappiamo che quel lavoro politico iniziato alla sezione Lenin non andò avanti: prevalse la chiusura del gruppo dirigente del Pci che preferì interrompere il nuovo corso che i compagni che fondarono la rivista del Manifesto cercarono di avviare.
Nuto, anche lontano dall’esperienza politica diretta, ha saputo mantenere la coerenza di sempre e difendere le idealità che hanno caratterizzato le sue scelte di vita.
26 Settembre 2013 alle 17:53
Perché non ricordare il collettivo operai-studenti della Sezione Lenin? Erano gli anni dello sviluppo edilizio di Cagliari ed hinterland, della industrializzazione all’insegna dello slogan stampato sui fac-simile delle mille “Nella rinascita della Sardegna c’è un posto anche per te”, delle lotte operaie per l’abolizione delle gabbie salariali, le lotte operaie alla Rumianca contro la monetizzazione della salute, le lotte dei senza casa !”le case dei ricchi non crollano mai!”, Pratobello, la CIER, mille lotte e noi giovani del collettivo “operai e studenti” della Lenin eravamo sempre in prima fila con gli operai, i baraccati, nelle lotte studentesche. Non piacevamo alla Federazione del Partito ma i “Grandi” della Lenin si ergevano in nostra difesa, il Compagno Nuto era uno di quelli.
26 Settembre 2013 alle 22:01
La testimonianza dell’impegno sociale e politico di Nuto Pilurzu, fatta da Marco Ligas, ora che ci ha lasciato, mi fa pensare che vivere coerentemente con la scelta ideale fatta e qualcosa che la morte non cancella anche se addolora. Ai compagni che hanno lottato insieme a lui il compito di tramandare ai giovani che non lo hanno conosciuto il suo ricordo.